
2. L’uomo che non piange mai
Serie: Uomini
- Episodio 1: 1. La Zona Grigia
- Episodio 2: 2. L’uomo che non piange mai
- Episodio 3: Di ciò che resta
- Episodio 4: Venerdì
STAGIONE 1
Riccardo guida da vent’anni. Prima faceva il magazziniere. Poi lasciò il lavoro, prese la licenza da tassista, e cominciò a girare. Di giorno porta in giro impiegati, turisti, malati. Di notte, gente che non vuole tornare a casa.
Ha un figlio, Tommaso. Diciassette anni. Vive con la madre. Non si vedono molto. Ogni tanto si mandano vocali. L’ultimo diceva: «Papà, mi servono duecento euro.»
Riccardo ha risposto con un bonifico. Niente parole.
Quel pomeriggio, dopo aver trovato il quaderno, lavora fino a sera. Porta una donna all’aeroporto, un uomo al centro commerciale, due anziani alla stazione.
La città è grigia. Il traffico scorre lento. Dentro l’abitacolo, una radio parla di cronaca nera. Riccardo la spegne.
•
Si è fatto buio quando si ferma in un parcheggio davanti a un supermercato chiuso. Mangia un panino, beve acqua frizzante.
Apre di nuovo il quaderno.
«Io non so.»
Lo rilegge cinque volte. Non capisce se è una confessione o una scusa.
Poi scrive sotto:
«Nemmeno io.»
Chiude il quaderno. Lo appoggia sul sedile.
•
Quando torna a casa, apre la porta piano. Vive in un bilocale al piano terra, zona Bande Nere. Televisione accesa. Nessuno dentro.
Ha lasciato accesa la luce anche stanotte.
Sul tavolo c’è una foto incorniciata: lui e suo figlio a Gardaland. Riccardo ha i capelli neri, Tommaso ha sei anni, tiene il gelato in mano.
Nessuno dei due sorride.
•
Guarda il telefono. Nessun messaggio.
Va in cucina, apre il frigo. Prende una birra. Si siede.
•
Prima di mezzanotte esce di nuovo. Turno di notte. Clienti che puzzano di alcol, corrono via senza pagare, chiedono silenzio. Lui li accontenta.
•
Una donna sale a Rogoredo. Truccata male, occhi lucidi. Dice:
«Via Boccaccio.»
Lui annuisce. Non fa domande.
Dopo due minuti, lei parla:
«Lei sa ascoltare, vero?»
Riccardo non risponde.
«Mio marito mi ha lasciata. Così. Senza una parola. Stamattina. Ha fatto la valigia. Ha detto: “Non ce la faccio più.”»
Riccardo guarda dallo specchietto. Lei si asciuga una lacrima con il palmo.
Poi dice:
«Scusi. Ho parlato troppo.»
Lui risponde:
«Va tutto bene.»
Lei scende. Lascia dieci euro in più.
•
Parcheggia in un viale alberato. Resta fermo. Nessun cliente. Nessuna voglia di tornare a casa.
Apre il quaderno.
Guarda la frase.
Sopra c’è scritto: «Io non so.»
Sotto: «Nemmeno io.»
Aggiunge:
«Ma ci provo.»
Poi chiude. Lo appoggia sul cruscotto.
•
Verso le quattro, un ragazzo sale. Cappuccio sulla testa. Musica nelle orecchie. Non dice nulla. Gli porge un foglietto: Ospedale San Paolo, pronto soccorso.
Durante il tragitto, Riccardo guarda i palazzi spenti.
Pensa a suo figlio.
Tommaso era un bambino silenzioso. Non faceva scenate. Non faceva domande.
Poi, a tredici anni, ha iniziato a non rispondere.
A quattordici, a non uscire.
A quindici, a dire:
«Tu non sai niente di me.»
Aveva ragione.
•
Riccardo parcheggia davanti all’ospedale. Il ragazzo paga, scende e scompare.
Nel silenzio che segue, Riccardo sente gli occhi gonfiarsi di lacrime.
Non accadeva da tempo.
Piange? Non lo sa.
Le lacrime non cadono.
Ma le sente lì, pronte a scorrere.
•
Alle sei chiude il turno. Torna a casa. La luce in soggiorno è ancora accesa. Il sole filtra tra le tapparelle.
Si siede.
Guarda la foto.
Poi prende il telefono.
Scrive a suo figlio:
«Ti va un panino oggi a pranzo? Vengo io.»
Aspetta. Un minuto. Cinque. Dieci. Nessuna risposta.
•
Apre il quaderno.
Aggiunge:
«Scrivere è come parlare da soli. Ma almeno qualcuno, forse, ascolta.»
Poi lo richiude.
Apre la porta di casa e infila il taccuino sotto la porta del vicino.
Un ragazzino che vede ogni tanto. Occhiali spessi. Sempre solo.
•
Riccardo si infila sotto le coperte. Chiude gli occhi.
Nel sogno, suo figlio ha sei anni. Ha ancora il gelato.
Lo guarda e sorride.
Questa volta sì.
Serie: Uomini
- Episodio 1: 1. La Zona Grigia
- Episodio 2: 2. L’uomo che non piange mai
- Episodio 3: Di ciò che resta
- Episodio 4: Venerdì
Una di quelle storie che, alla fine della lettura, ti fanno sospirare e restare in silenzio per qualche secondo, mentre ne assimili la profondità. Frasi brevi, dialoghi essenziali, zero retorica: ogni dettaglio accumula tensione e struggimento.👏👏👏👏
Neanch’io piango.
Tranne adesso!
Sigh, sob, sniff
Una triste routine, una vita spenta come quella dei palazzi lungo il tragitto, ma per motivi diversi. Storie di ordinaria solitudine tra i tanti rumori di una città fatta di persone (genitori, figli o chiunque altro), che raramente si ascoltano e spesso con poca attenzione. Leggere e commentare libriCK può essere dei tanti modi per dimostrare che in questa nostra società sempre più arida, rancorosa e carica d’odio, esistono anche le eccezioni.
Bello, ma molto amaro, e reale… un ‘taxy driver’ senza il Vietam dentro.. solo il malessere della vita..