
Ade
Serie: IL SETTIMO BICCHIERE - I sussurri del diavolo
- Episodio 1: Ade
- Episodio 2: Regalo di quasi compleanno
- Episodio 3: Attesa
- Episodio 4: Nebbia e Maiden Voyage
STAGIONE 1
Adelmo Scotti spilla sudore. Gocce grosse come perle scivolano dalla fronte gettandogli sale negli occhi. Le pareti della stanza si fanno evanescenti. La ragazzina nuda sotto di lui, invece, la vede bene; la sua pelle quasi diafana, il suo sguardo celeste perso in chissà quali pensieri.
«Devi farmi godere» le intima, cercando di celare la rabbia che borbotta nel bassoventre. «Urla, cazzo! Così forte da farti sentire dal diavolo in persona».
Adelmo muove le anche con tutta la foga concessagli dai suoi sessant’anni. Le molle rugginose del letto cigolano, sovrastano il chiacchiericcio proveniente dal bar al piano di sotto.
«Stai godendo? Dimmelo che stai godendo!»
Lei non risponde. Non parla e non urla. Non geme. Se ne sta inerte, la testolina reclinata di lato e i lunghi capelli scuri sparsi sul cuscino.
Adelmo si ferma. Ingolla sospiri simili a rantoli. Gli sembra che il cuore stia per uscire dal petto e non ha alcuna intenzione di raccoglierlo dal pavimento.
«Urla, cazzo!» La saliva di Adelmo imbratta il viso della giovane. «Sono venuto in questo posto del cazzo per scopare una frigida?»
Lei ride.
«E adesso che c’è da ridere?»
«Spingi più a fondo».
«Che hai detto?»
La ragazzina lo sta fissando; Adelmo pensa che potrebbe quasi annegare nell’azzurro intenso dei suoi occhi.
«Spingi più a fondo» ripete sollevando le mani per afferrargli il polso.
Adelmo prende coscienza del pugnale nella propria mano destra. La punta luccicante all’altezza dei seni acerbi di lei. Da quanto tempo lo sta impugnando? Non trova risposta, ma un terribile mal di testa, probabile figlio dei tre boccali di piscio spacciato per birra che si era scolato poco prima.
«Spingi più a fondo.» Nonostante l’aspetto esile, la presa della ragazzina è salda. «Spingi più a fondo e sentirai come urlerò. Vomiterai sangue dalle orecchie».
Adelmo Scotti spinge.
***
Adelmo scende dalle scale, quasi scivola sulle assi mezze marce dei gradini. Raggiunge il piano terra. Barcolla. Ritrova l’equilibrio e, a testa bassa, si avvia verso il portone d’uscita. Gli sembra che il donnone appoggiato al bancone del bar stia sorridendo, ma non ha né il tempo, né la voglia di accertarsene. Non che provi attrazione per quella che considera una cicciona. La priorità è andarsene. Dimenticare di aver messo piede nella Città Bassa.
Il puzzo di birra da quattro spicci lo travolge. Ha voglia di vomitare, ma si trattiene.
«Quanta fretta, amico!» gli grida dietro un cliente. «Hai fatto incazzare tua moglie e adesso ti vuole prendere a calci nel didietro?» Sghignazza. Sputa un grumo di catarro.
Adelmo lo ignora. Esce all’aperto. L’oscurità della notte lo accoglie; così intensa da apparire quasi irreale alle persone che, come lui, hanno sempre vissuto nella Città Alta. Ricorda di aver visto un’insegna luminosa quando era giunto lì. C’era scritto qualcosa, forse ‘LaMary’ oppure ‘Bar da Mary’, non ne è sicuro. Comunque ora è sparita o è spenta. Vorrebbe mettersi a correre; pochi chilometri e si sarebbe lasciato alle spalle questo posto. Attende che gli occhi trovino un compromesso con il buio.
«Amico, non scappare. Lascia un penny a questo povero negro».
Adelmo si volta nella direzione da cui proviene la voce. All’inizio intravede solo due perle gialle che galleggiano in una macchia di torba dai contorni incerti; uno spicchio di luna fa capolino dalle nuvole dando stabilità alla figura macilenta di un vecchio. Se ne sta appoggiato a una parete del bar e solleva un cappello stropicciato.
«Lascia perdere, ho già buttato abbastanza soldi per oggi».
Il vecchio muove qualche passo. Non ha la gamba sinistra. Il bastone che utilizza emette un rumore sordo ogni volta che incontra il suolo. Un battito. I suoi arti sono simili a stecchi che sembrano volersi spezzare a ogni sbuffo di vento. Adelmo preferirebbe non vedere uno spettacolo tanto pietoso. Maledice la luna.
«Povero me, povero me!» piagnucola il vecchio «Un penny per un tozzo di pane. Una piccola moneta scintillante; a un signore come te non mancheranno certo i soldi. Guarda che bella camicia tieni. Cos’è? Seta? In questo buco di fogna non se ne vedono molte».
