
Aram
Serie: Come un corvo bianco
- Episodio 1: 20 maggio 2012
- Episodio 2: 29 maggio 2012
- Episodio 3: Aram
STAGIONE 1
La mia prima cotta fu Aram.
I nostri papà erano migliori amici (il papà di Aram non c’è più da qualche anno), quindi, spesso, ci trovavamo a casa sua. Ho dei ricordi nitidissimi di quei momenti, anche se all’epoca eravamo dei bambini.
Al cancello ci accoglieva sempre la sorella Greta con in braccio Bomba, uno dei due cani: aveva il pelo nero, che la vecchiaia aveva sporcato di bianco, abbaiava in continuazione ed era perennemente incazzato con il mondo.
Il mio babbo parcheggiava il pandino – quelli vecchi che vanno a imprecazioni e a uranio impoverito – e io scendevo, consapevole che avrei passato un bellissimo pomeriggio.
Aram aveva un aspetto particolare: i capelli erano ricci, castani e lunghi fino a metà schiena, occhi chiari e limpidi e la pelle squamata come quella dei rettili. Quest’ultima caratteristica mi affascinava a tal punto da chiedergli se potessi toccargli le braccia. Immagino che non gli desse fastidio, perché ricordo sottili coriandoli di derma staccarsi e volare come i petali secchi dei fiori. Non ho scordato nemmeno la voce delicata come quella di un bambino, ma che iniziava a mutare avendo qualche anno in più di me.
Per prima cosa, correvamo dietro casa a sinistra della porta d’ingresso. Subito a destra c’erano le gabbie con i polli, ma noi puntavamo al giardino.
Premessa: da questo punto in poi le descrizioni dei luoghi potrebbero essere ingigantite, perché gli occhi dei bambini vedono attraverso l’avventura.
Di fronte al pollaio partiva un sentierino che costeggiava un laghetto artificiale. Il percorso era a malapena battuto ed era costeggiato dagli alberi sul lato destro, mentre a sinistra la terra scendeva a strapiombo nell’acqua. Eravamo molto in alto, tanto da vedere chiaramente il pollaio e il pandino di mio padre. Ci sedavamo lì, sul bordo dell’argine, ricordandoci delle raccomandazioni del papà di Aram, Lorenzo, in merito al non sporgersi troppo. Chissà se parlavamo in quei momenti, e se sì di cosa.
Proseguendo lungo il sentierino, verso sinistra, c’era una vecchia fontana inglobata dai rampicanti. Ci infilavamo dentro con qualche gattino di pochi mesi agguantato lungo il percorso. Aram teneva tra le mani un micetto bianco e nero dal pelo lungo. Se udivamo qualcuno passare vicino alla proprietà ci acquattavamo nella conca, perché a detta sua “nascondi i gatti, altrimenti se li mangiano”. I suoi movimenti erano veloci, proprio come quelli di un felino, eppure maneggiava quelle piccole creature con estrema delicatezza.
Rientrati in casa, sulla destra, c’era una stanza con un letto matrimoniale su cui saltavamo. La mamma di Aram ci sgridava perché non solo disfacevamo le coperte, ma anche perchè eravamo sempre scalzi per tutto il tempo trascorso in giardino. Sfiniti, ci sdraiavamo a braccia aperte e ridevamo. I suoi ricci odoravano di aria fresca e foglie.
Lorenzo ci chiamava dal salotto, di fronte la stanza in cui eravamo, per la merenda: un tagliere con pane e salame. C’erano anche mio papà, Greta e la mamma di quest’ultima e Aram. Pure Bomba.
Altre volte i nostri papà ci portavano a pescare a Montalbano, un paesino vicino. Parcheggiata la macchina nel sentierino di campagna, tiravamo fuori dal baule le canne e le sedie pieghevoli. C’era un fiumiciattolo più grande da cui pescavano mio padre e Lorenzo, mentre io e Aram gettavamo la lenza dall’altra parte, nella vasca cementata in cui fluiva il fiumiciattolo più piccolo. Tutt’intorno c’era una distesa di verde con qualche albero e una collina dalla forma strana coperta dalla vegetazione.
