Una danza senza fine

In un mondo dove gli elementi non erano  semplici forze ma vere e proprie entità senzienti, tutto cercava di coesistere in pace ed armonia: Terra e Acqua, Sole e Luna, Giorno e Notte, Aria e Fuoco.

Ma ecco che un giorno l’equilibrio della Natura e di tutto ciò che governava venne messo improvvisamente alla prova.

L’Aria era libertà. Vagava senza una meta tra gli alberi delle foreste, facendone muovere delicatamente le immense fronde, ma viaggiava anche in mare sospingendo con la sua costanza le vele delle imbarcazioni. Era ovunque e da nessuna parte allo stesso tempo.

Il Fuoco, invece, era potenza, passione, impulsività. Viveva nei camini delle case, si consumava nei campi di battaglia e crepitava nei falò dei viandanti, sapeva quando doveva scaldare ma anche quando era il momento di distruggere e consumare.

C’era stato un tempo lontano in cui l’Aria era stata trafitta dallo sguardo intenso del Fuoco, ammaliata da quel calore l’aveva cercato fino a sentirlo sulla sua stessa pelle.

Ma poi si era ritratta istintivamente, come colpita da una consapevolezza nascosta che aveva vissuto in lei fino a quel momento, così aveva deciso di allontanarsi definitivamente da lui, dissolvendosi nel nulla, senza lasciare traccia.

Tempo dopo, quando i due si rincontrarono per la prima volta dopo tanto, tornarono a danzare insieme come avevano sempre fatto, come se la distanza che li aveva separati fino ad allora non fosse in realtà mai esistita.

Il Fuoco da solo viveva, scoppiettava, crepitava ma cercava sempre la compagnia dell’Aria con la speranza di divampare.

L’Aria, dal canto suo, gli concedeva il suo respiro quel tanto che bastava per continuare ad ardere ma senza mai lasciarlo bruciare veramente.

Ben presto, però, il Fuoco capì che tutto ciò non era piú abbastanza per lui così si mise a cercare l’Aria, in lungo e in largo, quando alla fine la intravide in lontananza sulla cima di una scogliera.

I lunghi capelli erano sospinti dal vento di burrasca, le vesti bianche e leggere si muovevano con lei mentre il suo sguardo pensieroso era rivolto verso il mare perdendosi in quella superficie scura che si piegava sotto il suo tocco.

“Aria” la chiamò il Fuoco mentre a passo lento si avvicinava.

Lei si voltò di scatto, i suoi occhi incrociarono quelli del Fuoco che brillavano come due pozze di oro fuso.

“Mi hai trovata, alla fine” constatò accennando un piccolo sorriso.

“Ti ho trovata perché ho sempre saputo dove cercarti” rispose il Fuoco istintivamente.

L’Aria annuì ma rimase in silenzio per alcuni secondi, assorta nei suoi pensieri, poi chiese: “Che cosa c’è che ti turba?”

“Lo sai” rispose il Fuoco bruscamente.

Ed era vero, l’Aria sapeva perchè lui era lì.

Il Fuoco si avvicinò di qualche passo, subito i suoi capelli crepitarono mentre la sua pelle si illuminò di una luce calda ma la sua postura, fiera e sicura com’era sempre stata, venne tradita dal respiro che si stava facendo sempre più denso e irregolare.

Senza pensarci l’Aria indietreggiò velocemente, avvicinandosi ancora di più all’orlo della scogliera.

Il Fuoco notò immediatamente quel gesto e con voce incrinata chiese:

“Perchè continui a fuggire da me?”

Ma l’Aria non rispose, si limitò ad osservarlo con uno sguardo tanto malinconico quanto rassegnato.

Dentro al Fuoco, però, iniziò a crescere velocemente qualcosa: un’emozione o forse un’insieme di mille emozioni contrastanti.

Era confuso, arrabbiato, affranto ma, soprattutto, era pieno di domande.

“Perchè non ti lasci mai afferrare? Perché un attimo prima danzi con me per poi allontanarti quello dopo? Ho sbagliato qualcosa? Ti ho ferita in qualche modo? Perché non possiamo semplicemente stare insieme?” chiese tutto d’un fiato, le parole gli uscirono dalla bocca come un fiume in piena.

Lo sguardo dell’Aria si addolcì ulteriormente.

“Lo sai perché” rispose lei con tono pacato.

“No, non lo so! Me lo devi dire tu, me lo devi spiegare tu così che io possa capire!” esclamò il Fuoco alzando il tono di voce mentre piccole scintille della sua stessa essenza incendiarono, senza volere, l’aria circostante.

“Perchè?” si ritrovò a sussurrare di nuovo con un filo di voce.

“Se me ne andassi per sempre tu smetteresti di esistere” spiegò l’Aria con calma.

Poi fece una breve pausa e abbassò lo sguardo, come per trovare le parole giuste per continuare, quando finalmente lo risollevò da terra un’ombra di tristezza le velò lo sguardo.

“Ma se io mi unissi a te perderei me stessa.”

Il Fuoco rimase in silenzio, fissandola per alcuni interminabili momenti; se un suo sguardo da solo fosse bastato per incendiare qualcosa, allora l’Aria avrebbe preso fuoco in quell’esatto istante.

“Perderei la mia trasparenza, la mia essenza, la mia stessa natura. Ma, soprattutto, sarei vincolata a te per sempre e mentre tu divamperesti in un ciclo senza fine io non sarei più libera. Non sarei più neanche aria” concluse alla fine mentre un sorriso amaro si faceva largo sul suo volto diafano.

Il Fuoco abbassò lo sguardo mentre alcune lacrime incandescenti gli attraversavano il volto per poi cadere e spegnersi nel terreno arido sotto ai suoi piedi.

“Quindi te ne andrai?” chiese nuovamente in un sussurro.

“Sì, non posso fare altrimenti. Ma ti prometto che sarò sempre con te, anche quando non riuscirai più a vedermi.”

Finalmente il Fuoco alzò lo sguardo che, nonostante tutto, continuava a bruciare intensamente come aveva sempre fatto.

Annuì lentamente poi, con tutta la forza che riuscì a trovare dentro di sé, fece un passo indietro.

Una lacrima traslucida solcò la guancia dell’Aria che, con un gesto leggero della mano, gli soffiò un bacio da lontano.

Dopodiché si avvicinò ancora al bordo della scogliera, rivolse un ultimo sorriso al Fuoco e disse: “Quando vorrai danzare di nuovo con me saprai dove cercarmi”.

Poi si lasciò cadere nel vuoto, infrangendosi nelle acque agitate del mare in tempesta e lasciando il Fuoco a consumarsi nel suo dolore.

Così si compì il loro destino.

Perché Aria e Fuoco non possono far altro che vivere in un limbo, destinati a rincorrersi per l’eternità e a sfiorarsi in una danza senza fine senza mai, però, riuscire a toccarsi veramente.

Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fantasy

Discussioni

  1. Hai una spiccata fantasia per le storie da questo tono poetico, ne ricordo altre scritte da te in passato che rievocavano la stessa atmosfera, seppur trattando temi differenti. Brava! 😀

  2. “Perderei la mia trasparenza, la mia essenza, la mia stessa natura. Ma, soprattutto, sarei vincolata a te per sempre e mentre tu divamperesti in un ciclo senza fine io non sarei più libera. Non sarei più neanche aria””
    Bello! Complimenti👏 👏 👏

  3. In realtà, quella che ho letto è stata una bellissima storia d’amore, la storia d’amore di due amanti che hanno danzato insieme solo una volta, ma che poi si sono dovuti lasciare e amarsi così per tutta la vita.