Una giornata frenetica e da dimenticare

Serie: Er gabbio


Per quello che aveva in mente, un terzo socio non era previsto. Per questo non diede il suo numero a Pepito e, lasciato il Coming Out, Salvo il Bello prese il telefono e compose un numero.

«Turi u beddu sono.»

«Oh, mbare, chi successi?»

«Ti ricordi di quella parte per quel film che ti avevo accennato?»

«E certo.»

«E allora raggiungimi il prima possibile che domani ci saranno le selezioni.»

«Fazzu u pienu na machina e partu lestu.»

***

Nico si stava godendo una squisita coda alla vaccinara quando arrivò l’SMS di Pepi: il suo socio, dopo cena, voleva aggiornarlo.

«Chi è?» chiese Martina, sospettando che potesse essere una ragazza.

«Tuo fratello. E dopo cena vorrebbe offrirci da bere» mentì. «Ma io al Coming Out non voglio andarci.»

«Devi farci l’abitudine: in palestra verranno un sacco di amici di Pepi.»

«Ma nun è pe’ li froci che nun ce vojo annà: è che devo guida’ e nun vojo bbere ancora.»

Rise, ma non per il linguaggio, perché non gli credette. «Beh, potremmo andarci per prendere un caffè.»

«Ma se mi prendo un caffè adesso, poi non dormo.»

«Ah, perché: finita la cena volevi andare subito a dormire?»

***

Nico arrivò a casa di Pepi alle tre di notte. Ancora si sentiva addosso l’odore di Martina. Sarebbe rimasto sotto le coperte con lei per tutta la notte, ma se insieme al suo socio non avesse sistemato al più presto la questione con il siciliano, sarebbero potuti insorgere problemi e anche grossi. E avrebbe potuto anche dire addio alla sua storia d’amore.

«Mi sa che è giunto il momento di fare quella trasferta a Napoli» disse Pepi, non appena si accomodarono al tavolo della cucina, dov’erano apparecchiate quattro strisce di coca.

Nico sospirò. «Va bene, domattina chiamerò Ciro. Intanto, hai il numero di Salvo?»

«No, e poi non conosco nessuno che potrebbe mettere il suo telefono sotto controllo.» Inalò una striscia. 

Nico, se pur tentato, rifiutò. Pensò al suo amico israeliano e al pericolo che aveva corso per lui tre anni prima e, se gli avesse fornito il numero del siciliano, sicuramente lo avrebbe aiutato.

«Però» riprese Pepi, «ho saputo al Coming Out che domani Salvo sarà a Cinecittà. Pensi di riuscire a piazzare nella sua macchina un rilevatore dopo che avrà lasciato gli studi?»

«Sì, ma tu hai quello che ci serve?»

 Pepi mostrò un sorriso a trentadue denti.

***

Quando quella mattina Romolo si vide spuntare Salvo in casa sua si sorprese, ma quando quello gli disse che necessitava di una pistola non fu del tutto una sorpresa. Poteva fornirgli una Tokarev TT-33. Per lui ogni fonte di guadagno era ben accetta, chiunque fosse il cliente.

Dopo che gli fu garantito che avrebbe ricevuto l’arma prima del crepuscolo, Salvo diede il suo numero a Romolo e andò via. Acquistò un po’ di materiale in una ferramenta e si diresse a nord. Percorse via Cassia, superando la zona ‘La Storta’, finché non si fermò a un casolare abbandonato. Poco più tardi, dopo aver percorso ottocento chilometri, arrivò Saro.

***

Alvaro precipitò dalle nuvole quando ricevette quella telefonata. Purtroppo lo aveva promesso ad Angelina e acconsentì a portare Nico con sé per una giornata di prova. Fatti alcuni interventi di manutenzione, durante la pausa pranzo Nico sparì, e Alvaro sperò che il lavoro non gli stesse piacendo così non avrebbe più dovuto portarlo appresso.

Appena finì di installare il dispositivo sulla Z4 di Salvo, a Nico squillò il cellulare e credette che potesse essere Alvaro. Meravigliato, si allontanò dalla BMW e rispose: «Dimme Romolo, che c’è?»