(Ho scoperto, parlando recentemente con mio padre, che dentro la collina, anni e anni or sono, veniva conservato il cibo).
Diventando grandi la mia strada e quella di Aram si erano separate, non l’ho mai più rivisto.
Eppure, mi domando se anche lui conserva i ricordi di quei momenti.
Serie: Come un corvo bianco
- Episodio 1: 20 maggio 2012
- Episodio 2: 29 maggio 2012
- Episodio 3: Aram
I ricordi dell’infanzia hanno qualcosa di magico, e tu ce lo hai ricordato con questo capitolo scritto benissimo! Grazie 🙂
Grazie a te Nicola per la lettura e il commento. 😸
Meraviglioso Mary. Uno sguardo limpido e incantato sul mondo, mi hai fatto venire voglia di nostalgia e ricordi. Ci sono certe immagini dell’infanzia che ci restano addosso, una sorta di seconda pelle. Capita, nei momenti un pò no, che sia proprio questa pelle a salvarci, il nostro prezioso riparo. La tua amicizia con Aram mi è apparsa un pò così. Un tesoro da conservare, una medicina buona. Quello che non è affatto scontato è la tua bravura nel muoverti dentro uno stile nuovo, diverso da quello con cui eravamo abituati a conoscerti. Stai dimostrando di saper scrivere a tutti gli effetti, e sempre ritrovo ciò che più mi piace di te: l’umanità e la sensibilità, la capacità di dare un’anima a qualsiasi cosa decidi di raccontare. Bravissima. Continua così! ♥♥♥♥♥
Cara Dea, che bellissimo commento il tuo! ❤️🔥
Sai che mentre scrivevo questo racconto ho avuto un pensiero simile al tuo? È incredibile come conserviamo dei momenti che pensiamo di aver dimenticato, poi, in età adulta e quando meno ce lo aspettiamo, riaffiorano come ricordi e ci crogioliamo in quel tepore d’infanzia.
Grazie Irene, per incoraggiarmi a sperimentare qualcosa che non credevo potesse essere nelle mie corde. ✒️
“Premessa: da questo punto in poi le descrizioni dei luoghi potrebbero essere ingigantite, perché gli occhi dei bambini vedono attraverso l’avventura”
bellissima questa immagine. potessimo conservare sempre quello sguardo pieno avventura…e forse è proprio questo, fra le altre ose, che fanno gli scrittori 🙂
Hai ragione: qualsiasi persona o evento potrebbe diventare un potenziale racconto per gli scrittori, anche a distanza di tanti anni. ✒️
Come è ‘pulita’ la tua narrazione, semplice e generosa allo stesso tempo. Amo le storie autobiografiche e la tua sa di provincia e persone gentili.
Questo episodio è particolarmente bello ed emozionante da leggere. Un ricordo così intimo da diventare universale nel cuore di tutti coloro che, storie simili a questa, le hanno vissute.
Ti chiedo di continuare a essere così generosa e regalarci altri, tantissimi ricordi, legati alla tua terra e ai fatti di quel particolare periodo. Ti riesce davvero bene. Bravissima Mary.
Cara Cristiana, speravo che qualcuno avesse voglia di immergersi in questi piccoli frammenti di vita e non mi stupisco che sia stata proprio tu a scriverlo. ❤️🔥
Pensa che questa serie è nata come esigenza personale, una voglia di ripercorrere alcuni ricordi e di metterli nero su bianco prima che il tempo se li porti via. Poi ho deciso di condividerli, perché non c’è niente di più bello che mostrare anche questi momenti così intimi ma universali.
Sicuramente il tuo commento è una spinta per continuare a scavare. ✒️
Sai che è proprio vero? I luoghi visti da bambini rimangono come ingigantiti nella mente! Me ne sono accorta tempo fa, sognando la casa di mia nonna e rendendomi conto che da piccola la vedevo completamente diversa. Mi sta piacendo tanto questa serie, brava! È come guardare vecchie foto ❤️
Ciao Arianna, grazie mille! ❤️
Forse dipende dal fatto che da bambini vediamo il mondo più grande e avventuroso e con gli occhi della fantasia.
