Uno stupido pensiero 

Come la spieghi la sensazione che hai dentro, quella quando non vuoi parlare perché i pensieri sono così troppi che vorresti esplodere, quella voce nella testa che non smette di ripetere che sei la causa del tuo stesso dolore. Ma una persona può soffrire così tanto? Bisognerebbe che qualcuno ci insegnasse a essere forti in determinate situazioni per non crollare e chiudersi in sé stessi. Invece ci regalano l’amore, l’affetto e la gioia così che, un giorno possano pugnalarci alle spalle. E allora che senso ha dare tutto questo amore se poi ci si ritorce contro?

Vorrei trovare un senso a tutte queste parole, a tutte queste domande che urlano nella mia testa, ma non ne trovo una causa, una ragione, una via d’uscita. Così mi ritrovo sola, perché da sola riesco a non ferire nessuno. Ogni tanto penso di essere nata con un solo scopo; quello di rovinare sempre tutto, di non essere mai all’altezza degli altri, di far appassire ogni cosa che tocco. Ma la cosa peggiore è convivere con questo dolore. Avere sempre quella sensazione di malinconia e tristezza, di sentirsi l’oggetto più inutile di questo universo. Che poi ci penso, è talmente grande il mondo, che tra tutti i pianeti, le stelle e le persone, proprio a me doveva capitare. E mi chiedo cosa c’è di tanto malvagio in me da meritare questo.

Però poi sarei egoista perché il mio dolore o problemi non saranno mai gravi quanti quelli degli altri. Allora mi chiedo, perché bisogna sempre fare un confronto? Perché l’essere umano deve essere tanto ipocrita. Per una volta vorrei essere al centro di tutto, essere l’emblema della situazione senza pensare agli altri e sentirmi inferiore perché i loro problemi sono più grandi. È qui che sbagliamo tutti, ogni infelicità ha la sua causa e, piccola o grande, bisognerebbe trattarle allo stesso modo. Dovrebbe esserci una cura che funzioni veramente, ma la realtà è che essa è destinata solamente a coloro che sceglie la società. Se non rientri in tale categoria sei semplicemente esagerato e alla ricerca di attenzioni.

Ciò mi duole il cuore perché non riesco ad esprimermi se non lasciando che le mie dita schiaccino pulsanti componendo parole che possano spiegare il dolore del mio cuore. Mi rifugio nella mia testa con questo silenzio che mi circonda. provo a stare meglio, a fingere che vada tutto bene per non far preoccupare i miei amici, ma la verità è che non voglio dire a nessuno di loro quello che sento. Starebbero male per me e non voglio compassione, mi sentirei in colpa. Forse dovrei smetterla di assumermi tutte queste colpe, ma non ci riesco. Sono come un magnete che attira a sé il dolore altrui, cercando di aiutarli causando però, più dolore verso di me.

Voglio stare sola, anche se non lo sono. Il cuore mi batte sempre, anche se per certi versi prego che sia l’ultimo. L’ansia mi sale, voglio farmi male ma non mi è concesso. Allora grido dentro di me serrando la mascella, uno sguardo spento e triste, il tremore alle mani, i pugni serrati e la voglia di strapparmi la pelle.

Un respiro profondo e della buona musica risolverà tutto, almeno per un po’. Inizia così un ciclo che non finisce mai. Ci vuole l’abbraccio giusto, o meglio, il battito di un altro cuore che si sincronizzi al tuo. Un suono quasi melodico che culli i tuoi pensieri. Ma non posso fidarmi perché un giorno potrebbe non battere più. Perciò mi affido alla solitudine, cerco di tenere a bada il mostro che c’è in me, anche se sogno il suo risveglio la notte.

Mi cullo da sola con il silenzio che m’abbraccia, finche non m’addormento e rimango intrappolata con il mostro che mi divora.

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