
Calogiuri
Serie: Le rose e le rouge
- Episodio 1: Le rose e le rouge
- Episodio 2: Jean
- Episodio 3: Tattoo
- Episodio 4: Il professore
- Episodio 5: Carletto
- Episodio 6: Il Cinese
- Episodio 7: Il giornalista
- Episodio 8: Clara
- Episodio 9: Le jacarande
- Episodio 10: Carmelo
- Episodio 1: Da Biagio
- Episodio 2: Rosso rubino
- Episodio 3: La signorina Bellini Sforza Contìni
- Episodio 4: Il maresciallo Ercole Lo Piccolo
- Episodio 5: Colpa d’Albino
- Episodio 6: Rosa furiosa
- Episodio 7: E strunz
- Episodio 8: Pierre de Ronsard
- Episodio 9: A tavola senza cadaveri
- Episodio 10: Il signor Marino
- Episodio 1: In fuga da Pietro
- Episodio 2: Il buono, il cattivo e il maresciallo
- Episodio 3: François Dubois
- Episodio 4: Laura
- Episodio 5: Viola Testa
- Episodio 6: Calogiuri
- Episodio 7: I vecchi
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
Valentina e Viola avevano lasciato il parcheggio del San Michele per avviarsi al paese, senza dire mezza parola. Una attenta al traffico dell’incrocio e l’altra in silenzio, per non distrarre l’amica alla guida della vecchia utilitaria Fiat, poco usata e rimasta ferma in garage da quando il suo legittimo proprietario l’aveva lasciata da lei per tornarsene in Francia, scappando come un ladro.
Lungo la SS 554, Valentina, con un occhio vigile sulla strada e l’altro rivolto, con uno sguardo fugace, verso la giovane donna che le stava affianco, le aveva chiesto di Rosa.
«Molto meglio, a quanto pare. Non ho potuto trattenermi in camera con lei perché è arrivato quasi subito il maresciallo dei carabinieri, per farle alcune domande. Io, però, ho parlato con la dottoressa Capoccia, la psicologa che la segue regolarmente. Dice che Rosa, un po’ per volta, sta riacquistando sprazzi di memoria e integrando i frammenti della sua esperienza traumatica. Pare che, nel sonno, abbia nominato una persona. Sospettano abbia a che fare con chi l’ha ridotta in stato di shock. La dottoressa dice che dovrà continuare a elaborare il trauma, che ci vorrà del tempo, sostegno affettivo, supporto psicologico e un ambiente familiare sereno.»
«Il maresciallo l’avevo visto mentre saliva. Per questo non ti ho raggiunto. Temevo potesse dare il tormento anche a me, quel tritauova.»
«Beh, fa soltanto il suo dovere. E meno male che da noi una caserma dei carabinieri c’è ancora.»
«Io il maresciallo Lo Piccolo non lo sopporto. Mi sembra poco serio, come se avesse sempre voglia di sfottermi.»
«A te non piaceva neanche Murru, quello che c’era prima. E quell’altro, il brigadiere, come si chiamava? Quello che vi pedinava, quando uscivi con Gemma, perché voleva sapere se aveste già un ragazzo. Forse si era innamorato di una delle due. Ma a te i carabinieri in divisa mi pare che non ti siano molto simpatici.»
«Ma no, cosa dici? Qualcuno c’è che rispetto e stimo.»
«E chi sarebbe?»
«Ivo.»
«Che c’entra lui? È un tuo amico, siete stati all’asilo insieme. In collegio, in campeggio, a passeggio e magari anche in qualche seggio.»
«No, al seggio mai.»
«Va beh, però ci stava. E comunque lui è come un fratello, gli vuoi bene. Dimmene almeno un altro.»
«Ce l’ho.»
«Spara.»
«Calogiuri»
«Calogiuri? Chi è?»
«Il maresciallo che collabora con Imma Tataranni.»
«Il nome non mi è nuovo, ma non ricordo chi sia.»
«Il Sostituto Procuratore della serie tv, su Rai 1.»
«Ah ah ah! Sei scema o cosa? Stai parlando di un attore.»
«Sì, sto parlando di un attore. Un bbonoo. Bello, tosto e tenerone. Anche la fiction è molto divertente. Imma Tataranni, la protagonista, interpretata da Vanessa Scalera, è una sagoma. Dovresti vedere come si concia, però è simpatica. E poi è ambientato tra i sassi di Matera. Dovresti vederlo. Io sto guardando le repliche per la terza volta. Quando sono un po’ moscia mi tirano su di morale.»
Erano quasi arrivate al paese quando il cellulare di Valentina aveva iniziato a vibrare.
«Dai uno sguardo. Vedi chi è.»
«Scassa… Mbrelli? Che cognome è?»
