Tuoni, fulmini e saette

Serie: Mediamente in pericolo!


(Immagine di copertina di Fabio Elia)

Ed eccoci, dunque, sotto un cielo che sembrava volerci cadere addosso. Che sembrava urlarci, soverchiante, la nostra piccolezza, crepitare sopra di noi, pietrificandoci nellโ€™impossibilitร  di poter fare qualsiasi cosa per metterci in salvo. Eravamo totalmente inermi nelle mani della possente natura, nelle forze cieche del creato. Ne sentivo tutta la foga; saggiavo, terrorizzato, quella furia senza pensiero, senza scopo e senza padrone. Non ci puoi ragionare, con la natura. Non cโ€™erano strategie da adottare. Mettersi a correre fuori dalla tenda voleva dire diventare un corpo posto in verticale su un pianoro senza rilievi e ripari, pertanto un potenziale attiratore di fulmini, ma anche lรฌ dove ci trovavamo, dentro a delle tende da campeggio, non eravamo al sicuro. Potevamo solo avere paura e sperare di non essere colpiti; sperare che quella furia colpisse altrove e si placasse il prima possibile.

Il vento, ogni tanto, dava degli scossoni alla tenda. Lโ€™atmosfera era talmente elettrica che i due strati della tenda, sfregando tra loro, creavano dei pallini luminosi, delle specie di scintille elettriche. Il silenzio era anche peggio del tuono stesso poichรจ ne creava lโ€™attesa ed รจ risaputo che il fulmine precede il boato. Manu ed Ele piangevano, di fianco ai rispettivi compagni. Favie rimaneva impassibile, dicendo che, tanto, se ti deve colpire ti colpisce, mentre Veo, riuscendo a spiazzare tutti anche in situazioni come queste, ha acceso la radio. Ovviamente tutti gli abbiamo urlato che cosรฌ attirava i fulmini e, poco dopo, lโ€™ha spenta.

Dโ€™altronde, non mi stupisce ciรฒ. Una volta eravamo a casa mia a guardare un film, io e Veo. Nella mia vecchia casa cโ€™era una grande vetrata che permetteva la visuale di una buona porzione di cielo. Mentre ce ne stavamo lรฌ, tranquilli, Veo ha visto una roba luminosa attraversare il cielo ed ha urlato. Siamo corsi davanti alla vetrata e abbiamo seguito, con lo sguardo, quel bolide fosforescente finchรจ non รจ sparito allโ€™orizzonte, verso la Val di Susa. Siamo rimasti un attimo in silenzio, quasi aspettandoci lโ€™impatto, stile โ€œThe day after tomorrowโ€, poi lui ha esclamato estasiato:

-La fine del mondo! Siamo insieme!-

Eโ€™ stato quasi commovente, nel suo essere grottesco.

Ma tornando al temporale sul monte Mucrone, io sentivo tutta lโ€™inermitร  di fronte alla potenza degli elementi. Lโ€™unica cosa che mi restava da fare era appiattirmi piรน che potevo contro il suolo, cercando di produrre meno rilievo possibile e, dentro la mia testa, pregare: โ€œNam myoho renge kyo nam myoho renge kyo nam myoho renge kyoโ€ฆโ€, se non che, Scilli sentiva il bisogno di esprimere la sua inquietudine:

-Stavolta stiamo rischiando davvero grosso.-

-Lo so, hai ragione.- Non mi sentivo di dire altro.

โ€œNam myoho renge kyo nam myoho renge kyo nam myoho renge kyoโ€ฆโ€, tentavo di raggiungere, tramite la preghiera, uno stato di relativa calma.

-Cโ€™รจ poco da stare tranquilli, qua.- Ribadiva, Scilli.

-Eh, lo soโ€ฆรจ vero.-Replicavo, cercando di non perdere quel poco di concentrazione raggiunta nel pregare mentalmente.

โ€œNam myoho renge kyo nam myoho renge kyo nam myoho renge kyoโ€ฆโ€

-Eโ€™ pericoloso, comunque.-

โ€œFanculo, Scilli.โ€

Alla fine, nonostante sia stato difficile, in quei momenti, mantenere una cognizione adeguata del tempo, credo che nellโ€™arco di quaranta minuti circa, il temporale sia diminuito di intensitร  fino a cessare. Eravamo vivi! Cazzo! Non si puรฒ capire, dopo unโ€™esperienza del genere, cosa significhi. Poi, si torna ovviamente a dimenticare, man mano, la preziositร  dellโ€™essere vivi e ad apprezzarla meno, ma in quel momento in cui ti rendi conto che il pericolo รจ cessato e che lโ€™hai scampata, wow, รจ una botta di vita! 

