“Tutto qui?”

Serie: Humans


Quando il signor Mattei si spense, Michael-punto-interrogativo si sentì avvolgere da una nuova sensazione, il dolore. Ne aveva parlato con il suo vecchio maestro durante le loro lezioni, ma parlarne e provarla sulla propria pelle erano due cose completamente diverse. Sentiva lo stomaco attorcigliarsi su se stesso provocandogli una nausea non abbastanza forte da farlo vomitare, ma sufficiente a farlo piegare in due. Ma non era solo il dolore il problema, perché non c’era solo quello. Era un’insieme di sensazioni ed emozioni forti e nuove di cui lui non riconosceva la fonte. Rabbia e angoscia s’impadronivano lentamente del suo essere, portandolo ad uno stato confusionale simile a quando era caduto sulla terra. Sentiva un bisogno impellente di sfogarsi, anche se non aveva idea di che cosa significasse o di come si dovesse fare. Si sentiva inutile e impotente, non aveva modo di far uscire quello che aveva dentro al di fuori, eppur era esattamente quello che sentiva di dover fare: esplodere.

Si accorse di non riuscire a vedere bene, come se il mondo intorno a lui fosse caduto improvvisamente in una bolla d’acqua, si guardò allo specchio e si rese conto che una lacrima stava scendendogli dall’occhio sinistro. La sfiorò con la punta dell’indice.

“Tutto qui?” pensò. Il solo modo che esisteva per gli esseri umani di sfogarsi e di far esplodere tutto quel mix caotico di emozioni era una piccola lacrima che scendeva dagli occhi?

Oltretutto non stava funzionando, sentiva ancora dentro di sé le stesse identiche sensazioni spiacevoli che sentiva prima e, come se non bastasse, provava l’impulso di frenare quelle lacrime, si sforzava di farle rientrare da dove erano uscite, così, senza un motivo apparente.

Con il signor Mattei se n’era andata anche l’unica persona che conosceva, anche se grazie a lui adesso avrebbe potuto conoscerne altre, aveva imparato a comunicare, certo, ancora in modo molto acerbo, ma avrebbe potuto mettersi in gioco e finalmente darsi da fare per raggiungere l’obbiettivo che si era prefisso. Ma in quel momento sentiva solo la voglia di lasciarsi cadere per terra ed abbandonarsi alla tristezza e allo stesso tempo cercava di combattere quel sentimento di resa alla disperazione con la stessa tenacia con cui desiderava abbandonarcisi. Michael-punto-interrogativo non aveva idea di che cosa stesse succedendo. Credeva di aver finalmente imparato a controllare le emozioni, credeva di saperle riconoscere e quindi di poterle manipolare a suo piacimento. Ma non era così. Ogni emozione gridava dentro di lui così forte da rendere ogni rumore esterno impercettibile, e quelle lacrime. Quelle maledette lacrime non volevano fermarsi. In bilico. Si sentiva in bilico, a piedi nudi su una corda tesa sopra un baratro. Perfino la respirazione gli dava dei problemi, si faceva sempre più affannosa, come se fosse difettosa, come se il suo corpo stesse cercando di liberarsi di lui. Qualcuno aprì la porta della stanza in cui si trovava, e per istinto, per puro e semplice istinto Michael-punto-interrogativo si nascose, come se si vergognasse. Non aveva mai provato la vergogna. Niente nella sua precedente condizione lo aveva preparato o avrebbe potuto prepararlo a quel genere di cose.

Il ragazzo entrò nella stanza cercando il paziente.

<<Michael ci sei?>> chiese.

<<Qui!>> rispose lui uscendo dal suo improvvisato nascondiglio dietro la porta del bagno. Il ragazzo si avvicinò, era l’inserviente che gli aveva presentato il signor Mattei, si chiamava David, ma lui non lo aveva mai chiamato per nome.

<<Come stai?>> gli chiese il ragazzo anche lui visibilmente toccato dalla morte di Mattei.

<<Male…>> rispose mentre il respiro sembrava riprendere il suo ritmo e dargli un po’ di tregua.

<<Lo so… anche io volevo bene al signor Mattei…>>

Volere bene. Era questo quello che provava per il signor Mattei? Bene? Si chiese Michael-punto-interrogativo. Doveva essere così. Nelle lezioni che aveva tenuto insieme al suo vecchio maestro avevano parlato spesso di amore, di bene e di quanto molto spesso queste emozioni fossero la causa dei mali peggiori. Era assurdo, aveva pensato lui, come poteva il bene generare qualcosa di male? Invece adesso, capiva perfettamente che cosa intendesse il signor Mattei. Una lezione che era impossibile imparare solo con la teoria, bisognava sperimentarla sulla propria pelle per poterne comprendere la profondità. Michael-punto-interrogativo sapeva che cos’era la morte, avendo vissuto dall’altra parte della barricata ne era a conoscenza, ma non aveva la minima idea di cosa significasse per quelli che restano, per quelli che devono affrontarne le conseguenze con i loro limiti umani. Gli sembrò che fosse davvero troppo per un uomo dover fronteggiare tutto quel dolore.

<<Mancherà a tutti qui dentro… era davvero una persona straordinaria!>>

<<Basta!>> disse Michael-punto-interrogativo. Sentiva che ogni parola in più lo avrebbe trascinato di nuovo verso il fondo di quel baratro da cui stava cercando di uscire, sentiva che, lentamente, stava riprendendo il controllo di sé e non voleva tornare indietro nemmeno di un passo.

<<Fa male…>> aggiunse. David capì perfettamente ed alzò la mano in segno di scuse.

<<Capisco… bèh, sono venuto a dirti che domani potrai andartene, ormai le tue ferite si sono rimarginate e qui non possiamo più tenerti…>>

Michael-punto-interrogativo prese quella notizia con indifferenza, viste le circostanze, non gli importava anzi, forse non vedeva l’ora di allontanarsi da quel posto.

<<E poi un’altra cosa…>> aggiunse aprendo completamente la porta da cui era entrato.

<<Hai una visita!>>

Dalla porta entrarono quegli occhi color nocciola che lui conosceva benissimo, erano i primi che aveva visto quando era caduto sulla terra.

Claire fece qualche passo entrando nella stanza. Si guardarono negli occhi per qualche istante in silenzio, e la donna non poté fare a meno di notare quanto quell’espressione persa sul volto di Michael non fosse cambiata nemmeno un po’ e di come quella stessa espressione l’avesse condotta un’altra volta da lui.

<<Ciao…>> disse <<Spero che…>> ma non fece in tempo a finire la frase. Michael-punto-interrogativo si avvicinò a lei stringendola in un abbraccio che aveva poco a che fare con la ragione e molto con un sentimento a cui nessuno dei due avrebbe saputo dare un nome.

Serie: Humans


Avete messo Mi Piace4 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Bravo! Un capitolo molto toccante soprattutto per quanto riguarda Michael che ha dovuto provare sulla propria pelle il dolore della perdita. Il tuo stile è sempre coinvolgente complimenti!

  2. Mi piace questa presa di coscienza delle emozioni, comprendere che esse hanno riflesso nel corpo oltre che nell’anima. Attendo il seguito, sono curiosa di sapere quali vie percorrerà Michael ? nel suo viaggio.