«È una camicia normalissima» ribatte Adelmo, scocciato. «La trovi in qualsiasi negozio della Città Alta».
«Bravi bravi, voi alti avete baciato il culo alla fortuna. Noi della Bassa ci passiamo gli stracci di generazione in generazione.» Il vecchio emette un suono gutturale che somiglia vagamente a una risata. Ha denti bianchissimi.
«Non ho niente da darti.» Per Adelmo la faccenda è chiusa. «Devo andarmene da qui». Non vede l’ora di tornare a casa e lavare via l’odore della ragazzetta di cui è impregnato.
«Prima combini un casino e dopo scappi come un sorcio dalla nave?»
Le gambe di Adelmo Tremano.
«Non ti capisco».
«Io dico che capisci eccome, Ade».
Adesso è l’intero corpo di Adelmo a tremare.
«Come mi hai chiamato?»
Il vecchio solleva le sopracciglia cespugliose. «Ade, non è forse il tuo nome?»
Per un istante, Adelmo pensa che potrebbe ammazzarlo. Non sarebbe mancato a nessuno. Cancella questa opzione: non ha più il coltello con sé. Possibile che sia stato così stupido da lasciarlo nella stanza?
«Che ti succede, Ade?» la voce del vecchio è fastidiosa come il brusio di un nugolo di vespe. «Sei diventato così pallido da far concorrenza alla luna».
«Devo anda darmene».
In lontananza, ma forse non troppo, si leva un ululato. Una lacrima riga la guancia di Adelmo.
«Maledette bestie mangia sterco!» Il vecchio si esibisce in una pessima imitazione del verso appena udito. «Meglio entrare, Ade, staremo al sicuro e ci faremo qualche bicchierino».
Adelmo scuote il capo. «Devo…»
«Non temere.» Il vecchio gli afferra il polso come aveva fatto la ragazzina poco prima. «L’ho detto che voi alti avete baciato il culo alla fortuna! Offri da bere al vecchio Geremia e il vecchio Geremia saprà ricompensarti. Non c’è niente di meglio di un buon bicchiere di bourbon per cancellare i problemi. Fidati, Ade. Fidati».
Lo trascina con sé verso il proprio destino.
Serie: IL SETTIMO BICCHIERE - I sussurri del diavolo
- Episodio 1: Ade
- Episodio 2: Regalo di quasi compleanno
- Episodio 3: Attesa
- Episodio 4: Nebbia e Maiden Voyage
Un nome palesemente non casuale, che ben si addice tanto al personaggio quanto all’atmosfera: cupa, angosciante, che, in certi punti, pare quasi voler sopraffare il lettore, trascinandolo nelle vicende narrate.
Seguirò con molta curiosità.
Ciao Giuseppe, grazie mille per la lettura. Questa serie sarà una discesa nell’Abisso, posso assicurartelo.😉
Ebbene sì, Geremia mi mancava. Mi chiedo se Adelmo affogherà le sue pene nell’amaro calice che gli è stato offerto (certo che lo farà!). Bentornato a te e bentornata alla Città Bassa.
Ciao Micol, chissà cosa riserverà la Città Bassa al povero Ade… Sai com’è, io detesto ripetermi: credimi, nulla è come sembra.😊
Ritrovo in questo episodio espressioni e personaggi che non leggevo da anni. Ritrovo il linguaggio crudo del narratore che parla della città vecchia. Queste cose mi sono mancate, ma per fortuna sono tornate qui, su queste pagine di Open. Welcome back, folle Dario!
Carissimo Tiziano, è bellissimo tornare su Edizioni Open; farlo con una storia ambientata nel mondo che più mi ha dato soddisfazione, lo è ancora di più.
Un racconto scritto benissimo con dialoghi assolutamente efficaci, mai ridondanti e caratterizzanti degli stessi due protagonisti, ciascuno osservato dagli occhi dell’altro. La scena iniziale è surreale e trascina il lettore in un vortice di indecenza che diventa quasi una maledizione. Si sente molto il tema della colpa fin dalle prime righe. Credo, Dario che questo tuo ritorno sia veramente alla grande e nulla viene risparmiato al lettore, come nel tuo stile. Complimenti.
Ciao Cristiana, troppo gentile! Sentivo la necessità di ritrovare i miei “amici” della Città Bassa. Avevano ancora una storia da raccontare. Io la sto scrivendo per loro…
Molto oscuro, tanto oscuro da perdercisi dentro. Come diceva quel vecchio pazzo? “Quando guardi nell’oscurità, l’oscurità ti guarda di rimando”?
Non mi perderò il seguito.
Ciao Giancarlo, grazie per la lettura. Ti assicuro che sarà una storia oscura. Di colpe e, forse, di redenzione.