Una notte nel bosco

Serie: I cani della Valle del Pastore


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: I piccoli Samuele e Manuele stanno scoprendo la Valle del Pastore, un luogo di luce e bellezza. Ma un misterioso bosco incombe grigio ai margini del pascolo, nascondendo segreti e pericoli. Ora, i due cuccioli stanno per avventurarsi proprio dove non dovrebbero.

«Samuele!»

La voce di Manuele era sussurro nella quiete del fienile. Con il muso spingeva Samuele perché si svegliasse.

«Samuele! svegliati.»

«Che c’è?»

«Sssh! Sveglierai Mariù.»

Samuele aprì gli occhietti e guardò fuori dalla finestra. «È ancora notte.»

«Lo so. È il momento perfetto» disse Manuele con voce eccitata.

«Il momento perfetto per cosa?»

«Per entrare nel Bosco Grigio.»

Samuele fissò Manuele. «È vietato» disse secco.

«Oh su, dai. Non andremo mica a viverci. Voglio solo dare un’occhiata.»

«No, Manuele.»

«Non mi dirai che hai paura?»

«Non ho paura!»

«Sssh!»

Si appiattirono nella paglia e controllarono che Mariù non si fosse svegliata.

«È pericoloso, Manuele.»

«Non voglio andare nel cuore della foresta. Daremo solo un’occhiata ai confini, promesso. Torneremo prima dell’alba. Non lo saprà nessuno.»

I due cagnolini si scambiarono uno sguardo d’intesa e corsero silenziosi verso l’uscita del fienile. Attraversarono il piazzale e raggiunsero il grande albero scendendo le scale fino al pascolo. L’erba era umida e fredda, ma abbastanza alta da nasconderli dalla luce della luna.

Superarono in silenzio le case del gregge e si lasciarono alle spalle la collina, correndo veloci lungo il prato finché davanti a loro non comparve la foresta. Gli alberi erano immobili e silenziosi e i cuccioli li guardavano con una curiosità inquieta.

«Non sembra pericoloso» disse Manuele.

«Non sono gli alberi ad essere pericolosi, ma i lupi che ci sono dentro.»

«Vorrei tanto vederne uno» disse Manuele.

«Stai scherzando?» lo rimproverò Samuele.

«Vorrei solo vedere come è fatto.»

Così dicendo superarono il primo alberò ed entrarono nel bosco. La foresta era buia, con una leggera foschia che aleggiava bassa attorno ai tronchi. Girovagarono tra gli alberi mentre la notte si infittiva, quasi dimenticandosi di dove si trovavano finché improvvisamente udirono un rumore. Era simile a dei passi su foglie e ramoscelli. Il suono veniva da oltre gli alberi, sulle rocce sopra di loro. I cuccioli con la coda tra le zampe dalla paura si misero uno accanto all’altro.

«Chi è là?» urlò Samuele.

«Sciocco per due cuccioli come voi andare in giro per la foresta dopo il tramonto» disse una voce.

Manuele tremava accanto al fratello e cercava quasi di nascondersi dietro i bassi fili d’erba. Samuele terrorizzato riuscì ad abbaiare con quanta più forza aveva: «Chi sei? Fatti vedere!»

Da dietro un albero comparve una figura scura ammantata di un pelo crespo. Camminava guardingo e il muso allungato incorniciava due occhi leggermente sporgenti in un’espressione di sorpresa e sospetto. Così per la prima volta Samuele e Manuele videro da vicino un lupo del Bosco Grigio e ai loro occhi sembrò imponente e freddo.

«È il lupo che abbiamo visto con il Pastore» sussurrò Manuele con voce rotta.

Samuele prese fiato e abbaiò: «Cosa vuoi?»

«Abbassa la voce» ordinò il lupo. «Non voglio farvi male.»

«Tu sei un lupo» disse Samuele quasi a dirgli che non credeva alle sue parole.

«Hai occhio» convenne il lupo sbeffeggiandolo. «Ma di certo non sei molto astuto se entri con il tuo amico nella foresta di notte. Vi consiglio di tornare al pascolo e di non entrare più qui, se non volete farvi male. Poi il Pastore ne avrebbe a dispiacere.»

«Tu sei amico del Pastore?» chiese Manuele.

Il lupo lo guardò interrogativo. «Non mangio le sue pecore né i suoi cani se è questo che vuoi sapere. Dunque smettetela di tremare, vi ho detto che non vi farò del male. Ora venite con me.»