«È lui, il maresciallo. Prima stava a Napoli e quando l’hanno trasferito qui, se qualcuno osava disturbarlo mentre era al bar a prendersi il caffè, senza che ci fosse il morto di mezzo, si infuriava, al telefono, con il carabiniere che voleva informarlo. “Uff, ‘sti scassambrelle”. Come osavano interrompere quel momento di estasi, mentre annusava e degustava il suo caffè corretto. Li avrebbe mandati volentieri al fresco, ma non a Buoncamminno, che ormai era fuori uso, “in Siberia”, diceva. Una volta ero lì anch’io, facendo colazione insieme a Rosa, e quell’espressione mi è rimasta impressa; perciò nella rubrica ho segnato Scassa Mbrelli.»
«Sei tremenda.»
«Che vuoi che sia? È un nomignolo inoffensivo. Dovresti sentire Gianna, mia cugina, da quando hanno pestato il figlio, insieme agli amici, per futili motivi. I ragazzi stavano seduti in piazza, sotto un lampione acceso, disarmati, un po’ storditi dal fumo, ma tranquilli. Quando uno dei carabinieri gli ha imposto di andarsene a casa, loro si sono rifiutati. Uno si è alzato in piedi e lo ha sfidato: “perché sennò che mi fai?”. E quello ha cominciato a spingerlo, a strattonarlo, poi a colpirlo. Gli altri hanno cercato di difenderlo e, instabili com’erano, hanno subito il pestaggio senza riuscire a schivare i colpi.»
«Va beh, però non si può fare un unico fascio con frumento e gramigna. L’erbaccia può crescere ovunque, questo non ci dà il diritto di disprezzare l’intera categoria.»
«Mia nonna diceva sempre: “In peddi allena, corria lada”. Siamo tutti buonisti finché non toccano la nostra pelle o quella di un nostro famigliare.”
In quel momento il cellulare aveva ripreso a vibrare.
« È di nuovo lui, il maresciallo. Non vuoi rispondere? Dai parcheggia.»
«Lo chiamo dopo. Ormai siamo quasi arrivate.»
«Ok, come vuoi.»
«Mangiamo insieme? Preparo un piatto di pasta al sugo, ti va?»
«Va bene, grazie. Per oggi non credo che riuscirei a cucinare. Devo prima arieggiare, ripulire, fare la spesa. Chissà che macello.»
E di nuovo il cellulare aveva ripreso a vibrare.
«Uffa, che biglie!» aveva sbottato Valentina, mentre infilava la Punto nello stesso punto esatto in cui era rimasta ferma per tanto tempo. «Pronto!»
«Signorina Perra Valentina, lei scrive ancora sul DXD?»
«Non più, da tanto tempo. Forse, a breve, un articolo sul caso Clara Peddis. Perché me lo chiede?»
«Oggi è il suo giorno fortunato. Lei mi sta simpatica e io mi sento generoso. Se viene a trovarmi oggi stesso, le farò un regalo.»
«Un regalo? Di che genere?»
«Uno scoop. Vuol sapere chi sono gli aggressori della sua amica Rosa Testa?»
«Sì, certo. Ma è vero che c’è di mezzo anche una donna? Una certa Lia?»
«No, signorina. Elia, non Lia, ma al telefono non posso dirle altro. L’aspetto da me in ufficio.»
Valentina era rimasta a bocca aperta, come se le fosse apparso il maresciallo Calogiuri in persona che le mandava un bacio con la mano.
«Hai sentito? Hanno preso quei delinquenti.»
«Sì, ho sentito. Ci speravo tanto. Vedi che le Forze dell’ordine sono importanti.»
Serie: Le rose e le rouge
- Episodio 1: In fuga da Pietro
- Episodio 2: Il buono, il cattivo e il maresciallo
- Episodio 3: François Dubois
- Episodio 4: Laura
- Episodio 5: Viola Testa
- Episodio 6: Calogiuri
- Episodio 7: I vecchi
Questo è uno dei dialoghi più realistici che abbia letto fino ad ora su Open. Ho avuto questa sensazione perchè è il classico dialogo di chi cerca di distrarsi da una brutta situazione trovando conforto in argomenti leggeri e concentrandovisi sviacerando ogni dettaglio, cercando di rendere importanti anche le piccolezze.
In questo non sei stata solo brava, ma bravissima! 😼
Ciao Mary, grazie.🙏 Mi confermi un parere positivo su questi dialoghi che mi rende felice. Forse il fatto che io mi senta lì sulla scena, in macchina o dovunque siano le sue donne o altri personaggi della storia, e mi identifichi nell’uno o nell’altro, mi aiuta.
