Vacanza in montagna
Serie: Famiglie
- Episodio 1: Vita in famiglia
- Episodio 2: Tanti dubbi
- Episodio 3: La bella notizia
- Episodio 4: Profondità
- Episodio 5: Dialogo sotto le stelle
- Episodio 6: Una giornata con Nicola
- Episodio 7: Vacanza in montagna
STAGIONE 1
L’anno successivo, una mattina di fine maggio, Carlo mi chiamò mentre stavo tornando a casa dal lavoro. Ci eravamo sentiti spesso nell’ultimo anno, dopo la nascita di Samuele, ma eravamo riusciti a vederci solo un paio di volte, anche se quando ci incontravamo era come se le nostre conversazioni riprendessero esattamente da dove si erano interrotte.
«Sono a Veltara per qualche giorno,» disse, «Paola e il bambino stanno bene, ma avevo bisogno di venire a salutare i miei. Se ti va possiamo vederci.»
Non ci pensai neanche un secondo e dissi: «Certo, io sono libero anche stasera».
«Certo, va bene, facciamo al solito posto.»
Il “solito posto” era il bar del centro dove ci incontravamo fin dai tempi dell’università. Quando arrivai, Carlo era già lì, seduto al tavolo d’angolo con un’espressione stanca ma rilassata, si alzò appena mi vide, mi venne incontro con un sorriso sincero.
«Ti vedo bene», dissi.
Lui rispose ridendo: «Non dormo da giorni, ma sopravvivo. Samuele è una specie di esperimento continuo: quando finalmente capisci un ritmo, lui lo cambia».
Ci sedemmo, e ordinammo due birre, mentre lui mi osservava contento di vedermi.
Poi mi chiese: «E tu?» mi chiese. «Come va Adele? E il piccolo?»
«Bene, cresce in fretta e ogni giorno impara qualcosa di nuovo.»
Carlo rise piano, e disse: «Già, è incredibile quanto cambino in fretta, ti fa capire che il tempo corre anche per te».
Parlammo a lungo del bambino e Carlo mi mostrò qualche foto prese dal portafoglio: il piccolo Samuele dormiva con una mano sulla guancia, un’espressione assorta che sembrava già raccontare un mondo interiore.
Poi Carlo disse: «Quando lo guardo, mi chiedo che persona diventerà e cosa sarò io, per lui: ho sempre paura di non essere all’altezza».
«Anch’io all’inizio ero terrorizzato, poi ho capito che bastava esserci, ascoltare, anche nel silenzio».
Carlo annuì, ma il suo sguardo restò distante per un momento, come se stesse pensando a qualcosa difficile da dire.
Il bar si era riempito piano di voci, di chiacchiere leggere. Fuori, la sera stava scendendo veloce, e le luci dei lampioni si riflettevano nei vetri.
Poi, abbassando leggermente il tono, Carlo disse: «Paola sta cercando di continuare con la ricerca, ma è dura: contratti brevi, fondi sempre incerti, prospettive vaghe. Io sto cercando di avere un avanzamento di carriera per avere un aumento in modo da compensare un po’».
Annuii, ma sentivo che era preoccupato così gli dissi: «Capisco la situazione, ma tu volevi trovare un ruolo in un ambito aeronautico, mentre lì dove sei fai tutt’altro».
«Si, è vero, ma adesso con il bambino e l’incertezza di Paola mi rendo conto che forse è ora di essere più pratici e concreti».
Sembrava cercare di convincere soprattutto se stesso.
«E tu? Come va in azienda?» mi chiese.
Sorrisi in modo vago e risposi: «Non mi posso lamentare, però a volte sento un senso di vuoto nel petto, come se mi mancasse qualcosa, ma non riuscissi ancora a individuare cosa».
Carlo sorrise: «Tu non sei mai stato uno da compromessi facili e quindi sicuramente qualcosa non ti soddisfa».
Restammo un po’ in silenzio, osservando la piazza, poi mi venne un’idea e dissi: «Perché non ci facciamo una settimana in montagna insieme? Noi quattro. O meglio, cinque, con i bambini. Non serve un posto lussuoso, basta una casa semplice, un po’ di aria buona, passeggiate. Sarebbe bello vederli giocare insieme, e magari riuscire a fare un’escursione come ai vecchi tempi, quando ero riuscito a portarti sui sentieri del Conero e una volta persino sulle Dolomiti».
Lui mi guardò con la sua espressione raggiante: «Sai che non è una cattiva idea?»
Affittammo una casa in una piccola valle laterale, sul versante lombardo del Parco dello Stelvio e arrivammo a metà luglio. Era una costruzione in pietra, semplice e accogliente, con un prato davanti e il suono di un torrente in lontananza. Aveva una stufa in pietra, una cucina in legno massiccio e due camere da letto: dormivamo un po’ stretti, ma in quel luogo tutto era più facile. Paola e Adele si erano sempre viste in brevi incontri, ma lì si trovarono subito in sintonia: parlavano molto durante le passeggiate con i bambini, sedute su una coperta sotto il sole o nei pomeriggi più freschi, con una tazza di tisana tra le mani. Io e Carlo facevamo colazione sotto il portico, con tazze di caffelatte e fette di pane bruciate nel tostapane. In quei momenti condividevamo i pensieri in lunghe chiacchierate, destinate a continuare nelle camminate sui sentieri. I piccoli, incredibilmente, si adattarono subito al ritmo lento, giocando con pigne, bastoni, formiche e pozzanghere, come se fossero cresciuti lì da sempre.
Serie: Famiglie
- Episodio 1: Vita in famiglia
- Episodio 2: Tanti dubbi
- Episodio 3: La bella notizia
- Episodio 4: Profondità
- Episodio 5: Dialogo sotto le stelle
- Episodio 6: Una giornata con Nicola
- Episodio 7: Vacanza in montagna
Molto bello, mi è piaciuto!