«Devo dirte qualcosa riguardo er tuo amico: vie’ subbito a casa mia!»

«Damme ‘n attimo e arrivo.» Corse per andare ad avvisare Alvaro, ma cambiò subito direzione non appena avvistò Salvo. Si nascose e attese che l’altro salisse in macchina, poi saltò in sella al T-Max e lo seguì a distanza tenendo un occhio sulla strada e l’altro sul telefono. Arrivati al quartiere Prati, Nico cominciò ad avere dei sospetti e, quando il Bello salì a casa di Romolo, pensò a una trappola. Posteggiò lo scooterone, si nascose e attese. Salvo uscì dal portone una dozzina di minuti dopo e Nico andò a far visita a Romolo.

«Allora, che me devi dì?» chiese non appena mise piede a casa di Romolo.

«Salvo è annato via da qui proprio un minuto fa.» Nico ne rimase sorpreso, ovviamente non per la notizia ma per l’onestà. «T’avevo detto de sbrigarte… Comunque, jo venduto ‘na pistola.» Nico stava per inveire ma Romolo lo anticipò: «’O sai che so’ senza quattrini, però t’ho procurato er numero de telefono!» disse ghignando, mostrando un foglietto di carta. Nico stava per allungare la mano, ma Romolo ritrasse la sua. «Però, almeno dieci grammi de coca me li potresti da’, no?»

«Te li porto più tardi, dammi il numero.»

«Nun farai er paraculo, vero?»

Nico lo guardò in tralice, agguantò il foglietto e andò via. Mentre si stava recando da Pepi, telefonò a Adam e gli dettò il numero di telefono. Entrò in negozio col sorriso sulle labbra, salutò tutti i presenti e fece un cenno d’intesa al socio per farsi raggiungere in ufficio. 

Martina, un po’ sospettosa, prima del fratello raggiunse Nico. «E allora? C’è qualcosa da festeggiare?»

«A parte il nostro amore dici?» Lei sorrise e lo baciò sulle labbra. «Stasera con Pepi dobbiamo andare a Napoli per vederci con l’ex proprietario della palestra.»

«Non farete tardi, vero?»

«Non so, magari ci toccherà andare a cena con Ciro.»

«Voglio che mi chiami quando arrivi e quando starai per ritornare, ti aspetterò sveglia.»

«Giulia ha bisogno di te» disse Pepi a Martina, irrompendo nell’ufficio.

Dopo aver ragguagliato il socio delle novità, Nico si recò a Trastevere per recuperare la coca per Romolo e ne approfittò per salutare sor Luigi e Serpico. Fatta la consegna, ricevette una telefonata da Adam: da quel momento tutte le chiamate di Salvo erano sotto controllo. Non dormiva dal giorno prima, in più era stata una giornata snervante per Nico e così, dopo aver accompagnato Martina a casa, prima di intraprendere il viaggio si associò a Pepi e si fece una botta. Prima di imboccare la A24 Nico visionò sul BlackBerry la posizione di Salvo e risultò nei pressi del Coming Out: strano ma non troppo. 

Non appena cominciarono ad avvistare il complesso residenziale conosciuto come ‘Le Vele’, Nico ordinò a Pepi di rallentare e, ancora prima di accostare vicino l’Alfa Romeo 147 ferma sul ciglio della strada, due scooter si affiancarono alla Porsche. Pepi stava per farsela sotto. Hulk scese dall’auto, emise un fischio e fece cenno ai ragazzi che potevano andare. Poi Ciro risalì in auto e i due lo seguirono. Intanto Nico telefonò a Martina per dirle che era arrivato, ma non ottenne risposta e la cosa non gli piacque.

Pepito rimase fuori dalla palestra per fare l’ennesima telefonata, e Ciro intuì che ci fosse qualche problema. 

«Ué Nico, avit’ aspétta’ solo fin a rimàni: ci penseranno i miei amici a risolvere e problém’ vuóst. Staje senza pensiér’.» 

«Nun so: ho paura che i problemi so’ già cominciati, e domani potrebbe esse’ troppo tardi…»

Tutto a un tratto apparve Pepi, col volto perlato di sudore e gli occhi iniettati di sangue. «Dobbiamo andare, subito!»