Nonostante ciรฒ, non sarei rimasto sereno a lungo. Intanto, sentivo di essere in una posizione innaturale e di avere il peso di Scilli contro di me e inoltre dovevo fare pipรฌ. Appena era cominciato a piovere, il buon Blaco era uscito a prendere la roba lasciata fuori e a metterla dentro la tenda, comprese le scarpe. Tranne le mie, a quanto pare. Nel momento in cui le ho cercate per uscire a urinare, non le trovavo.

-Blaco, ma le hai prese le mie scarpe?- Saranno state le cinque del mattino.

-Certo che le ho prese.-

-E dove sono?-

Io odio tremendamente avere le scarpe bagnate, con il freddo, mentre ho sonno. Insomma, se mi avesse inferto una coltellata avrei sofferto meno, forse. Ma quello che mi fa davvero incazzare รจ quando Blaco gira intorno ad una questione senza dirti come stanno le cose. Insomma, sembravamo Aldo, Giovanni e Giacomo, io, lui e Scilli, a discutere dentro ad una tenda, alle cinque del mattino, sulla cima di un monte. Gli altri, dalle altre tende, sicuramente ascoltavano tutto, ma preferivano fingersi morti che partecipare a quella querelle. Probabilmente speravano smettessimo in fretta e che si potesse riuscire a dormicchiare ancora un poโ€™, prima dellโ€™alba. Infuriato, sono uscito dalla tenda, usando temporaneamente le scarpe di Blaco e sono andato a pisciare. La quiete del lago mi stava un poโ€™ rasserenando lโ€™animo quando, finito di urinare, mi sono voltato e ho visto la tendaโ€ฆla nostra tenda era rovesciata su di un lato e noi non ce nโ€™eravamo accorti. Complici il vento e la pendenza del prato, ci eravamo cappottati. Lโ€™ho detto ai ragazzi e siamo usciti a raddrizzarla alla bellโ€™e meglio, tornando poi a dormire un poโ€™.

Al mattino, eravamo di buon umore, anche se io borbottavo ancora per le mie scarpe (da calcetto) bagnate. Non le avrei piรน utilizzate, per le escursioni future. Non vanno bene. Io credevo che i tacchetti facessero presa sul terreno, ed in parte รจ vero, ma il problema รจ che sulla roccia sono scivolosissime e, in montagna, capita spesso di camminare sulla roccia. Comunque, lโ€™umiditร  nelle scarpe si รจ rivelata essere un falso problema perchรจ, dopo pochi minuti di camminata, si comincia a sudare abbondantemente ed il piede non sente piรน nรจ il freddo nรจ lโ€™umido, che si va a fondere con il sudore. Poco piรน tardi, siamo arrivati al rifugio e abbiamo fatto colazione. Ci siamo messi a scherzare sul pericolo corso e a rimproverare Veo per aver acceso la radio durante il temporale, chiedendogli perchรจ mai lo avesse fatto.

-Eh, ho avuto paura!-

Cavoli. Non รจ che mi avesse stupito che lui, avendo paura durante un temporale, pensasse di farsi coraggio accendendo una radio, bensรฌ mi ha schockato sentirlo ammettere di aver avuto paura. Veo non รจ uno che ti svela una debolezza cosรฌ, a cuor leggero. Solitamente accampa scuse, ti dice unโ€™insensatezza, svia il discorso. Invece, stavolta, lo aveva fatto e mi pare di aver colto anche il suo sollievo nellโ€™averlo detto, come se si fosse liberato di un fardello. โ€œDovrebbe farlo piรน spessoโ€, ho pensato.

Blaco cercava di rimorchiare la barista, alla sua maniera:

-Ne viene gente qui?-

-Eh, non molta. Infatti, รจ lunga star qua senza vedere nessuno.-

-Ah, quindi non viene nessuno?-

Etc.

Nel frattempo, Veo, Manu e Scilli optavano per pagare lโ€™ovovia e scendere con quella, risparmiandosi la camminata del ritorno. Io, Favie, Ele e Blaco invece saremmo ridiscesi a piedi, ricongiungendoci con gli altri giรน al santuario di Oropa. Per ciรฒ che mi riguardava, il gusto di queste escursioni stava proprio nelle camminate e nei panorami osservati durante le stesse. Prendendo lโ€™ovovia me ne sarei privato.

La barista ci spiegava che una strada piรน breve cโ€™era, ma che era stata chiusa per frana ed era vietato passarci. Cosa sarebbe successo ai trasgressori? Se si fossero feriti, nessuno si sarebbe recato lรฌ per soccorrerli. Ciรฒ veniva chiarito con un cartello allโ€™ingresso di tale strada. Stranamente siamo stati saggi e abbiamo preso la strada consentita.

-Ah, quindi รจ vietata, eh?- Le chiedeva ancora Blaco, a discorso ormai chiuso, annuendo sognante, rapito dalla scollatura della donna.

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