Tutta cuore

Adoro ritrarre le persone con cui faccio sesso. Adoro ritrarre le persone, ma nude, in certe condizioni possono essere ancora più belle. Non perché siano nude, non è la nudità che mi eccita, ma il loro imbarazzo. Anche i ragazzi, gli uomini più sfacciati, intenzionalmente, quando poi gli chiedo di posare per me, cambiano atteggiamento, anche quelli che mostravano una certa propensione all’esibizionismo. Non so se temono il mio sguardo, che li osserva, non per sessualizzarli, ma per catturare qualcosa di loro, che non tornerà più indietro. Mi illudo di cogliere un pezzetto della loro essenza, e di aggiungerlo alla mia collezione, privata.

Adoro ritrarre le persone, perché così imprimo su carta il loro passaggio nella mia vita, in un modo che solo io posso vedere, avendo poi accesso, quando mi va. La fotografia lo può fare benissimo questo lavoro, non è mai oggettivo nulla nell’arte, ma con il disegno riesco a mascherare e mettere in luce il mio modo di vederli, tutti e tutte.

A distanza di anni, li riguardo, alcuni più di altri. I disegni son brutti, ma riescono nel loro compito, essere dei portali su cui ritornare quando ne ho voglia. Rivivo quella situazione come se stesse accadendo ora.

In questo momento sto guardando il ritratto di F., quando lo ritraggo siamo a casa sua, nella sua stanza. Vive con una coinquilina, una pazza, penso che sia segretamente innamorata di lui, perché ha degli attacchi di gelosia, strani. Quando sono andata via, da casa di F., ci siamo incrociate, mi ha guardata malissimo. La gelosia per me è na roba che sa di muffa, è buona solo se circoscritta e controllata, la muffa dico, tipo quella nel gorgonzola.

Ora lui è nudo sul letto, seduto nell’angolo sinistro, affonda nel piumone bianco, le sua braccia tengono strette le sue ginocchia, mentre ha lo sguardo fisso su di me. In questa posa c’è tutta la sua vulnerabilità. I suoi occhi riescono ad essere glaciali, distanti dal presente, chissà a cosa pensa, fa finta di guardarmi, ma il suo sguardo è altrove, mentre il suo corpo si chiude a riccio, come se stesse cercando di sparire. Questa combinazione di contraddizioni mi fa uscire di testa. In questo istante ci ritorno volentieri, quando sento nostalgia di lui. Non lui come uomo, come persona, lui in quel solo momento. Qualcosa che è stato e non sarà più, per me.

Ho nostalgia di quella scopata, dei miei piedi sulla sua bocca, della sua lingua che scivola come una biscia su tutto il mio corpo, dalle labbra fino alla pianta dei miei piedi e poi di nuovo ripercorrere tutto, come se fosse tutto da esplorare, tutto nuovo; nostalgia del suo cazzo, che ha capito da subito come usare con me, delle sue mani che stringono avidamente i miei fianchi, che mi tirano i capelli, dei suoi morsi sul mio collo, delle sue carezze.

Ora siamo amici ed il pensiero di qualcosa di erotico con lui è fuori discussione.

Lo confesso, sono una donna che ama le prime volte. Quelle volte che ho fatto più volte sesso con qualcuno, perché magari si stava creando qualcosa di più tra me e quella persona, mi sono annoiata, sentendomi inibita. Anche quando penso all’amore, non saprei cosa dire. Sono una di quelle che ama chi fugge, l’amor platonico, quello atteso, lunghi scambi epistolari o via e-mail, l’idea della routine la detesto, mi spaventa. Amo custodire la mia solitudine.  Anche il sesso mi fa quest’effetto. Non mi piace quasi mai. Ma quando, quelle rare volte, ho voglia devo assecondare queste pulsioni, questi desideri.

Potrei stare, mesi, anni senza alcun tipo di contatto fisico, senza sentirne la mancanza.

