
Diario di una sfacciata provinciale – le mie origini
Mi chiamo Anna, sono nata in una sera fredda di dicembre, precisamente il secondo giorno del mese. Il due nella smorfia napoletana รจ rappresentato dalla โbambulellโ, la bambolina. Fui tanto attesa poichรฉ ero lโunica femminuccia ad essere nata in un giorno dove erano nati tutti maschietti, cosรฌ quando mi portarono al letto di mia madre, anche gli altri genitori, tutti ad ammirare la mia folta chiometta nera ed il mio faccino paffutello. Credo che quel giorno fu segnato il mio destino, essere inconsapevolmente lโattrazione di tanti uomini.
Mio padre contentissimo, perchรจ sono nata dopo un aborto spontaneo di mia madre, in seguito a due lutti gravi che colpirono sia la mia famiglia paterna, con scomparsa di mia nonna, che materna, con la prematura morte di mio zio. Mio padre, in cuor suo, aspettava il figlio maschio. Nella tradizione partenopea si usa dare nome al primo maschio del nonno per continuare la discendenza. Dopo dieci anni arrivรฒ e fui la seconda mammina. Dopo di me, la mia sorellina, la ruffiana di papร e la mia compagna di giochi, insieme a divertirci, creevamo storie semplici, trascorrevamo le nostre giornate con tanta fantasia; il plaid a quadri, lo trasformavamo in un vestito da modelle cingendocelo e il red carpet era il tappeto grande della cucina, poi allโoccorrenza lo stesso plaid diventava la zattera di viaggi avventurosi, in giro per la casa, passavamo sotto i letti, che per noi erano ponti, come Huck & Berry Finn.
A quattro anni iniziai il periodo scolastico, dalla materna alle medie dalle suore, con la loro rigida educazione, ma anche con tanti progetti interessanti, mi hanno portata ad essere curiosa e ad avere ottime basi alle superiori.
In quinta elementare ricevetti per la prima volta dei fiori, per la festa della donna, ahimรจ, la suora rimproverรฒ il mio compagno dicendogli che quelle mimose le doveva portare alla Madonna e non allโamica; un episodio carino e gentile, lo fece diventare brutto e quasi sporca mi fece sentire, perchรจ quel mazzolino non lo meritavo. Lo stesso anno, ho vissuto, un altro brutto momento: il ragazzetto gentile, il carino della classe, mi fece uno sgambetto a tradimento, e mi provocรฒ un trauma cranico; sconcertante fu la reazione delle suore, preoccupate solo di essere citate dallโassicurazione, rimasero stupefatte quando mia madre riferรฌ loro che nessun prezzo sarebbe bastato per la salute dei propri figli. Nonostante ciรฒ, durante le medie, continuai a frequentare quella scuola, la maggior parte dei miei amici erano li, era la mia casa. Con le suore ho sempre avuto un rapporto dโamore-odio, ero insolente, sfacciata e loro questโatteggiamento da una bambina non potevano accettarlo, spesso mi cacciavano fuori dallโaula, mi rimproveravano perchรฉ ridevo loro in faccia, dopo i loro racconti palesemente inventati, con una sfrontatezza esagerata. Quando ero fuori mi divertivo coi ragazzi che andavano in bagno, delle altre classi, non mi facevo atterrare il morale da una โcap e pezzโ!
Indossavamo una divisa con una gonna a pantalone blu fin sul ginocchio ed una camicia a righe con cravatta e pulloverino, il mio portamento era di una ragazzetta semplice, senza fronzoli, mentre molte mie amiche giร mettevano in evidenza seni, infilandosi per bene la camicia per farla aderire meglio, avevano labbra con rossetti lucidi, scarpe con leggero tacco, io nulla di tutto ciรฒ, eppure ero quella piรน corteggiata. Nellโintervallo, tutte le classi si univano, ero circondata da tanti ragazzi, mi divertivano le loro battute, anche se poi vedevo le occhiatacce delle tipe agghindate, ma non davo loro importanza. Fu un bel periodo, ricordo il mio primo bacio alla fine della prima media, ad una festa. Lui era il piรน bello dellโistituto, compagno di classe mulatto, anche oggi un uomo di un fascino strepitoso, identico a Will Smith.
