
Una Corsa Contro il Tempo
La città era in fiamme, nulla sarebbe stato più come prima. Il rumore delle sirene spiegate non faceva altro che aumentare il battito cardiaco di Claudia. Stringendo i denti si osservò la ferita alla gamba, era superficiale ma abbastanza estesa da averle fatto perdere i sensi per diversi minuti. Il rumore di spari all’interno del suo appartamento la riportò alla realtà. Qualcuno stava entrando e sapeva che non sarebbe stata in grado di respingerli. Si ricordò del fucile posseduto da suo nonno nascosto nell’armadio in camera da letto e armata di una forza primordiale di cui non conosceva la provenienza osservò i corpi dei suoi amici carbonizzati per ottenere il coraggio di affrontare chiunque aveva deciso di entrare nella sua proprietà. Il sudore si mischiava alle lacrime e al sangue mentre si nascondeva nella carcassa del suo amato divano di cui ormai non ne rimaneva altro che l’annerito scheletro in legno massiccio, i passi si facevano sempre più vicini fino a quando non vide sopraggiungere due uomini coperti di sangue e dal volto deturpato dalle fiamme, sul petto nudo mostravano in bella vista una fiamma stilizzata marchiata a fuoco. La rabbia e il dolore presero il sopravvento su di lei, improvvisamente non faceva più caldo e il tempo sembrava essersi fermato, memore degli insegnamenti di suo padre trattenne il respiro e senza esitare fece fuoco. I due uomini furono colti alla sprovvista e caddero ancora prima di poter premere il grilletto dei fucili che tenevano tra le mani. Claudia sfogò la sua ira in un urlo liberatore e scaricando l’intero caricatore del fucile sui due corpi deturpati. Aveva deciso, il suo amore era vivo e avrebbe vissuto per lui, dopo aver preso i proiettili del fucile diete un’ultima occhiata ai corpi esanimi nel salotto di casa sua, mai avrebbe pensato che la sua festa si sarebbe trasformata nella carneficina a cui aveva assistito.
Uscita dalla casa camminando con passo deciso percorse i pochi metri di giardino che la separavano dalla macchina sportiva di Antonio, il suo migliore amico, che ora giaceva fumante in casa sua, il suo sacrificio non sarebbe stato vano.
Il cielo era rosso sangue e il sole sembrava avvicinarsi sempre più, la radio in macchina non funzionava e dalle case provenivano urla strazianti o raffiche di fuoco. La temperatura continuava a salire e il respiro a farsi sempre più affannoso, dopo pochi minuti di strada fu costretta ad abbandonare la macchina e la sua unica fonte di refrigerio, dall’alto della collina vedeva la città avvolta dalle fiamme e il denso fumo nero riflettere i bagliori del sole tramontante. La strada era bloccata da diverse macchine che, schiantate tra di loro, bloccavano la strada. Dalle macchine incidentate provenivano lacrime e urla di dolore ma Claudia non era un dottore e, anche se a malincuore sapeva di non potersi fermare se voleva ritrovare Carlo vivo. Scendendo attraverso la strada notò un uomo trascinare una donna per strada. Non poteva stare a guardare e approfittando della concentrazione dell’uomo verso la sua preda fece fuoco. Il colpo arrivò esattamente un attimo prima che succedesse l’inevitabile. La donna piangendo le corse incontro, aveva circa la sua età, diceva di chiamarsi Alma era terrorizzata e tra le lacrime le raccontò di come i suoi genitori avessero cercato di proteggerla ma che purtroppo la loro dipartita aveva solo ritardato l’inevitabile. Prendendo la pistola del suo aguzzino le promise di aiutarla.
Il rumore di una vettura in avvicinamento le mise in allerta, rapidamente decisero di nascondersi dall’altro lato della strada, dietro gli alberi che costeggiavano la strada collinare. Un fuoristrada nero si fermò all’altezza dell’uomo a cui Claudia aveva sparato, da esso scesero quattro uomini armati. Notando il corpo appartenente ad uno di loro si misero a scrutare le vicinanze in cerca di tracce mentre uno di loro entrava nel fuoristrada. Le due decisero che era il caso di allontanarsi velocemente e sfruttando la pendenza del terreno si lasciarono scivolare cercando di farsi il meno male possibile nel terreno irto di rami e foglie secche. Il rumore allertò gli uomini che notate le donne in fuga le puntarono con le armi e iniziarono a fare fuoco.
I proiettili scheggiavano il terreno e gli sfrecciavano affianco, per evitare la raffica mortale si gettarono a capofitto oltre la carreggiata cadendo rovinosamente tra le sterpaglie.
Si schiantarono entrambe contro la cancellata aperta di un’abitazione, la caduta aveva provocato ad entrambe delle ferite, alcune anche profonde ma riuscirono ad alzarsi. Decisero di entrare nella casa perché non potevano sfuggire in quelle condizioni.
La casa era già stata aperta e nel salotto la luce del televisore illuminava i corpi della famiglia deceduta proprio lì davanti, Un’uomo era in piedi proprio davanti ai corpi, Claudia si illuminò riconoscendo il volto del suo amore segnato dalla sofferenza ma pur sempre vivo.
“Che ci fai qui?” disse correndo verso di lui e abbracciandolo.
“stavo venendo da te amore mio” rispose piangendo.
Stava per rispondere e riempirlo di domande quando da dietro sentii un rumore sordo e un forte dolore alla testa, barcollando cercò di sorreggersi a Carlo ma lui si spostò indietro lasciandola cadere per terra.
“cosa hai fatto? non doveva andare così e come mai sei con lei?” disse Carlo rivolgendosi ad Alma
“ho fatto quello che tu non avevi il coraggio di fare, ci stanno inseguendo, lasciamola qua ci penseranno loro a finirla” disse Alma spostandola con un piede di modo che volto di Claudia fosse rivolto verso l’alto “lui è mio e sempre lo è stato, grazie per avermi portato da lui”. La vista si annebbiava mentre i due mano nella mano la lasciavano agonizzante in una pozza di sangue, il cervello non controllava più il suo corpo non riusciva più a muoversi, lacrime dal sapore amaro le rigavano il volto mentre scivolava nel buio sentii entrare i loro inseguitori nella casa, e il suo ultimo pensiero fu un sollievo per non dover più soffrire, accolse con gioia le tenebre e la raffica di mitra che risuonava nelle orecchie sembrava il suono più dolce mai sentito. Dopo di esso solo il buio.
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