All’inizio questa mia propensione mi faceva sentire diversa, sbagliata direi, tutt’ora mi sento diversa e questo mi va bene, ma di certo non mi sento sbagliata. 

Molti dei miei amanti sono diventati amici. Penso che sia una cosa bellissima, che succede a poche persone. Mi vien da ridere quando penso che molti dei miei più cari amici, prima son stati altro. Penso di averli amati tutti a modo mio, penso che ogni persona mi abbia lasciato qualcosa. Di alcune persone ho ricordi piacevoli, pregni di tenerezza, altre mi hanno aiutata a crescere come individuo, anche con atteggiamenti non del tutto positivi. Certe persone che ho incontrato negli anni, non mi mancano, a stento ricordo il loro nome, mi hanno fatto del male, però di certo non li ringrazio mica, ma quel male, mi è servito a qualcosa. Non sarei quel che sono ora, in minuscola parte anche per quel tipo di esperienze. Alcune persone le ho rimosse, senza volerlo. Quel tipo di persona che pur provandoci non riesce a rimanerti in mente. Non mi sento in colpa, sia chiaro, penso che la mente deve far spazio alle cose essenziali, importanti, quelle per cui vale la pena ricordare.

Ho notato che mi ricordo degli amanti solo attraverso il disegno, quelli che non sono riuscita a ritrarre, li ricordo appena. Però quante teste ho incontrato, quanti corpi ho adorato e che mi hanno adorata.

Scorrendo la mia collezione, trovo un ritratto di lei, di V. Lei è più fragile e stronza di quanto pensi. Quando vuole sa essere cattiva, ma mai con me, mai come me. I suoi occhi riescono ad ipnotizzarmi ed io riesco ad essere una bambola di creta nelle sue mani. Può far di me tutto quello che vuole. 

Ci vediamo a casa sua. Indosso un vestitino stretto in vita che scende morbido fino a metà coscia, sotto ho un completino abbinato, dei toni del rosa, in pizzo. In questo periodo ho perso un po’ di peso ed ho acquisito più fiducia in me stessa. Ci provo con lei qualche sera prima, perché son giorni che voglio essere scopata dalla sua bocca. Non sono mai stata con altre donne, a parte qualche limonata sporadica in disco ed una storia giovanile con una, che l’unica cosa che siam riuscite a fare è stata baciarci per un non quantificato numero di ore. In ogni caso, ritornando al discorso di prima, quando mi fisso su una persona non mi schiodo da quell’idea. Questo succede solo quando sento una pulsione sessuale, altrimenti lascio andare eccome. Non so se per codardia o altro. Ma funziono così.

Quindi se ora sono a casa sua, significa che qualcosa ha funzionato, ma non sto qui ad elencare il come e perché. Lei è seduta sul divano guarda il telefono, sembra timida ora, stiamo in silenzio, scrolla con quel ditino post di gente, su instagram, che sicuramente l’annoia. Io immagino che quelle dita starebbero sicuramente bene tra le mie cosce. Così vado in bagno e mi sfilo le mutandine. Ritorno da lei dicendole che mi ero scordata di darle una cosa prima, le chiedo di aprire la mano e le porgo le mie mutande. Lei diventa subito rossa. Mi chiede se sotto, ora, non indosso più nulla. Io mi sollevo la gonna e le dico: “ Tu che dici?” 

Così ci affonda la faccia, mi butta sul divano, iniziando a leccarmi. In questo momento sono stordita. Le donne leccano benissimo. Wow. Non capisco più nulla, mi sento tutta cuore, sento i miei battiti ovunque. Le chiedo di andare di là, in stanza sua, perché è più comodo.

Ora voglio tenere io le redini di tutto. Come se non lo avessi fatto per tutto sto tempo, ahah!

Le strappo via le mutandine pastello, a righe bianche e blu, con la bocca. Inizio a leccarla. La prima volta di tutto, questa sera. La prima volta che lecco una fica. Mi piace. Mentre affondo la mia lingua, la guardo, lei mi ricambia lo sguardo ansimando più forte. Ora mi dice: “Vieni sopra di me?” 

