
Bello come te
Dormi papà, che sei stanco. Mio fratello ti ha tenuto sveglio tutta la notte, con quei dentini malefici che spuntano. La mamma ha fatto il possibile per calmarlo, ma il vero “leone” di casa sei tu.
Lavori un sacco di ore, non ti concedi mai niente. Hai le scarpe tutte bucate, pensi che non abbia visto? Per permettere a me di andare a calcio! Ogni volta che infilo quei “tacchetti”, che mi aiutano a non scivolare, è un dispiacere. Fidati, che le scarpe nuove avresti dovuto comprarle per te.
E anche adesso, su questa metro che con mille sconquassi ci sta portando lontano, non m’importa se i passeggeri ridono, perché si sono accorti che dormi. Quelli più vicini si stanno dando di gomito e ti indicano sghignazzando, ma io li ignoro.
Tu sei lì, in piedi. Granitico. Ci sei sempre.
Di fronte a te, sto seduto comodo. Dato che hai preteso che un giovane, grande e grosso, mi cedesse il posto. Hai sempre paura che cada, su questo affare che sferraglia a tutta velocità nella pancia della terra. Ma come potrei cadere, papà, se tu mi hai insegnato così bene a stare in equilibrio?
Vorrei chiederti di ripassare i compiti insieme, che mi dà sicurezza. Però credo di potermela cavare anche da solo. La mamma ieri mi ha aiutato parecchio, visto che tu e lei siete “intercambiabili”, come dici sempre. Quindi non ce n’è bisogno. Vedrai che non avrò problemi, se verrò interrogato.
Mentre coi mezzi mi stai accompagnando a scuola (perché con la macchina costa troppo), ho dovuto lasciare per un tratto la tua mano. Ora è come se viaggiassi da solo. E ti osservo, papà. Seduto qui, di fronte. Inizi ad ingrigire e hai occhiaie profonde. Sei magro. Non riesci a stare sveglio nemmeno a pagarti. Ma sei bello, anche con la barba da fare.
La prossima fermata è la nostra. Nessun problema: ti chiamo io.
All’uscita cercherò la tua mano. Nel caso tu fossi ancora addormentato, conta pure su di me. E attento alla mia cartella: mica inciampare tu, eh papà! Non farlo mai.
Anche noi due siamo “intercambiabili”. Lo sai?
Troppo bella, questa sensazione.
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Di una brevità necessaria per essere così toccante e pieno, nelle storie ti confermi sempre bravissima e sempre davvero, @cristinabiolcati, è un piacere leggerti!
Troppo buona, Marta. Grazie ?
GRAZIE A TE 😀
Questo librick ha avuto la grande forza di addolcirmi il cuore: tenero, emozionante… uno scrigno colmo di significati profondi. Quello che ho gradito molto, a livello narrativo, è la voce “interiore” del bambino: piccolo, sì, ma solo in parte. La grandezza d’animo conta di più, sempre.
Grazie ?
Molto toccante e scritto veramente bene. Mi piace ?
Troppo gentile! Grazie di cuore.
Mi fa piacere che ti sia piaciuto, Antonino. Questo bambino a volte parla forbito, lo so, ma ho accettato il consiglio di un’amica. E cioè che bisogna smetterla di far parlare i bambini in letteratura come fossero dei deficienti. Spero solo di essere risultata credibile. Un saluto.
Ciao Cristina, e come il solito complimenti. Il tuo racconto, visto con occhi da padre (anche se di due femmine), è riuscito ad emozionarmi, anche se il bambino mi è parso un po’ troppo “libro cuore”. Ma l’aspetto che mi ha veramente colpito, è lo stile! Sembra proprio che sia stato un fanciullo a scrivere questo racconto, quindi ti rinnovo i miei complimenti.
Ciao Dario. Spero di essere stata credibile.
Assolutamente sì!
Ciao Cristina, il tuo racconto mi ha riempito il cuore di tenerezza. Bellissimo il pensiero di questo bimbo innocente che non ha ceduto ai falsi lustri portati dal denaro. Il rapporto che lega un figlio ad un padre (normalmente, nel mio caso mi accodo a Isabella) è magia: l’ho vissuto guardando quello che mia figlia ha intessuto con il suo. Mi hai portato alla mente bei ricordi, fatto vivere un momento malinconico e al tempo stesso felice.
Grazie di cuore. Ciao, cara Micol.
Ciao Cristina.
In una realtà che chiede soltanto, è emozionante sentire la voce di un bambino che ringrazia il suo papà per tutto quello che fa. È l’amore incondizionato che parla e, da papà, posso solo sognare di essere il supereroe del mio bimbo.
Grazie anche per questo.
Brava!
Sei molto gentile, Fabio. Grazie per averlo letto e per le tue parole.
Ciao Cristina,
bello questo tuo racconto epistolare. Avrei voluto un papà come lo hai descritto tu, ma grazie al cielo adesso ho mio marito che è amato da nostra figlia proprio come il grande uomo del tuo racconto. Un abbraccio ad occhi umidi 🙂
Ciao Isabella. Grazie 🙂
Ciao Cristina, è una bella dedica alla figura paterna, in cui, da figlio, mi sono identificato, in ogni situazione da te descritta, proveniendo da una famiglia povera, mi hai fatto tornare in mente tutte le difficoltà ma anche tutti i momenti in cui ci siamo rialzati… Grazie…
Ciao Antonino. Grazie. Ti ho risposto, ma il commento non è stato visualizzato sotto al tuo. Grazie.
Mi fa piacere che ti sia piaciuto, Antonino. Questo bambino a volte parla forbito, lo so, ma ho accettato il consiglio di un’amica. E cioè che bisogna smetterla di far parlare i bambini in letteratura come fossero dei deficienti. Spero solo di essere risultata credibile. Un saluto.
Assolutamente Cristina, hai ragione! I bimbi sono dei piccoli adulti!!