Il mio successo con lโaltro sesso, non si รจ arrestato alle medie, continuรฒ nei villaggi turistici, periodo delle vacanze estive, prime cotte innocenti, bei momenti spensierati.
Dopo il periodo delle โsuoreโ, una nuova avventura mi attendeva: la prima volta che frequentavo un istituto pubblico. La differenza era notevole, il numero degli allievi era dieci volte in piรน rispetto allโambiente di nicchia a cui ero abituata, caos nei corridoi, ragazzi molto piรน grandi di me con lโaria da sbruffoni, vestiti alla moda, sembravo un pesce fuor dโacqua.
Sia alle medie che alle superiori ricordo la differenza e le similitudini del primo giorno di scuola. In entrambi i casi arrivai in ritardo, con aria apparentemente timida; alle medie il posto libero era in fondo alla classe, io bassina fui presto spostata, alle superiori invece il posto vuoto era quello del primo banco. In fondo tutte le ragazze che erano state bocciate, mi vedevano come la tipa precisina, poi mi conobbero e feci quasi un miracolo, in meno di due mesi quel primo banco che per loro era il castigo assoluto, divenne la loro posizione preferita, si spostarono ed io le aiutavo e suggerivo nei compiti e ci divertivamo tantissimo, con le nostre confidenze; risate e battute erano allโordine del giorno, tantโรจ che al primo quadrimestre del terzo anno ci beccammo il 7 in condotta.
I ragazzi dellโistituto tutti a meravigliarsi delle ragazze tutto pepe, loro, purtroppo, vennero bocciate, solo io promossa perchรฉ il mio profitto lodevole. Io interagivo coi professori, prendevo appunti, venivo presa spesso in giro per questo motivo, stavo sempre con carta e penna e lโunica ad alzare la mano per chiedere spiegazioni e approfondimenti, trovavo interessanti tutte le materie, in particolare mi affascinavano quelle letterarie, nonostante frequentassi la ragioneria, ho avuto un professore di italiano favoloso, mi appassionai cosรฌ tanto a Dante, in particolare le storie del conte Ugolino e di Paolo e Francesca, quello schema della vita eterna ancora oggi รจ spunto di tante riflessioni.
Una mia amica mi diede lโappellattivo di โMemoleโ il dolce folletto dei cartoni animati, non solo per la mia statura piccoletta e solaritร ; tenera, dolce, indossavo sempre i cappelli, cosa che facevo e faccio ancora nelle giornate fredde, mentre loro nessuna mai, attente alla moda e a non rovinarsi la piega, lโanticonvenzionale ero io, vestivo sempre con una taglia piรน grande per non farmi notare e invece cโavevo sempre tanti pretendenti.
Ero diligente, ma non una secchiona, studiavo, ma non tantissimo. Terminavo sempre tardi i compiti, per il semplice fatto che dormivo un bel poโ il pomeriggio, cosa che ancora oggi non ne posso fare a meno, la pennichella per me รจ sacra e irrinunciabile. Per ciรฒ che riguarda i compiti scritti, sono stata sempre molto brava a copiare, la considero unโarte vera e propria, non tutti son capaci e portati per farlo, ci vuole tanta intelligenza, destrezza, adattabilitร , elasticitร , mente aperta, peli sul cuore, sguardo attento, ottimi riflessi, non farsi prendere dal panico, bisogna conoscere bene la materia; non ho mai copiato dagli altri, perchรฉ non mi sono mai fidata fino in fondo, erano ragazzi come me, potevano sbagliare, facevo affidamento solo sulla mia capacitร di sintesi, copiavo da me stessa, dai libri e dagli appunti che mi facevo con tanto zelo, schemi delle regole di grammatica dโinglese e francese, schemi degli articoli in partita doppia di ragioneria, e geometria. Mica potevo ricordare tutto? Conoscevo il ragionamento ma tutte quelle formule per me erano impossibili da memorizzare, cosรฌ facevo fotocopie delle fotocopie, fino a ridurre quei fogli formato A4 in piccolissimi da 5mmx5mm che incollavo dietro la mia calcolatrice o sotto il fondo del mio astuccio. Non sono mai stata scoperta, cosa che invece รจ avvenuta per una mia amica che fu bocciata per questo, e anche mio fratello una mezza volta che ci provรฒ fu sgamato e cosรฌ ebbe troppa paura per ritentare lโimpresa..Copiare non รจ per tutti, non รจ per dilettanti, รจ per abili bugiardi, chi sa copiare รจ uno che sa anche mentire bene, bisogna comunque ricordare il tutto perchรจ non รจ detto che puoi sempre prendere quei benedetti foglietti, ancora oggi li conservo come reliquie, ricordi di momenti adrenalinici fortissimi.
