Una sera, una cagnolina.

Quando sono entrata in quella casa mi ha colpito la luce e l’arredamento che già a prima vista si mostrava curato nei dettagli. Visto il caminetto e lo specchio sovrastante mi sono affrettata a fare quanto mi era stato ordinato dal mio Padrone: appoggiarmi con le mani sullo specchio e allargare le gambe, tenendo gli occhi chiusi. In breve ho sentito il rumore dei passi del mio Padrone scendere dalle scale. Quando si è avvicinato mi ha alzato il vestito e leccato delicatamente il collo. Sentivo dei brividi lungo la schiena.

Il mio Padrone poi si è un po’ allontanato per farmi delle foto e mi diceva si spingere il sedere indietro, di allargare di più le gambe, di alzare il vestito. Lasciata però sola, lontana da Lui, mi sentivo come imbarazzata, ancora con la mente legata a quello che c’era fuori dalla porta di quella casa. Sentivo il desiderio di averlo vicino per abbandonarmi ancora al Suo calore ma al tempo stesso volevo essere la modella per le Sue foto nel miglior modo possibile.

Siccome avevo lasciato una borsa in auto, il mio Padrone è uscito per andare a prenderla e mi ha detto che potevo andare al bagno. Quando è tornato ero di nuovo nella posizione iniziale. Allora Lui mi ha permesso di visitare la casa, dicendomi prima di togliermi le scarpe.

Era una casa piccola, molto curata nei dettagli. Si vedeva che era una casa antica ma ristrutturata. Il pavimento del primo piano era di legno grezzo e mi piaceva camminarci a piedi nudi. C’era una sola camera da letto con un grande specchio sulla parete. Al secondo piano una grande e luminosa stanza mansardata si apriva appena salite le scale, anche queste in legno. C’era un divano con un tavolo basso, un letto matrimoniale, ampi spazi e travi in legno dipinte di bianco.

Una volta scesa al piano terra il mio Padrone mi ha detto di preparare un bagno. Al piano terra infatti il bagno aveva una vasca idromassaggio. Ho così aperto l’acqua nella vasca e sono stata ad aspettare che si riempisse. Quando il mio Padrone è entrato nel bagno, visto che la vasca era già abbastanza piena, mi ha detto di entrare e quasi subito dopo è entrato anche Lui. Mi ha fatta sdraiare sulle Sue braccia e mi lavava. Mi sentivo sempre meglio in quell’atmosfera nuova e stimolante, insieme al mio Padrone stupendo. Sapevo che avremmo dormito in quella casa e che quindi avevamo tutto il pomeriggio, la sera, la notte, il mattino del giorno dopo per stare insieme e ne ero molto felice!

Nella vasca il mio Padrone ha voluto prendermi, facendomi mettere a cavalcioni sulle Sue gambe. Sentivo che mi riempiva la fica mentre l’acqua della vasca ondulava ai nostri movimenti e anche se non avevo lo spazio per muovermi come avrei voluto mi sembrava di essere dentro ad un paradiso tutto nostro.

Dopo un lungo bagno, fatto di tanta schiuma, morsi, carezze e penetrazioni, il mio Padrone ha voluto uscire dalla vasca. Sono uscita subito dopo anch’io. Lui si è preso cura di me, asciugandomi i capelli bagnati mentre mi teneva in ginocchio e rendevo omaggio con la bocca al Suo bellissimo Cazzo.

Una volta asciugati Lui si è vestito con un comodo pigiama blu che gli stava benissimo ed io, naturalmente nuda, avevo il compito di preparare il pranzo.

Per l’occasione il mio Padrone mi aveva portato un grembiulino bianco, da servetta.

Non c’era molto da preparare, visto che avevo tutto pronto, ho solo riempito i piatti dell’insalata di farro che avevo portato e ho preparato un improvvisato vassoio. Il mio Padrone intanto era salito e mi attendeva al secondo piano.

Salire quelle scale strette con il vassoio in mano indossando il grembiulino era per me come salire le scale della felicità!

Mi sono quindi seduta a terra, accanto al mio Padrone che stava seduto sul divano. Lui mi imboccava e mi sentivo come una cucciola accudita e coccolata, non avevo bisogno di niente altro. Non ricordo se è stato in questo momento che il mio Padrone mi ha detto che di lì a poco sarebbe arrivato il mio nuovo Padrone. Avevo pensato, prima di partire da casa, che avremmo potuto non essere soli ma una volta entrata in casa non ci avevo più pensato. La notizia aveva aspetti negativi e positivi e non mi sentivo né dispiaciuta né particolarmente felice. Avrei voluto però riposare un pochino prima dell’arrivo del mio nuovo Padrone, che non vedevo da diversi mesi, perché mi sentivo stanca e avevo sonno.

