Ceres? Come la birra?

Serie: L'eredità di Giacomo


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Thomas si confida con Piero e Marisa, ma, involontariamente, causa uno screzio fra i due.

Nel salire per la facile stradina notai, più in alto, un uomo che procedeva nella mia stessa direzione. Anche lui, girando lo sguardo verso valle, mi vide e si fermò ad aspettare che lo raggiungessi.

«Buongiorno!» disse «Ti spiace se salgo con te? Non conosco la zona e non vorrei perdermi»

Era un uomo di mezza età con un viso dai tratti decisi e un fisico da atleta.

«No, anzi, mi fa piacere. La zona non la conosco neppure io, ma meglio perdersi in compagnia che da soli» risposi sorridendo.

Camminammo un po’ senza parlare poi lui si fermò e mi guardò serio.

«Cos’è che ti opprime tanto? Si vede da lontano la nube grigia che i tuoi pensieri liberano nell’aria.»

Mi arrestai col passo a metà, ma la voglia di chiedergli se fosse uno psicologo in cerca di clienti o solo un curioso ficcanaso si dissolse alla stessa velocità con cui si era manifestata. Mi ascoltai, sorpreso, mentre gli raccontavo quanto accaduto poco prima e del rammarico che sentivo per aver causato lo screzio tra i miei amici.

«Non sei certo tu la causa del loro malumore, è qualcosa che si portano dentro da tempo e che prima o poi risolveranno.»

«Ma li conosce?»

«Usa il tu, per favore, il lei mi confonde. Non li conosco ma la dinamica delle loro reazioni è normale nelle coppie: incomprensioni non chiarite che diventano croniche e spesso insanabili. Comunque, non è solo questo che ti angustia, sono ben altri i nodi che non riesci a sciogliere»

«Può essere che tu abbia ragione, ma non credo che parlarne a chi conosco da dieci minuti possa aiutarmi e, se te ne parlassi, potresti pensare che io sia pazzo e, forse, lo sono realmente.» Non mi riusciva proprio di mandarlo a quel paese e, oltre a una simpatia che aveva smantellato le mie difese, cominciavo ad avere il sentore che l’incontro non fosse casuale.

«Io so che non sei pazzo e non sono uno sconosciuto, ero a casa tua ieri sera, ricordi?»

I miei dubbi sulla non casualità dell’incontro ebbero conferma.

«Sei la mente superiore» affermai, «ma hai cambiato aspetto e voce»

«È uno dei vantaggi più apprezzati da noi menti in missione: la possibilità di cambiare ‘abito’ a seconda delle esigenze. Oggi mi serviva un corpo da atleta, ma non devi preoccuparti per l’uomo a cui appartiene: sta dormendo profondamente e al risveglio penserà solo di aver fatto uno strano sogno e si convincerà che la stanchezza e le gambe pesanti siano conseguenza del turno di notte e del cibo mangiato in fretta prima di coricarsi. Per quanto le nostre operazioni sulla terra siano rare, e quasi mai pericolose, a volte capita che qualche umano ‘preso in prestito’ si ritrovi al mattino con lividi che non sa spiegare o con dolori che gli fanno pensare di dover cambiare materasso.

Il chiacchierare ci aveva distratti al punto da non accorgerci dell’arrivo del temporale, fu un fulmine, caduto poco distante, a farci capire che il tempo minacciava bufera. Le prime gocce di pioggia ci videro arrancare sul sentiero che, abbandonata la stradina, puntava diritto e ripido all’ingresso della malga. L’edificio non era molto distante, ma abbastanza da considerare una pura illusione la possibilità di arrivarci asciutti. Il nostro timore era trovare l’ingresso chiuso e fu un grande sollievo aprire la porta e trovare all’interno la possibilità di scaldarci ed asciugarci. Eravamo fradici e, dopo aver acceso sia stufa che caminetto, non esitammo a spogliarci degli abiti bagnati per indossare quei ricambi che chiunque va in montagna sa quanto sia opportuno avere nello zaino. Stesi i panni bagnati sui ferri della stufa prendemmo posto, entrambi, sulla panca davanti al fuoco del caminetto.

«Veniamo al dunque Thomas, non ho molto tempo. Stasera chiuderemo la faccenda di Rino e sistemeremo in modo definitivo quell’odioso pedofilo e chi, forte del suo ruolo, lo sta aiutando. Devo chiederti assoluta fiducia in me, cercheranno ancora di violare la tua mente, ma, se tu mi permetterai di essere con te, li fermerò con facilità e, in pochi secondi, tu sarai libero e loro ridotti all’impotenza.»