Riguardo ai ragazzi, ce nโerano sempre tanti, troppi in giro, cosรฌ decisi di fidanzarmi presto, con un ragazzo che ero sicura non mi facesse soffrire e si sarebbe preso sempre cura di me, uno affidabile e sincero, allโetร di 15 anni lo presentai alla mia famiglia e fa parte della mia vita da circa 20 anni, dieci di fidanzamento e il resto da sposati. Coppia solida e affiatata, con due meravigliosi bambini, bellissimi e vivaci. Una vita idilliaca, da favola, matrimonio indimenticabile, il mio vestito, ancora oggi, il piรน bello che abbia mai visto, con uno scollo a virgola tempestato di swarovski, modello a sirena, bianca seta, mi sentivo una diva hollywoodiana, con tanta disinvoltura indossai quellโabito per nulla semplice. Lo scelse il mio adorato papร , se fosse stato per mia madre mi avrebbe preso uno con balze tipo comununione, invece ero sexy, femmina, donna, elegantissima e fascinosa.
Mi sposai di pomeriggio, la prima a fare questa scelta, tutte che si svegliavano allโalba nel fatidico giorno, io no, non avrei mai potuto fare cosa cosรฌ sciocca, per me, tutto con estrema calma e tranquillitร ..cosa che fece anche il parroco. Il giorno precedente, quello della confessione e prova in chiesa mi fece una ramanzina esagerata perchรฉ arrivai dopo unโora, a casa avevo lโestetista e si fece un poโ tardi, con brutto tono mi disse di non replicare la scena lโindomani. Ci rimasi malissimo, permalosa che sono, mi trattenni per pochi minuti, ma appena Lui, mio futuro marito, mi recitรฒ le fatidiche parole del matrimonio, scoppiai a piangere. Non erano due semplici lacrime, ero un fiume in piena inarrestabile, tantโรจ che la mia parte non riuscii a dirla; al parroco, gli dissi singhiozzando, che non volevo leggere le promesse il giorno dopo sullโaltare. Il parroco sbigottito e sorpreso, mi disse, con garbo, che non era possibile, bisognava ripeterle obbligatoriamente, proposi di dire solo โsรฌโ alle varie promesse, ma era impossibile questa opzione, allora, sempre tra le lacrime, gli feci unโaltra proposta che finalmente fu accettata. Dissi: โDon Alfio, facciamo una cosa, leggerรฒ io per prima, cosรฌ come fosse un esame, cosรฌ sto concentrata a dire la mia parte, che la sua dopo manco la sento e cosรฌ non mi emoziono!โ..lui con un sorriso tra le labbra annuรฌ.. โ Il giorno del matrimonio poi fu il parroco ad essere in ritardo ed io dovetti aspettarlo nella cabriolet, con mio padre emozionato..proprio vero il detto, valido soprattutto per la sacra casta โfai quello che dico io e non quello che faccio io!โ
Rimembrando, penso che mi sono sempre comportata da maschio, ho fatto e faccio ancora oggi, โIoโ, la parte dellโuomo, ho un carattere forte, deciso, apparentemente dolce e fragile, in realtร sono un generale, anche se ho tante sfumature, solo chi รจ ben attento ed ha una spiccata sensibilitร puรฒ accorgersene.
