
ADDIO BOROTALCO
Serie: IL MIO CANE BOROTALCO
- Episodio 1: IL CIONDOLINO D’ORO
- Episodio 2: GITA ALLA FATTORIA MILESI
- Episodio 3: LA FAMIGLIA DI BOROTALCO E IL GATTO FUFFY
- Episodio 4: IL MAIALE GIGANTE
- Episodio 5: ARRIVANO I LUPI IN FATTORIA
- Episodio 6: BOROTALCO ENTRA IN CHIESA E SPAVENTA I FEDELI
- Episodio 7: LA LOTTA
- Episodio 8: ADDIO BOROTALCO
STAGIONE 1
A quel punto fu Hans a guaire di dolore e mentre il sangue fuoriusciva a fiotti dal suo orecchio sinistro, Borotalco continuava ad avvicinare la bocca verso Hans in uno scontro di zanne contro zanne.
Borotalco era troppo arrabbiato, non sembrava più il cane buono che conoscevo, sono sicura che se l’avessi lasciato continuare avrebbe ammazzato Hans senza alcuna pietà .
Infatti, dopo che gli aveva strappato via l’orecchio, aveva avvicinato le sue zanne al collo del nemico per dargli il colpo di grazia.
Non riuscivo a sopportare di vedere il mio cane con le sembianze di un demone, al pari del suo nemico, allora gridai con le lacrime agli occhi: «Basta, Borotalco!»
Nel sentirmi gridare in quel modo, il mio gigante buono calmò il suo spirito guerriero e risparmiò Hans da morte certa. Mollò la presa e si ricompose come fanno gli alberi quando la tempesta si placa. Si voltò a guardarmi, come se volesse chiedermi scusa per avermi spaventata, ma Hans non gli ricambiò la cortesia e approfittando della guardia abbassata e del lato del collo scoperto lo afferrò alla gola con tutta la ferocia di cui era capace e vi affondò dentro i denti, lacerandogli la giugulare. Il povero Borotalco emise un ululato acuto che da quel giorno non ho più dimenticato. Era l’urlo di chi era stato preso a tradimento, il grido straziante di chi sapeva che da quella presa mortale non ne sarebbe uscito vivo e avrebbe dovuto abbandonare la vita e le persone che amava.
Mio padre cercò di separare i due cani con un bastone di legno, ma Hans continuava a stringere le mascelle senza mai mollare la presa. Ormai la sua unica missione era quella di porre fine alla vita del mio cane. Con una morsa stretta sulla gola di Borotalco, si abbassava sulle gambe, facendo in modo che la presa non potesse sfuggirgli. Come fa il leone con la gazzella, che le afferra il collo e non la molla finché la sua preda non muore, così Hans lasciò la sua presa mortale solo quando sentì le forze del suo nemico dissolversi e la vita in lui divenire flebile, come la tremula fiamma di una candela morente.
Il mio caro amico stava proprio morendo, i suoi occhi diventavano sempre più assenti e il suo corpo tremava, mentre il suo bel pelo bianco, lentamente si tingeva di rosso. In quel momento, mi ricordai del sogno delle rose. Un sogno premonitore mi aveva avvertita della tragedia che stava per accadere, ma io non ne avevo colto il messaggio.
Borotalco era disteso lì per terra, in una lava di sangue, ormai non tremava più e i suoi occhi si erano chiusi per sempre. Mi sentivo intontita, come se non riuscissi a rendermi conto dell’accaduto.
Fu come ricevere una secchiata d’acqua fredda sul cuore che per qualche attimo non ti fa provare alcun sentimento. Quella sensazione di vuoto fu breve e appena presi realmente coscienza della morte di Borotalco, iniziai a gridare e a piangere con i pugni stretti. Non riuscivo ad accettare quel momento tanto crudele che il destino mi aveva messo davanti e Luigino piangeva aggrappandosi a me. Mio padre ci abbracciò forte e cercò di consolarci, mentre il signor Alberto e il suo cane, lentamente si allontanavano.
«Alberto!» Tuonò mio padre «non presentarti mai più sulla mia strada, né tu né il tuo dannato cane! Ti ho avvisato!» Aggiunse con violenza nella voce e aggrottando gli occhi.
Il signor Alberto non si voltò nemmeno, ma aveva sentito chiaramente quanto gli aveva detto mio padre. Il suo cane si voltò per qualche secondo ringhiando, ma poi si rigirò e continuò a seguirlo.
Quel cane non aveva alcuna colpa di come era diventato, perché i cattivi cani sono semplicemente il frutto di cattivi padroni. Hans morì qualche mese dopo quell’avvenimento.
Fu morsicato da una vipera che stava per mordere il suo padrone.
Hans lo difese fino alla fine, uccise la vipera, ma non riuscì ad evitare il morso fatale del rettile e cadde vittima del suo veleno mortale.
Il signor Alberto non aveva cuore e nonostante il suo cane gli avesse salvato la vita, non gli diede nemmeno una degna sepoltura e lasciò la sua carcassa imputridire in un punto del fiume, dove la secca aveva lasciato gli argini scoperti.
Un giorno, passando per quel viale lungo il fiume, insieme a mia madre, quel che vedemmo ci lasciò disgustate. La carogna di Hans, a zampe all’aria, gonfia come un maialino senza più peli e col ventre aperto, era piena di vermi brulicanti che lentamente cancellavano quel corpo e lo restituivano alla natura.
Con le prime piogge, appena il livello del fiume si innalzò, Hans o quello che restava di lui, fu trascinato via dalla corrente. Avrei dovuto odiare quel cane, ma vederlo in quello stato mi dispiacque molto e provai un sentimento di pietà per lui anche se aveva ucciso il mio Borotalco.
Il sole stava per tramontare e prima dell’imbrunire decidemmo di seppellire il nostro cane. Mi chinai per accarezzarlo un’ultima volta, ma il suo corpo era ormai diventato freddo e rigido. Mio padre si diresse verso casa per prendere una pala per scavare la sua tomba, mentre mio fratello ed io restammo vicini a piangere.
Quando mio padre tornò, nel frattempo aveva raccontato tutto a nostra madre che lo seguì e arrivò sul posto piangendo anche lei, e abbracciò forte me e Luigino. Mio padre scavò un fosso, lo depose dentro e lentamente cominciò a ricoprire di terra il suo corpo senza vita. Quando decisero di tornare a casa, io non andai.
I miei genitori volevano che tornassi a casa con loro, ma volli restare ancora un poco in compagnia del mio cane, anche se era sottoterra.
Mi arrampicai sull’albero e rimasi lì per circa un’ora. A un certo punto, iniziò a soffiare un vento forte, che tra le foglie ululava. Decisi quindi di scendere e tornare a casa, ma appena iniziai a camminare, il vento si calmò. In quel momento capii che l’ululato che avevo sentito non era davvero il vento, ma l’estremo saluto dello spirito del mio cane Borotalco.»
Serie: IL MIO CANE BOROTALCO
- Episodio 1: IL CIONDOLINO D’ORO
- Episodio 2: GITA ALLA FATTORIA MILESI
- Episodio 3: LA FAMIGLIA DI BOROTALCO E IL GATTO FUFFY
- Episodio 4: IL MAIALE GIGANTE
- Episodio 5: ARRIVANO I LUPI IN FATTORIA
- Episodio 6: BOROTALCO ENTRA IN CHIESA E SPAVENTA I FEDELI
- Episodio 7: LA LOTTA
- Episodio 8: ADDIO BOROTALCO
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