«Ché succies’?»

«Quel bastardo ha preso mia sorella!»

In autostrada la lancetta non scese mai sotto i duecento chilometri orari. Nico intanto controllò la posizione di Salvo e in quel momento si trovava nelle campagne a nord di Roma. Arrivarono di fronte casa di Martina poco prima delle due di notte.

«Ti seguo» disse Pepi, appena Nico montò sul T-Max.

«No!»

«Ma…»

«Fidati: è mejo se vado da solo.»

A più di cento metri dall’arrivo nascose lo scooterone, prese un coltello da caccia dal vano sotto la sella e proseguì il sentiero buio a piedi. Non appena apparve un filo di luce dal portoncino, Nico riuscì subito a nascondersi dietro un cespuglio a poche decine di metri dal casolare.

«Senti: io non ci resto qui a morire di freddo!» urlò Salvo a qualcuno dietro di sé. «Va bene, domani ti porto una stufa a gas: basta che non mi scassi più la minchia!» 

Fu un miracolo che quel legno così tarlato non andò in frantumi, ma il portoncino sbatté così forte che pure i piccioni che stavano appollaiati sul tetto svolazzarono via, e Nico trasalì più per il frullio delle ali che per il botto.

“Maledetti piccioni! Er primo che s’avvicina l’affetto ‘n due.” 

Il sentiero venne illuminato dai fari della Z4 e quando Nico non udì più nessun rumore, a parte il tubare dei volatili, uscì dal suo nascondiglio.

Saro bestemmiò quando udì bussare e dovette uscire da sotto le coperte. Prese la lanterna a olio e, pensando che potesse essere Turi, lasciò la Tokarev lì dov’era. 

«Chi minchia c’è…» Le parole gli morirono in gola quando aprì e si ritrovò di fronte quel colosso alto quasi due metri. Ricevette un pugno sullo zigomo e una frazione di secondo dopo una gomitata sul naso che lo fece volare all’indietro, finendo sul tavolo e lasciando cadere per terra la lanterna a olio.

La tovaglia prese subito fuoco e Nico afferrò l’uomo e lo sbatté contro il muro.

«Dov’è!» sbraitò.

«Di là, nella stalla.»

Nico lo mollò. La macchia d’olio continuava a bruciare e il tavolo in legno cominciò a prendere fuoco. Il siciliano fuggì e Nico corse da Martina.


Serie: Er gabbio


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Discussioni

    1. Grazie per essere arrivato fino alla fine, Tony. A dire il vero un epilogo esiste, dove metto in chiaro cosa succede in seguito. Ho dovuto sfruttare tutti e dieci gli episodi e per adesso dobbiamo accontentarci, più in là vedrò di scrivere una seconda stagione. Comunque ho pubblicato l’e-book: oltre all’epilogo lì ci sono alcune modifiche che hanno riempito qualche buchetto.

  1. Ciao Ivan. Eccoci finalmente all’episodio di fine stagione! Ma… come andrà a finire? Cosa succederà a Martina? E Nico che corre da lei? Quante domande, quanta curiosità! Mi associo a Micol… urge la seconda stagione! 🙂

    1. Ciao Peppe, grazie per essere arrivato fino alla fine. Ovviamente Martina è salva e sta bene, ma chissà se Nico metterà la testa a posto dopo la vicenda. Sto lavorando alla pubblicazione di un e-book dove la storia sarà più completa, poi forse lavorerò a una seconda stagione, vedremo…

  2. Ciao Ivan. Non puoi assolutamente lasciarci così! E Martina? Nico, metterà la testa a posto? (lo so, sono ripetitiva ma ci tengo a quel ragazzino) Urge la seconda stagione ;D

    1. E se ti rispondessi “fiori d’arancio”? Ehehehe Comunque dipende da Pepito, sta a lui far sì che Nico metta la testa a posto, ma quello ha nemici ovunque…

    1. Ale, non preoccuparti, non ci vuole granché a liberare una donna legata e imbavagliata… Neanche i piccioni hanno fermato Nico. Grazie per essere arrivato fin qui.