Mio marito appena compii 18 anni, giร mi voleva come sua sposa, lui tipo pacato e tranquillo, lโesatto opposto mio, anche se poi questโirrequietezza lโho sempre controllata, pochi sanno che dentro sono turbolenta, a 16 anni ho provato lโemozione di volare su di un deltaplano, esperienza fortissima, ancora la ricordo con tanta adrenalina, era dโestate, i miei piedi poggiavano su due piccole staffette di ferro e la mia schiena poggiava su minuscolo seggiolino, alle mie spalle cโera il motore, ne sentivo il rumore, avanti il pilota, ricordo le sue uniche parole, in cielo, disse: โPosso osare?โ..ed io incosciente e divertita gli dissi: โCerto, osi pure, Osi!โ..cosรฌ fece una virata e delle girate che mi fecero balzare il cuore nei polmoni..perรฒ quanta vita, fu una bellissima sensazione, solo dopo averla vissuta la raccontai ai miei genitori, mi rimproverarono, era pericoloso. Non avevano tutti i torti, lโanno successivo uno di quei deltaplani precipitรฒ ed il conducente e passeggero morirono entrambi. Io non la penso cosรฌ! si muore per un destino scritto, certo siamo anche noi gli artefici del nostro percorso, ma gli eventi negativi o positivi spesso accadono perchรฉ cosรฌ deve essere, oggi ripenso spesso a rivivere quellโemozione, magari in tandem insieme ad un esperto e farmi riprendere con una cam, per rievocare il gesto folle, non rinchiuso solamente nella mia memoria.
Oltre a questโaspetto di me, selvaggio e spericolato, vive anche uno romantico e sognatore, ecco perchรฉ decisi di andare in viaggio di nozze, di fare una tappa, nei parchi Disney, ad Orlando, fu bellissimo ed emozionante, sembravo una bambina nel suo mondo fatato, lo ero nonostante avessi 24 anni, ero tanto ingenua; era il nostro primo viaggio, la nostra prima vera esperienza di vita di coppia. Eโ stato uno dei momenti piรน rilassanti, anche se il pensiero dei familiari era sempre molto forte in me, ogni giorno telefonavo a casa per raccontare le nostre giornate e chiedevo sempre di mia nonna, che non stava tanto bene, era in dialisi, ricordo la telefonata che le feci dal Messico, le regalai una cornice coi personaggi Disney, ma non ebbe il tempo di mettere una bella foto, dopo poco piรน di un mese volรฒ in cielo.
Quanto le volevo e le voglio bene alla mia nonna, lei lo sapeva e per questo non ho rimpianti, le sono stata vicino, sono stata una brava nipote. Una donna dโaltri tempi, forte, coraggiosa, amava i suoi figli, i nipoti, era solare, moderna, una crocerossina da giovane, una vera forza della natura, sapeva farsi i lavaggi da sola, teneva sempre allenata la mente coi cruciverba, mi ha insegnato a leggere lโorologio, ci viziava cucinandoci tante cose saporite e cantava vari stornelli dellโepoca, uno che mi รจ rimasto impresso era โil pullover che mi hai dato tu, sai mia cara contiene una virtรน..โ Mi dispiace che non abbia visto nessun pronipote e mia sorella sposarsi, o mio fratello laurearsi, sarebbe stata fiera di lui.
Riguardo ai pronipoti, ormai ero sposata da sei mesi, ma nessun bimbo allโorizzonte, mi venne anche il dubbio che sbagliassimo qualcosa, non avevamo avuto altre esperienze, cosรฌ mia madre mi consigliรฒ una visita ginecologica, avevo paura, non ne capivo il senso, non ero malata, non cโero mai andata, mi vergognavo, perรฒ poi mi convinse e scelsi una dottoressa femmina, la quale perรฒ di femminile non aveva nulla, fredda e mancanza totale di comprensione e dolcezza, mi disse che avevo unโinfezione normale e che dovevo mettere dei semplici ovuli..ed io: โovuli che?โ..lei mi guardรฒ con aria interdetta, io non sapevo cosโera, poi mi spiegรฒ con aria saccente come fare la cura. Tornata a casa, piansi tantissimo, manco avessi un male incurabile, per me lo era, non sapevo nulla della vita..ancora troppo ingenua ero. Decisi di cambiare dottore, perchรจ non mi piacque per nulla il suo approccio. Lui mi diede serenitร e cosรฌ la notizia lieta arrivรฒ due giorni prima del matrimonio di mia sorella, tutti festeggiarono lei, ma anche me; sono sempre stata cosรฌ, inconsapevolmente gli eventi della vita mi rendevano protagonista.