Così il mio Padrone mi ha concesso di stendermi sul tappeto e Lui si è messo accanto a me. Una decina di minuti così, tra le Sue braccia, sono stati più che sufficienti per riprendere le forze. A quel punto, e visto che ormai il mio nuovo Padrone stava per arrivare, il mio Padrone mi ha detto di riportare al piano di sotto i piatti, mettere il vestito e le scarpe ed aspettarlo appoggiata al tavolo della cucina. Dopo un’attesa che mi era sembrata lunga, tanto che mi sono chiesta se avessi capito male, il mio Padrone è arrivato e dopo avermi presa brevemente mi ha fatto bere il Suo prezioso seme, caldo e denso.

Poi mi ha lasciata sola. Dovevo aprire la porta al mio nuovo Padrone, accoglierlo e andare poi verso il caminetto per mettermi nella posizione iniziale. Ero quindi accanto alla porta, in felice e curiosa attesa, quando ho visto arrivare il mio nuovo Padrone. Mi sono affrettata ad aprire la porta, che era chiusa a chiave, e quando me lo sono trovata davanti ho tenuto lo sguardo basso e sorridendogli gli ho detto che ero felice di rivederlo. Subito Lui mi ha abbracciata forte e mi ha detto che era passato troppo tempo, tre mesi, dall’ultima volta. Bruscamente, afferrandomi i capelli, mi ha fatta inginocchiare e appoggiare la testa sul pavimento. Mi ha lasciata in quella posizione per qualche minuto. Nel frattempo il mio Padrone era sceso dalle scale e parlava con Lui. Non sentivo e non volevo sentire, volevo solo essere una brava schiava e stare immobile al mio posto: questa è la mia felicità.

Poi il mio nuovo Padrone si è avvicinato a me, mi ha afferrata al viso e tenendomi così mi ha esplorata: ha controllato con un cotton fioc dentro le orecchie e dentro al naso. Poi mi ha aperto forzatamente la bocca e ha guardato bene dentro, scoprendomi i denti. Mi sentivo come un oggetto da valutare e provavo una quasi sconosciuta umiliazione, resa ancor più acuta dalla insensata preoccupazione che mi trovasse sporca.

Dopo avermi trovata in ordine il mio nuovo Padrone ha cominciato a toccarmi fra le gambe e a afferrarmi i capezzoli stringendoli forte e verso l’alto. Credo che mi abbia strappato più di un grido anche se in quel turbinio di sensazioni non riconoscevo bene il dolore dal piacere. Naturalmente non era solo un piacere fisico, che Lui sapeva darmi con le Sue mani, ma soprattutto quel particolare piacere mentale dell’essere schiava. Nel frattempo il mio Padrone era lì accanto e ci guardava. Ho scoperto solo dopo, quando ho avuto il piacere di vedere le Sue foto, che stava anche fotografando, ma io non me ne ero accorta per nulla.

Dopo questo lungo e travolgente momento, il mio Padrone mi ha presa in consegna e mi ha accompagnata al piano superiore dove ad attendermi c’era la trave. A quella trave il mio Padrone mi ha legata, attraverso i conosciuti polsini. In quella posizione dovevo stare forzatamente sulla punta dei piedi o le braccia mi si stiravano al punto da farmi male. Nonostante questo, o meglio dire anche per questo, in quella situazione stavo benissimo e mi sentivo viva e felice.

Preso il flog in mano il mio Padrone mi ha colpita forte, più volte, facendomi gridare. Ora ricordo solo la passione e i brividi, ricordo il piacere intenso di quell’atto di unione e per nulla il dolore.

Sarebbe bello riuscire a vivere certi momenti con la lucidità che potrebbe permettere di descriverli attentamente, descrivere quello che accade ma anche quello che si prova. Ma il coinvolgimento è stato tale che ora di quel momento ho le idee confuse e tutte si incontrano in una indescrivibile grande gioia.

Quando il mi Padrone ha lasciato per qualche minuto la stanza lasciandomi ancora così legata mi sono resa conto che quella posizione stava diventando intollerabile. Se tenevo i piedi a terra sentivo dolore alle braccia, se li alzavo sentivo le gambe indolenzite, ma sono rimasta pazientemente così fino al Suo ritorno.

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Discussioni

  1. Ti faccio i complimenti per come hai raccontato queste scene: hai saputo mantenere alto il livello di erotismo, senza mai sconfinare nel volgare, e non è affatto banale.
    Personalmente ho apprezzato anche il fatto che la narrazione parta quasi già nel pieno dell’azione: non conosciamo i personaggi, non sappiamo il loro iter, il percorso che li ha portati fin lì, ma dalle parole della protagonista-narratrice li inquadriamo in fretta (magari può essere più difficoltoso per chi è estraneo a queste situazioni, forse).