VINTAGE

Adelio conosceva quasi tutti nel piccolo paese, dove era nato e cresciuto; parenti però non ne aveva. Rimasto orfano in giovane età si era rimboccato le maniche, e aveva tirato avanti con fatica e dignità. Gli toccò cambiare più volte lavoro; sudando e bestemmiando riuscì a farsi una casetta, con un piccolo orto nel retro. Alla fine, quasi per misericordia, aveva agguantato la pensione che, anche se modesta, gli permetteva di campare.

Adelio era basso di statura, molto magro e assai tirchio. Si muoveva a scatti, come una marionetta di Arlecchino, ed era sempre di fretta. Soldi da parte non era riuscito a metterne, quindi risparmiava su tutto ciò che poteva, in particolar modo nell’abbigliamento. Eppure, si vantava di avere due armadi pieni di capi di vestiario. Ed era la verità. Ma nemmeno un berretto era stato acquisito con il suo denaro.

Da anni utilizzava un ‘sistema’ che all’inizio si rivelò di qualche difficoltà, ma con il tempo ebbe il beneplacito dell’intero paese.

Adelio partecipava ad ogni funerale, di persone più o meno in confidenza. Dopo le esequie faceva visita alla vedova (i vedovi erano pochissimi, e comunque li scartava) per porgere sentite condoglianze. Dopo le consuete frasi di circostanza, spostava il discorso sugli abiti del defunto. Era un peccato, diceva alla addolorata signora, che rimanessero chiusi nell’armadio, in balia delle tarme. Meglio farli vivere ancora… Al suono di quel verbo spesso la vedova si metteva a piangere, per cui smise in fretta di adoperarlo. Tornava poi dopo qualche giorno, con un grande sacco di tela. A volte trovava già gli indumenti piegati e ordinati sul letto matrimoniale, dalla parte del deceduto. Altrimenti saliva egli stesso sulla sedia per tirare giù camicie e giacche: in quel caso cercava di tenersi anche gli appendini.

Così Adelio girava per il paese con pantaloni dall’orlo ripiegato tre volte, giacchette che gli stavano lunghe come paltò, scarpe piene di cotone in punta, cappelli che gli calavano continuamente sugli occhi. E questo perché nessun aggiustamento apportava ai capi di vestiario: per rispetto al trapassato, lui diceva; per taccagneria, sostenevano in paese. Egli aveva una taglia da bambino, quasi, e difficilmente trovava qualcosa che gli andasse a pennello.

Capitava che, a distanza di settimane, qualche signora ancora in lutto riconoscesse il cappotto del marito, e sentisse uno struggimento al cuore. Ma poi, vedendolo nuovamente girare per strada, ne ricevesse conforto e lo salutasse, con una sommessa preghiera.

Se poi Adelio entrava in osteria con il giubbotto di Zito, il cacciatore, tutti si rattristavano pensando a che morte stupida avesse fatto, il povero Zito: impallinato dietro ad una siepe mentre liberava l’intestino, scambiato per un cinghiale.

In chiesa, alla messa domenicale, era sempre bene accolto dai fedeli, specialmente se indossava le vesti di qualche notorio miscredente, passato a miglior vita.

In una fredda notte di gennaio, Adelio morì durante il sonno, forse per un infarto. Lo rinvenne, soltanto due giorni dopo, un ex carabiniere in pensione, che non lo aveva visto al solito tavolo per la briscola del lunedì sera.

La notizia si sparse subito in paese; fu deciso di fare una colletta e incaricare il sarto Franchino di confezionargli un bell’abito su misura. La scelta cadde su una stoffa morbida e lucida di colore blu scuro, quasi nero. La salma rimase un giorno intero nella cassa aperta: i compaesani a stento lo riconoscevano, così elegante, sbarbato e ripulito; sembrava pure più lungo, che visto in piedi.

Dopo il funerale, il sacerdote fu autorizzato dal brigadiere Pietruzzo a svuotare i due armadi di Adelio: tutti i vestiti furono caricati su un furgone della Caritas. Cappotti, camicie, pantaloni, sciarpe, cappelli presero il volo. Ma nessuno li vide più, girare per le vie del paese.

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Discussioni

  1. arrivo un po’ tardi ma voglio farti lo stesso i complimenti per questo racconto. Ho letto che in parte è una storia vera, il che non mi sorprende, considerando che è dalla realtà che vengono le storie e non il contrario. Forse tu, come dici, non conosci molto Pirandello, ma si potrebbe immaginare che il signor Adelio lo abbia imparato a memoria.

    1. Ti ringrazio, Francesca.. il ‘visitatore di vedove’ esiste.. mio ex collega.. ma dubito conosca Pirandello..però
      sicuramente degno di una sua novella 😉

  2. Che bella scrittura liscia e pulita, direi verista, per una storia che sembra proprio ‘di paese’, di quelle che tutti conoscono e a cui ciascuno ci attacca un pezzettino. Sarei curiosa di sapere se un Adelio si sia veramente aggirato nella tua piazza. Bravissimo