La gravidanza bel periodo, non ebbi problemi o grandi fastidi e dolori, avevo solo tanta ansia e paura per il piccolo, che se la prese con comoditร , infatti nove mesi non si รจ mai messo in posizione, e cosรฌ ebbi il cesareo perchรจ podalico. Si ruppero le acque, ero in cucina con mia madre che stirava e lโestetista che mi faceva un pedicure, lei mi diceva โalza, abbassa i piediโ, io le obbedivo ma nel frattempo mi sentivo strana, bagnata e non era acqua dei piedi, appena terminรฒ mi alzai dalla sedia e con una voce incredula, informai mia madre che secondo me era arrivato il momento, lei inizialmente si fece prendere dal panico, non sapeva cosa fare, perchรจ non le era mai successo, io con freddezza le ordinai di chiamare il dottore, che le disse di andare subito in clinica, in meno di un paio dโore il mio piccolo nacque. Entrai piangendo ed uscii piangendo e tremolante dalla sala operatoria, il pianto dapprima di paura dopo era di gioia assoluta. Mio figlio mi sorprese dal primo istante, avevo paura di come sarebbe uscito, molte mi dicevano che i figli, pieni di sangue, brutti come conigli, invece Lui no, bellissimo dal primo istante che lo vidi a testa in giรน, la primissima cosa che fece coi suoi occhi giร aperti fu quella di sorridermi, io non ci credevo, come un neonato che sorride? Eppure posso asserire che fu proprio cosรฌ; fu Lui 2.850 Kg a tranquillizzarmi, come a dirmi: โmamma, stai serena, รจ andato tutto bene, io sto qui con Te!โโฆemozione indescrivibile, il fatto รจ che poi mi iniziai a preoccupare, dissi subito al dottore โperchรจ non piange?โ..ma lui con una leggera pacca sulla schiena lo fece urlare ed io a ripiangere piรน del mio piccolo. Faccia rotonda e carnagione chiara รจ stato sempre un bel tipo, ricordo che me lo poggiarono sul petto dopo nella stanza e io non sapevo cosa fare, Lui si fece forza da solo e col visino mise da solo la sua boccuccia sul mio seno, chiamai subito mia madre perchรจ non capivo che voleva, non ero pronta, nessuno mโaveva spiegato come si faceva, e invece fu Lui che mi spiegรฒ come si allattava, col mio capezzolo grande, non ebbe difficoltร e lo tenni a me fino a 18 mesi, non ebbe coliche, ne altri problemi dovuti al reflusso, sono stata fortunata, lo sono tuttโora, dopo quattro anni la mia famiglia si รจ allargata con un altro bambino, desiderato e arrivato a far compagnia al fratellino.
Ho tutto ciรฒ che volevo, tutto ciรฒ che avevo programmato fin da bambina, una bella casa in paese, una al mare, un lavoro con un buona retribuzione, un marito buono e generoso, dei figli lodevoli e stupendi, ma piรน importante di tutto ho la salute, quella che mi rende ogni giorno curiosa di esistere, solare per stupirmi dei colori del mattino, di emozionarmi per una canzone o del tramonto la sera, di piangere leggendo un libro o una poesia, sognare ad occhi aperti ascoltando una canzone, adoro vivere nonostante i momenti no, che ci sono stati e che ci saranno, la scrittura รจ la mia valvola di sfogo, la tastiera o la penna, son compagni irrinunciabili.
Avete messo Mi Piace9 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Grazie Anita per una bella lettura.
Interessante, molto interessante!
Grazie mille gentilissimo
Grazie a te per aver dedicato del tempo ad alcune
pagine della mia vita
Grz a te per essermi stata a fianco, a farmi uscire allo scoperto, a non aver paura.
apprezzo molto i diari, anche io ne tengo uno, e scriverci qualcosa tutti i giorni รจ sempre un buon esercizio (e una buona pratica terapeutica)
concordo!
Grazie a te che hai dedicato del tempo al mio “diario”.
Un diario รจ la storia della propria vita. Forse la storia piรบ importante di tutte, in cui sono racchiuse le emozioni vere, anche se prive di effetti speciali e colpi di scena. L’effetto piรบ speciale di tutti รจ di specchiarsi in una serie di parole e riconoscersi; ed emozionarsi per fatti quotidiani, che capitano da sempre a chiunque, con una piccola differenza: sono capitati a noi, รจ la nostra vita e questo ci fa trasalire. Grazie Anita per aver condiviso questo racconto cosรญ speciale.