Accidenti Mary, che bel capitolo. Della serie e della tua vita. Lo hai descritto con una dolcezza infinita, e non ho potuto fare a meno di sottolineare tanti passaggi. Complimenti.
Ciao Roberto, non immagini che gioia nel vedere tutti quei passaggi sottolineati. 😸
Grazie per la lettura.
“I suoi ricci odoravano di aria fresca e foglie”
👏
“perché gli occhi dei bambini vedono attraverso l’avventura.”
👏
“quelli vecchi che vanno a imprecazioni e a uranio impoverito”
😂
“aveva il pelo nero, che la vecchiaia aveva sporcato di bianco, abbaiava in continuazione ed era perennemente incazzato con il mondo.”
Già lo amo 😂
Ma tu devi immaginare la scena: Greta che teneva in braccio Bomba, mio padre che teneva in braccio me e a quel punto nessuno dei due che sapeva come chiudere il cancello di casa! 😹
Un vero viaggio nella memoria. Incantevole! Una serie di istantanee che guidano lungo il percorso. Le descrizioni sono il punto forte della storia. Scritte con un linguaggio semplice ma preciso. Sono evocative e immersive, ti permettono di focalizzare la scena e di farne parte. Brava 👏
Ciao Tiziana, grazie mille per la lettura e il commento. 😸
Al prossimo episodio!
👍
Ciao Mary! Belle immagini! Questa storia ha un tocco di realismo magico, che ti lascia il dubbio su quanto ci sia di reale e quanto di immaginato, anche se, in fondo, che importanza ha? Lo stile è la sua vera forza: una regressione all’infanzia. Una suggestione.👏🏻
Ciao Nicholas, grazie per le belle parole! 😸
Hai ragione: in alcuni punti sembra realismo magico, ma, in fondo, cosa sono i nostri ricordi d’infanzia se non un misto di reale e fantasia?
Ci puoi giurare che li conserva! Sono momenti che quasi sempre rimangono scolpiti o tatuati nel cuore… io preferisco il branding, che vuoi farci sono un tipo estremo! 😀
Le amicizie, gli amori, le avventure vissute immersi nella natura a quell’età, diventano la base, le fondamenta di quello che siamo adesso.
Spesso mi ritrovo a pensare ad uno sguardo, ad un modo di dire… se sento un tono di voce particolare o l’accento simile a quello associato al mio primo amore, mi si accende un becco Bunsen al centro del petto e la giornata assume una colorazione decisamente più brillante.
Mi piacciono i tuoi ricordi, l’affetto che traspare dai tuoi scritti e soprattutto le sensazioni che riesci a trasmettermi. Chissà se riusciremo mai a evolvere tanto da non dover aspettare per forza un disastro naturale per poterci aiutare tutti insieme solo per il piacere di star bene. ♥
Non puoi immaginare, Emiliano, quanto il tuo commento mi abbia scaldato il cuore! ❤️
È incredibile come ricordiamo lucidamente, anche da adulti, alcuni momenti della nostra infanzia e dettagli, quei piccoli dettagli, di persone che hanno avuto un ruolo importante nella nostra vita. Ricordi in cui ci rifugiamo quando ne abbiamo più bisogno.
Anche tu, con il tuo commento, mi hai regalato un piccolo frammento di un tuo bellissimo ricordo: il primo amore, quello che rimarrà per sempre nel “becco Bunsen”, e per questo ti ringrazio. 😸
Chissà se un giorno arriveremo davvero ad essere consapevoli che basterebbe ricordare quanto è semplice stare bene per il gusto di stare bene.
Bello. Il tuo testo è narrativa, sospesa tra la memoria e la magia dell’infanzia. C’è una delicatezza profonda nel modo in cui racconti: la voce narrante è autentica, il tono malinconico ma mai patetico, e ogni immagine risuona con un’intensità sensoriale che rende tutto vivido. È evidente che scrivi non solo per raccontare, ma per evocare. Brava. Aspetto di leggere altro.
Ciao Rocco, grazie per le lettura e per aver compreso le mie intenzioni.
Al prossimo racconto! 😸