Non me lo faccio ripetere una seconda volta. Tutto è perfetto, il suo inguine che tocca il mio, i nostri baci, il suo seno piccolo e grazioso, il mio morbido, che l’avvolge. Ci incastriamo alla perfezione. Veniamo. Ci baciamo. Si addormenta tra le mie braccia. La disegno, mentre dorme. Penso che sia una delle creature più belle che abbia mai visto, ed è stata mia. Mia per una notte. Le bacio la fronte, l’accarezzo il viso, mi vesto e ritorno, la saluto e torno a casa mia. Ci siamo sentite altre volte, penso di esser stata la sua ultima donna, lei la mia prima ed ultima…per ora.

Per oggi questo viaggio nei ricordi finisce qui, d’altronde è pur sempre una collezione privata, la mia. Con cura ho guardato insieme a voi, alcuni dei ricordi che frequento di più.

Non sono gelosa delle persone, dei loro corpi, ma custodisco gelosamente quello che mi hanno donato. Ho condiviso con voi un briciolo della bellezza che mi hanno regalato F. e V. in momenti diversi della mia vita. Li ho amati, come ho amato tutti e forse una parte di me li ama ancora, loro due e tutti quanti. Spero che anche voi riusciate ad amare tanto, senza freni ed ostacoli, scoprendo quale sia il tipo di amore che vi riesce meglio donare e ricevere.  

Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ho sempre difficoltà a classificare un racconto come erotico. E infatti, tu stessa questo lo hai classificato come narrativa, perché di questo si tratta, e pure buona. Se poi un racconto è erotico perché in mezzo c’è del sesso, allora va bene, questo è erotico.
    Per me, come ha già detto Cristiana, è soprattutto dolcissimo. Un dolcissimo tributo a persone che hai amato e, a dire il vero, ami ancora. Solo che per non perderle, hai dato loro il nome di amici.
    Grazie per la condivisione, molto bella.

  2. Disarmante mi vien da dire. Ritraggo le persone ogni giorno, mi sono riconosciuta in ciò che dici, eppure non avrei mai saputo scriverlo, raccontarlo in modo così diretto, emozionante ed esatto. Ti ringrazio per averci donato questo racconto.

  3. “Non sono gelosa delle persone, dei loro corpi, ma custodisco gelosamente quello che mi hanno donato.”
    fantastico, non c’è insegnamento migliore.

  4. Magari non è quello che vorresti ti venisse detto a commento del tuo testo, ma io l’ho trovato di una dolcezza pazzesca. Lasciamo andare il fatto che le immagini sono particolarmente forti, bello credo quando riesci a scrivere così e bello quando ti capita di leggere una cosa così. Pensare al disegno di un corpo nudo oppure a una fotografia e a tutto quello che ci sta dietro. L’imbarazzo, la complicità, l’eccitazione di chi possa e di chi ritrae, forse quella dolcezza di cui ti dicevo prima. Tanto si coglie quando si osserva con occhi che non sono quelli che abbiamo sulla faccia. E con questi stessi occhi bisogna leggere il tuo bellissimo racconto che dice molto più di quello che dice e mostra altro rispetto a quello che ci hai mostrato. La gelosia sa davvero di muffa e ci perdiamo tanto se non amiamo e non impariamo a lasciarci andare e dire ciò che desideriamo. Brava, coraggiosa e generosa.

    1. Io invece non mi aspetto nulla dai commenti, mi piace l’idea che chi legge possa percepire sensazioni diverse. L’idea che da questo mio testo sia uscita la dolcezza, mi piace tantissimo. In genere è un qualcosa che metto, senza che me ne renda conto. Intendo quando mi capita di scrivere racconti erotici. Quindi, son contenta che ti sia piaciuto e che ti sia arrivata questa cosa. Grazie mille