” 😂”
Parole sante😂 😂
«Mia nonna diceva sempre: “In peddi allena, corria lada”. Siamo tutti buonisti finché non toccano la nostra pelle o quella di un nostro famigliare.” Condivido. Bellissimo il dialogo tra le due amiche e sono strafelice che l’indagine sia arrivata a un punto di svolta. Brava come sempre 👏👏
Ciao Tiziana, grazie. La frase della nonna, ben nota alle generazioni che ci hanno preceduto qui nel territorio campidanese, spero sia comprensibile o intuibile per tutti, anche senza traduzione.
Mi associo agli altri commenti, bellissimo il dialogo tra le due ragazze! soprattutto molto realistico. Hai reso perfettamente quelle che sono le posizioni e i punti di vista delle persone comuni quando si trovano a parlare o ad avere a che fare con le forze dell’ordine. inoltre ho ritrovato la tua intelligente ironia. Da quando è spuntato, mi chiedevo da dove venisse questo Lia, e finalmente ecco svelato il mistero…ma non del tutto, siamo di fronte ad un personaggio nuovo, a quanto pare. Sono curiosa di sapere dove ci porterai…
Il personaggio non é del tutto nuovo e neppure “lavato con perlana”, come diceva lo spot pubblicitario che era diventato un tormentone.
Il nome del personaggio, peró, non si sapeva.
Finora era stato solo una delle comparse anonime.
Non ti dico altro, anche se collegando i vari indizi ormai é facile da capire chi possa essere. Aggiungo soltanto grazie, Irene, per aver apprezzato i dialoghi tra Valentina e Viola e l’ ironia che sento la necessità di esprimere in ogni episodio di questo mio giallino canarino.
Che bell’indizio mi dai! Leggendo il nome nuovo non avevo neppure pensato alle comparse anonime…sai che ora mi vado a collegare gli indizi, svolgo le mie indagini!
Il dialogo tra le due ragazze in auto mi è piaciuto tantissimo! E anche il colpo di scena finale: chi è Elia?😱 Aspetto il prossimo episodio ❤️
Ciao Arianna, grazie. Una piccola anticipazione: Elia é uno che aveva bevuto troppa birra.
Brava M.Luisa, hai trovato tanti bei eufemismi come “quel tritauova, lo scassa Mbrelli, che biglie”. Giusto per romperti un po’ le biglie rivendico la copyright sulla frase “infilava la Punto nello stesso punto”. Non mi smentisco mai, vero? Sono proprio quel tritauova o, se preferisci, quello scassa ‘mbrelli di Fabius P. Per il resto nulla di dire, è tutto perfetto. Io non cambierei il tuo modo di scrivere, è il tuo stile. Cambiare forzatamente è sempre rischioso. Ti vedi Fabius P. scrivere seriamente?
Ciao Fabius, avevi giâ scritto anche tu la battuta della Punto? Non ricordo, peró sappi che leggendo i tuoi racconti ho sempre la tentazione di copiarti e credo che tu abbia influenzato notevolmente la mia scrittura, perché mi piace il tuo umorismo e, come dice il nostro Gesuino Nemus: non possiamo ammorbare il mondo con la tristezza dei nostri problemi. Peró ti giuro che non oserei mai copiarti volontariamente. Continueró ad apprendere l’arte del far sorridere cercando di personalizzarla, a modo mio, pur sapendo che, nel tuo genere ironico-grottesco, sei e resterai insuperabile.
Grazie Fabius P.
Mi sono goduto molto la lettura: il dialogo tra Valentina e Viola è vivido, naturale, sembra quasi di stare in macchina con loro. Hai una bella mano nel rendere la quotidianità e i rapporti, con quel misto di leggerezza, ironia e profondità che tiene il lettore agganciato.
Se me lo permetti, mi viene da dirti: perché non osare ancora di più? In certi passaggi, magari meno spiegazioni e più sottotesto, più tensione lasciata sospesa. Hai tutto per farlo: ritmo, orecchio per i personaggi, senso della scena.
Sono convinto che potresti portare la tua scrittura ancora più in profondità, se ti dai il permesso di spingerti oltre.
Grazie di cuore per questo commento utile e stimolante. I miei limiti sono numerosi: l’esigenza di chiudere tutti i punti rimasti in sospeso che sono tanti, perché ho messo tanta carne sl fuoco. Una storia dentro l’altra, con molti sospetti e sospettati e un “fuggiasco” da definire meglio. Forse sto correndo troppo come se mi stessero inseguendo i carabinieri.😊
E forse sto spiegando troppe cose che andrebbero semplicemente mostrate.
“Lunga é la strada, stretta é la via, dite la vostra che ho detto la mia.”
Scherzavo! Da qualche parte l’avrò anche scritta, era solo per sottolineare il mio influsso (negativo?).