Il lupo passò loro affianco e li superò camminando verso est. «Cosa state aspettando? Vi condurrò fino al confine del bosco.»

Manuele fece per seguirlo ma Samuele lo fermò.

«Non possiamo fidarci.»

«Non mi sembra cattivo. Vuole solo accompagnarci» disse semplicemente Manuele.

«E se non fosse vero? Se fosse una trappola? E se…»

Ma Manuele lo interruppe sbuffando. «Dai Samuele, smettila. Torniamo a casa.»

Presero allora a seguirlo. Samuele camminava misurando ogni passo perché la distanza tra loro e il lupo non si accorciasse. Manuele invece aveva il muso alto e gli occhi curiosi posati sul loro insolito accompagnatore. Tentava di avvicinarsi per vederlo meglio, ma Samuele lo strattonava e lo teneva vicino a sé.

«Perché siete entrati nel bosco?» chiese improvvisamente il lupo senza smettere di camminare.

«Volevamo solo dare un’occhiata» rispose Manuele.

«Non vi hanno forse messo in guardia riguardo a questo posto?»

«Non abbiamo paura» rispose Samuele con tono di sfida.

«Molto stupido. Non tutti quelli che vivono qui vi accompagnerebbero fino alla Valle se vi trovassero a girovagare di notte.»

«Ti abbiamo visto ai confini del bosco qualche giorno fa» disse Manuele. «Parlavi con il Pastore.»

Il lupo si voltò improvvisamente ringhiando come se fosse pronto a sbranarli e i cuccioli si acquattarono a terra spaventati. «Non mettete il muso in affari che non vi riguardano» urlò. «State fuori dal bosco se non volete che vi succeda qualcosa di brutto.»

«Avevi detto che non mangi i cani» guaì Manuele.

«Infatti» confermò il lupo riprendendo il cammino. «Venite, siamo quasi arrivati.»

Gli alberi iniziarono a diradarsi, finché si aprì davanti a loro la Valle sotto le stelle.

«Siete arrivati» disse il lupo fermandosi.

Manuele lo ringraziò provando a sorridere poi guardò Samuele con insistenza perché facesse lo stesso. Ma egli tacque.

«Smettetela di andare a caccia di guai» disse il lupo allontanandosi.

«Aspetta» lo fermò Manuele. «Come ti chiami?»

«Me lo chiedi per venirmi a dare la caccia quando sarai grande?» chiese il lupo in tono di sfida.

«No… io… volevo solo sapere il tuo nome.»

Il lupo lo fissò con aria stranita, come se non capisse la sua richiesta o cercasse di ricordare la risposta. «Nel bosco mi chiamano in molti modi. Ma il Pastore una volta mi ha chiamato Nicodemo.»

«Se te l’ha dato il Pastore, allora Nicodemo è il tuo nome. Io ti chiamerò Nicodemo» concluse Manuele.

Il lupo li guardò severo. «Non entrate nel bosco» concluse con voce ferma per poi sparire nella foresta.

I due cuccioli rimasero silenziosi.

«Ce la siamo vista brutta» disse Samuele.

Manuele rise. «Non è andata poi così male. Ci siamo fatti anche un nuovo amico.»

«Sei impazzito? Quello è un lupo!»

«Si lo so, Samuele. Continui a ripeterlo.»

«Perché sembra che tu non l’abbia ancora capito.»

«Ho capito. Però parlava con il Pastore l’altro giorno.»

«E allora?»

«Forse è un suo amico.»

Samuele non fece in tempo a rispondere che una figura scura e imponente li sovrastò nera e minacciosa abbaiando furiosa.

Serie: I cani della Valle del Pastore


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Fiabe e Favole

Discussioni

  1. Prima o poi doveva accadere, come tutti i cuccioli, anche Samuele e Manuele sono stati attirati da ciò che gli è stato proibito. Nicodemo e un personaggio interessante, non sembra malvagio fino in fondo e credo abbia una sorta di “patto” o segreto con il Pastore. Ma forse sono congetture. Il fatto che ha ricevuto un nome significa che avrà un ruolo nella storia…

    1. Questo bosco darà di che pensare soprattutto a uno dei due protagonisti, Ma piano piano si scoprirà che ben più di qualcuno ha un legame con esso, perfino il Pastore. Ancora grazie Irene