
Abbiamo solo il nostro presente
Serie: La giusta distanza
- Episodio 1: Un piccolo per sempre dentro la nostra storia
- Episodio 2: Un sabato di marzo
- Episodio 3: La riva placida dei miei sentimenti
- Episodio 4: L’amore e il sesso dappertutto
- Episodio 5: Abbiamo solo il nostro presente
- Episodio 6: Come ad esempio i nostri cuori
- Episodio 7: E non come adesso nei sabato sera
STAGIONE 1
Quella sera di marzo, una delle ultime, io e Alessandro siamo usciti dalla macchina in un raro momento in cui la pioggia aveva nuovamente smesso di scendere come una grattugia aperta sul cielo.
Mi aveva lasciato dei croissant presi dalla pasticceria per me e mia madre e nel salutarci con un bacio mi aveva vista diluirmi via nella mattina buia, verso il cancello di casa mia.
-Fai a modo.
Glielo avevo detto tenera e distaccata insieme.
-Anche tu.
Poi ero entrata in casa, messo i croissant nel congelatore per le prossime mattine e avevo sorriso mentre capivo quanto il sapore dei suoi baci non fosse mai cambiato.
Non sapevo se lo avrei rivisto, le nostre immagini profilo su WhatsApp erano ancora nitide e lucide, nessun blocco, solo un silenzio in cui rielaborare come mai, dal cilindro dei nostri anni tirassimo fuori conigli magici e sentimenti brillanti.
La mattina dopo, mettendo da parte l’orgoglio, avevo scritto ad Alain, volevo arginare quella distanza che stava accadendo fra di noi e soprattutto capire come stava.
Mi aveva chiamato quella sera stessa e risentire la sua voce al telefono era come approdare nuovamente in un luogo di villeggiatura dove nei propri sogni ogni tanto, con il tempo, pensi di poterci andare a vivere stabilmente.
-Ehi biondina, come va?
Da qualche tempo mi chiamava così, ma in fondo un po’ tutti lo facevamo con me.
-Un po’ stanca, ma tu piuttosto?
Aveva preso un lungo respiro.
-No bene ecco, il dottore mi ha fatto allarmare inutilmente alla fine davvero nulla di grave. Scusa se ti ho fatto preoccupare.
Che mi ero sentita sola dentro quei silenzi glielo avevo detto in modo chiaro, forse anche troppo duro rispetto al mio solito e alla fine lo avevo allontano ancora di più, non sapendo più cosa dirmi lui, avevo finito anche io per chiudermi nel garbo del silenzio, io non cerco se non strettamente necessario o se ho la certezza assoluta che sono libera di farlo.
-Dai alla fine l’importante è che stai, stiamo bene.
-Mi spiace se mi sono chiuso in questo modo.
Ma lui faceva così un po’ in tutto e avrei voluto dirgli che mi mancava il modo in cui mi baciava piano e soffice, che avevo voglia di mettergli le mani dietro la schiena o nelle tasche dei jeans e iniziare a parlare dei suoi film preferiti.
Invece avevo aspettato che fosse ancora lui a dirmi qualcosa.
-Com’è andata la tua settimana?
-Caotica, ho un po’ di casini in testa tra lavoro e casa, poi mi ha scritto pure il mio ex.
Forse c’era stato un attimo di silenzio fra noi ma io non lo avevo avvertito.
-Il tuo ex?
-Sì, quello di cui ti avevo parlato a pranzo un mese fa.
-Già, è bella sta cosa che tu riesci ad essere amica degli ex.
-Ci provo, io vorrei.
-Lui no?
Mi ero spostata un cuscino del letto sul petto e lo avevo abbracciato istintivamente.
-Non penso lui riuscirà mai davvero ad essere mio amico.
-Almeno è stata una bella chiacchierata?
-Sì sì, è passato qui da casa, abbiamo parlato un po’.
Con Alain volevo essere sincera, almeno per quello che potevo o per il tempo che riguardava noi, che per ora era solo un breve presente.
Era però facile pensarlo nel mio futuro.
-Ah lo hai proprio visto.
-Sì, due chiacchere dal vivo, ci teneva.
Poi ci eravamo messi a parlare di libri e ceramica, di viaggi e piante di peperoncino da coltivare, del fatto che ha messo la statuina di Kung Fu Panda che gli ho regalato io sulla mensola di casa, fra i libri di fumetti giapponesi e vecchie statuine di creta.
Il nostro primo film insieme, quando abbiamo fatto l’amore la prima volta.
Quando aveva tenuto lo schermo del cellulare in mano ore solo per farmi guardare un panda che salta su ogni superfice e cerca la sua forza e la sua saggezza dentro di sé.
Abbiamo solo il nostro presente, era quella la battuta del film che avevamo ripetuto sulla soglia del treno che ci avrebbe diviso per rivederci chissà quando.
E in quel presente continuavamo a galleggiare indefiniti.
-Ma come hai fatto a trovarla in meno di tipo boh 6 ore?
-Magari mi aspettava da sempre, quando sei con la persona giusta il destino si allinea.
Eppure, quel week end insieme in cui eravamo stati in paradiso, ora tra il suo divano e il mio letto divisi da lunghi chilometri, pareva già troppo lontano.
Avevo voglia di rivederlo come mai nessuno prima, una spinta emotiva come un magnete, più volevo rivederlo e più tutto nel destino pareva respingere questa volontà, calamite attratte pronte a respingersi.
-La tengo in alto, così la vedo bene da ogni angolo. Dovresti venire a vederla dal vivo.
Avevo avuto un sussultato.
Quante volte mi aveva già detto, vieni qui, da me.
Vieni a casa mia.
Ma era difficile con una persona appena conosciuta spiegare in pochi attimi i casini di una vita intera.
Come un iceberg che non sai mai quanto ghiaccio porta sotto la sua punta, io ero così, e dirglielo richiedeva un tempo prolungato che non sapevo nemmeno di poterlo avere con lui.
-Mi piacerebbe.
-Perché non vieni qui a giugno? C’è un festival del fumetto fantastico.
Io non amavo i fumetti, ma era bello vederlo prendere vita mentre parlava delle sue passioni, ed era bello soprattutto pensarci abbracciati fra le strade e le bancarelle, a sollevare pagine e giocare a nascondino con gli occhiali da sole, fra sguardi e carezze in mezzo la gente.
-Effettivamente sarebbe bello, anche se spero di vederti prima.
-Vieni ad aprile allora, magari versò la metà. Con il bus è un attimo se non vuoi il treno. Fai il biglietto di andata poi stai quanto vuoi, vedi tu quando tornare.
Alain era in una fase della sua vita in cui il presente era un tempo infinitamente lungo, era in pausa da tutto ed era come un giorno e notte continuo di desideri, io invece avevo sulle spalle i macigni del passato e le responsabilità del futuro.
-In fondo abbiamo solo il nostro presente, no?
Avevo sentito come un sorriso dall’altra parte del telefono, un suono molto dolce delle sue labbra, ma io sapevo che per me Torino insieme a lui era solo un sogno del futuro.
Serie: La giusta distanza
- Episodio 1: Un piccolo per sempre dentro la nostra storia
- Episodio 2: Un sabato di marzo
- Episodio 3: La riva placida dei miei sentimenti
- Episodio 4: L’amore e il sesso dappertutto
- Episodio 5: Abbiamo solo il nostro presente
- Episodio 6: Come ad esempio i nostri cuori
- Episodio 7: E non come adesso nei sabato sera
Bellissimo!