Uccidere un re
753 ab Urbe condita
I soldati sbucarono dalla boscaglia. Erano ausiliari di Roma, Batavi, e si stavano preparando ad affrontare i Marcomanni di re Maroboduo.
Con loro c’era Hagen, aveva un dovere, lui che era un ex gladiatore e si muoveva al loro fianco.
Trovare re Maroboduo e affrontarlo, in tutta semplicità ucciderlo. Così gli aveva ordinato il generale, lui l’avrebbe fatto, non aveva scelta.
Se gli ausiliari si muovevano in una direzione, lui si allontanò da loro e fece un’ampia deviazione. Gli ausiliari si muovevano lenti, lui più veloce e, per questo, anche se fece un giro più largo, arrivò prima di loro dato che era in assoluto il più leggero.
Ora che era presso l’obiettivo, gli bastò poco individuare il pertugio nella palizzata – segnalato da un traditore fra i Marcomanni – e penetrò nel villaggio fortificato.
Là fuori l’assedio stava per iniziare, Hagen ignorò il clamore, le urla, i clangori, e fu sempre facile arrivare nei pressi della reggia del re.
Maroboduo.
Era tutto facile.
Hagen vi fece il suo ingresso e vide una figura assisa sul trono.
Il re dei Marcomanni.
Gli fu addosso e brandì il gladio per crivellare di stoccate il corpo del re.
Lo colpì, versò del sangue, ma poi il cadavere crollò e Hagen gemette.
Era già cadavere, e non si trattava di Maroboduo.
Hagen sudò freddo: Sono stato ingannato.
Ci fu una risata e Hagen vide arrivare Maroboduo con i suoi sgherri. «Volevo proprio te, ex gladiatore».
Hagen si impettì, non disse nulla.
«Hagen, giusto? So che vieni dai Longobardi. Molto bene, sei mio prigioniero, sei un ottimo ostaggio».
«Prendimi pure in ostaggio, tanto per i Batavi, là fuori, sono una pedina sacrificabile». Lasciò che gli scagnozzi di Maroboduo lo disarmassero, per poi metterlo in catene.
«Ti sbagli, Hagen. Sai, ti dovresti valorizzare un po’ di più» soffiò Maroboduo. «Io ti conosco molto più di quel che pensi, molto più di te stesso». Fece uno strano sorriso. «Tu sei il figlio del re dei Longobardi, il quale ha grande influenza sui Batavi». Allargò le braccia, trionfante. «Senza saperlo, il tuo generale mi ha regalato un ottimo strumento di pressione sulle truppe assedianti».
Hagen inorridì.
«E adesso, renditi utile una volta tanto» concluse Maroboduo.
Avete messo Mi Piace1 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Interessante come l’azione si mescoli con l’inganno e il tradimento, e come Hagen diventi pedina inconsapevole.
GRAzie del tuo GRAdito commento, GRAnde!
​Il figlio illegittimo è sempre un asso nella manica. Non capisco l’orrore di Hagen, sembra che dica: “Sarebbe stato meglio morire che avere un padre così.” Vorrei il seguito con un incontro tra Hagen e il padre. Bravo, Kenji!
Grazie, ma non ci sarà un seguito!