2 – La luce del mattino
Serie: Obbedienza
- Episodio 1: 1 – Arrivo
- Episodio 2: 2 – La luce del mattino
STAGIONE 1
La luce del mattino entra dalla finestra e si posa sul tavolo in strisce sottili. Riccardo sfiora il bordo del giornale con un gesto che non richiede attenzione. Il profumo del caffè riempie la cucina, un aroma denso che rimane nell’aria.
Il passo di Felicia arriva piano dal corridoio. Prima un fruscio, poi il tocco leggero dei piedi sul pavimento riscaldato. Appare sulla soglia con il camice grigio ben chiuso in vita, i capelli ancora umidi che le scendono sulle tempie. Si ferma un istante, lo sguardo basso, le mani unite davanti al grembo.
«Buongiorno.»
La sua voce ha una consistenza fragile, ma non si spezza.
Riccardo indica la sedia. Felicia avanza e siede con cautela, la schiena diritta. Il camice si solleva sulle ginocchia e lei lo sistema subito, con un gesto misurato che tradisce un’attenzione assoluta al dettaglio.
Lui versa il caffè. La tazzina tintinna sul piattino. Felicia la prende con entrambe le mani, il bordo caldo che le scalda le dita. Beve un sorso minuscolo e riabbassa lo sguardo.
«Oggi ti mostro le mansioni.»
La voce di Riccardo è priva di sfumature. Registra un fatto.
Felicia annuisce.
«Sì, signore.»
Riccardo le porge il foglio stampato: orari, compiti, superfici, sequenze. Lei lo prende con cura e lo tiene fermo un attimo, come se volesse memorizzarlo prima ancora di leggerlo.
Si alza. Apre gli sportelli della cucina uno alla volta, guardando dentro senza toccare nulla finché non è certa di aver capito l’ordine. Il primo movimento è lento, poi le mani prendono sicurezza. Un piatto, un bicchiere, un panno. Ogni oggetto passa nelle sue dita con una delicatezza che non esita mai.
Riccardo la osserva mentre spolvera il ripiano. In quell’inclinazione del busto, nel modo in cui controlla l’angolo con il polpastrello, avverte un dettaglio che si impone più del gesto in sé. È la cura. È la disciplina. È la forma silenziosa con cui Felicia sembra voler capire la casa prima ancora di attraversarla.
Si alza anche lui. Apre il frigorifero, lo richiude. Lo sguardo cade su un punto nel vuoto e, per un istante rivede il suo ultimo giorno in ufficio: le luci spente, le scrivanie vuote. Nessuna voce, nessuna stretta di mano. La porta che si chiude con un clic breve, identico al suono del frigorifero adesso. Una conclusione netta, senza appigli.
«Va bene così.» La frase esce piana, senza giudizio.
Felicia si volta. Le mani restano sospese per un secondo, poi si abbassano.
«Yes, sir» dice pensando che la frase sia rivolta a lei.
Riprende a lavorare. Piega il panno, poi lo ripiega con più precisione. L’acciaio del lavello brilla sotto la luce. I movimenti sono calibrati, nessun rumore superfluo.
Riccardo la osserva ancora. Non per controllare, ma per registrare.
Nella postura di quella ragazza c’è un ordine che non aveva previsto. Un ordine che gli si impone senza chiedere nulla.
«Se hai bisogno di qualcosa, chiedi a me.» Il tono resta fermo, la frase breve.
Felicia annuisce subito.
«Sì, signore» ripete ancora.
Riccardo torna al tavolo, ma la mente non torna al giornale. Felicia continua a pulire, la schiena dritta, le braccia che seguono un ritmo regolare.
Fuori la luce cresce. Dentro, la distanza tra i due resta precisa, sospesa dove serve. Una distanza che non è freddezza. Una distanza che prepara il resto.
Serie: Obbedienza
- Episodio 1: 1 – Arrivo
- Episodio 2: 2 – La luce del mattino
Io stamattina mi sono svegliato presto e il cielo era uggioso 🙁 bel racconto