«Suppongo che essere con me significhi nella mia mente»

«Si, non pensarmi come invasore, tu sarai sempre cosciente e partecipe ma non dovrai subire ciò che già hai provato. Io sarò scudo e mannaia, credimi, la loro potenza è nulla in confronto alla mia.»

«Mi sfugge il senso della mia presenza, non potresti fare da solo?»

«No, non potrei leggere le loro menti. Tu sei la chiave, o l’esca, se preferisci: nel momento in cui entreranno nella tua mente spalancheranno la loro e si condanneranno da soli.»

«Va bene, credo di non avere altra scelta che fidarmi di te. Posso sapere almeno il tuo nome?»

«Ceres, questo è il nome mi hanno dato.»

«Ceres? Come la birra?» sghignazzai.

«No, ignorante,» rispose irritato «Ceres era una dea greca, Cerere per i romani, era venerata in molti luoghi come protettrice dell’infanzia e a me, che combatto i pedofili, è stato assegnato il suo nome.»

«Ma è un nome femminile!»

«Ma secondo te le anime hanno sesso? Quando morirai potresti rinascere bambina, tienilo a mente nella tua vita, ti servirà.»

«Avrei decine di domande da farti»

«E io sarei felice di risponderti, ma non ora. Quest’uomo fra un po’ dovrà svegliarsi e prepararsi, andrà a cena da sua madre e poi al suo lavoro notturno. Devo arrivare a casa sua prima che suoni la sveglia, sarebbe imbarazzante tornasse alla realtà su un sentiero di montagna. Una volta lì dovrò avere il tempo per rendere plausibili questi indumenti bagnati, penso che li stenderò sul terrazzo così, male che vada, gli nasceranno dubbi sul suo equilibrio mentale o sulla sua memoria.»

Raccattò con attenzione camicia e pantaloni che aveva indossato salendo e mi salutò: «Ciao Thomas, asciugati bene e scendi con calma, stasera alle dieci sarò da te, avvisa anche Jurgen, che non mi ostacoli scambiandomi per un nemico».

«A stasera Ceres, vedi di farmi vincere facile che ho una vita davanti.»

Continua...

Serie: L'eredità di Giacomo


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Tra azione, mistero e un tocco surreale, questo capitolo scorre con grande ritmo: l’atmosfera sospesa nella malga funziona benissimo, e il personaggio di Ceres aggiunge fascino e tensione. Si sente che la storia sta per esplodere davvero.

  2. Sono molto curiosa di scoprire quale sia il segreto che nascondono gli amici di Thomas. Credocche, prima o poi ce lo svelerai. Aspetto fiduciosa, continuando a leggere la prosa scorrevolissima di questi tuoi racconti, tra un’escursione e l’altra, nei sentieri della montagna, come farei anch’io, di tanto in tanto, se potessi.

    1. Ciao Maria Luisa, non è un segreto, ma un dolore che si trascinano da prima di sposarsi. Tranquilla, risolveremo anche questo. Questa serie avrà un finale tipo… e vissero tutti felici e contenti. Ho bisogno di lieto fine che brutture a ‘sto mondo ce ne sono abbastanza.

      1. Bene. Spargiamo un po’ di positività in questo mondo pieno di malvagità, ma anche di bontà. Se pensiamo alle navi di volontari che sono partite per Gaza, a portare il loro aiuto, rischiando la vita, si capisce che, per fortuna, il mondo é vario.

  3. Ciao Giuseppe, ho recuperato un pochino nella lettura del tuo racconto che continua a destare interesse. Con una narrazione semplice sfiori argomenti intensi e dinamiche comuni a chi vive delle relazioni. Mi incuriosisce sempre la modalità peculiare che la “controparte trascendente” assume per manifestarsi al protagonista, quasi fosse una fragilità a cui è soggetta. Grazie per la lettura

    1. Ciao Paolo, a parte il piacere per il tuo interesse è stimolante quel tuo riferimento alla “controparte trascendente” che, te lo assicuro, mi impegna nel renderla “terrena” e non troppo potente e incredibile. Vorrei riuscire a far percepire una certa nostalgia che ha l’anima (puro pensiero asessuato) per una condizione contraddittoria come quella umana. Quando Thomas e Ceres si siedono davanti al caminetto avrei voluto far raccontare alla mente superiore dei ricordi ancestrali che il fuoco gli ispirava palesando così il suo passato umano. Nostalgia dei sentimenti, del piacere, del dolore… del bene e del male che insito nell’uomo. Ma il romanzo è una storia di redenzione, del passaggio di Thomas da un assoluto egoismo alla consapevolezza che la vita è un percorso da affrontare in gruppo. L’anima, la mente superiore, è solo un’allegoria funzionale alla storia.