Dilemmi Neandertaliani

Serie: Pro-prostata indecente


Il nostro simpatico protagonista ha scoperto di avere una scritta dentro la sua prostata e deve fare i conti con questa scoperta. E con la sua infezione alle vie urinarie.

Allora vediamo di ricapitolare.

Punto primo: non ho un tumore alla prostata. Ottimo no? Dovrei essere felice, saltare di gioia, baciare la terra su cui cammino, e cose così, considerando che ho passato le ultime settimane a immaginare una lenta morte per malattia. E invece no.

Punto secondo: ho una piccola infezione, dovrò prendere degli antibiotici. Questa certo non è di per sé una buona notizia, ma considerando il punto uno, non è che ci facciamo spaventare da un paio di pasticchette al giorno per una settimana no?

Punto terzo: cazzo! Cioè, non cazzo inteso come “pene”, anche se parlando di prostata potrebbe essere pertinente, ma inteso come… cazzo! Sì, inteso in maniera impertinente in effetti.

Ho una scritta dentro la mia prostata. Una scritta con il mio nome, quindi possiamo convenire che sia una scritta in cui si fa inequivocabilmente riferimento a me. Certo, non è che se ci fosse stato scritto “Ciao Buffalmacco” avrebbe fatto alcuna differenza, sempre strano sarebbe stato, ma almeno so che, chiunque sia stato, ha scritto nella prostata giusta. Ben fatto, writer degli organi interni umani!

Eppure, del tutto inaspettatamente, questa notizia non mi è di alcun conforto. Non ho voglia di fare assolutamente nulla, a parte ciondolare dentro casa e buttarmi dal letto al divano e viceversa. Si tratta pur sempre di un’attività onorevole, fior fiore di artisti hanno partorito pregevoli opere di intelletto in questa semi-umana condizione, ma ahimè, non è il mio caso. Sono semplicemente svuotato interiormente. Non mi sono nemmeno preso la briga di andare a comprare gli antibiotici che avrebbero almeno risolto il secondo punto della lista.

In effetti “svuotato” non è appropriato per descrivere la mia condizione attuale, considerando che non ho più fatto pipì da ben prima di andare allo studio del dottor Mariani, e la vescica non mi sta dando tregua. La sento tremare a intervalli sempre minori, come se ci fossero dentro di me mille omini che la battono come un tamburo in un crescendo rossiniano.

Guardo la maglietta consumata dei Nirvana che è stata testimone del mio esame invasivo di poche ore prima: lì, sotto la pancia da quarantenne sedentario, da qualche parte dovrebbe esserci la vescica e, se non ho capito male, ancora più sotto una scritta. Con intorno una prostata.

Mi alzo, consapevole di quello che mi aspetta. Mi faccio coraggio ed entro in bagno. Ho bisogno di concentrazione, non è un dolorino da niente quello che mi aspetta.

Innanzitutto c’è da prendere una decisione importantissima: seduto o in piedi? Un neurone del mio cervello, probabilmente retaggio di una contaminazione Neandertaliana di qualche mio avo, mi convince a farla in piedi per dimostrare la mia virilità. Tiro giù la zip e… si parte!

Ok, fin qui tutto bene, ma già sento quel piccolo dolorino latente. Si intensifica. Sta crescendo. Crescendo ancora. Eccolo, il bastardo.

Ora, grazie al mio neurone Neandertaliano, che chiameremo per brevità Neanderthalensis Axonius Bradytelicus Minimus, devo stare attento: questa è una danza pericolosa tra il piegarsi in due per il dolore e lo stare attenti a non pisciarsi sui pantaloni o fuori dal water. Il trucco di solito consiste nello sporgersi in avanti fino a trovarsi con il prepuzio quasi perpendicolare all’obiettivo, appoggiarsi con una mano contro il cassone del water, in modo da formare un angolo di circa 110 gradi con il corpo, premere con l’altra mano nella zona pubica (perché è scientificamente dimostrato che se premi dove senti dolore, poi passa), e invocare la benedizione di tutti i santi affinché il tuo augello non sbagli bersaglio.

Dai, ce la stiamo facendo.

Mamma mia, non finisce mai.

Ma… ora sembra quasi che il dolore sia sparito, non ci credo!

Ah no, eccolo che ritorna.

Ora è passato di nuovo.

Ed eccolo ancora.

Strano, non mi era mai capitato così.

Invece ecco che comincio a sentire dentro le orecchie i battiti del cuore. Male. Rischio di svenire, me lo sento. Mi appoggio con entrambe le mani al cassone e respiro forte. Nel frattempo ovviamente continuo con la minzione. Mi si annebbia un po’ la vista e inizio a vedere le stelline. Malissimo. Risento di nuovo la vescica che vibra. Il dolore pulsa. Anche le stelline vanno all’unisono con la vescica e il dolore.

Formano una specie di ritmo, o di suono? Mi sembra quasi di sentirlo dentro la testa:

No-on-to-bo-to-cò!

No-on-to-bo-to-cò!

No-on-to-bo-to-cò!

Ho-pi-scia-to-fuo-ri-dal-ces-sò!

La sveglia del telefono mi riporta nel mondo dei vivi diverse ore dopo. No, non sono svenuto in bagno, tranquilli, ma se può consolarvi ho dovuto passare la serata a pulirlo.

Non ricordo di aver mangiato nulla ieri sera, questa storia mi ha completamente tolto l’appetito. Ma ricordo vividamente di aver fatto due stranissimi sogni.

Nel primo il dottor Mariani era vestito con il suo solito camice, ma sotto indossava solo calze autoreggenti e dei tacchi a spillo. Aveva anche due enormi labbroni rossi, folti capelli lunghi ed era un cartone animato, come se fosse una bruttissima, pessima, orribile copia di Jessica Rabbit. E voleva a tutti i costi effettuarmi una stimolazione prostatica. Ne era ossessionato.

Il secondo invece era molto più strano. Ok, non che il primo fosse normale, ma quello almeno riguardava cose che conoscevo. Il secondo era qualcosa di totalmente avulso ai miei sensi.

Ho sognato di nuovo quel ritmo che avevo in testa quando ho rischiato di svenire, e insieme c’erano come dei flash di… cose, individui, entità, non so come spiegarlo. E ogni tanto, insieme a questi flash, iniziava a formarsi un volto. Ricordo degli occhi nocciola, un naso appena abbozzato, capelli corvini. A ogni ripetizione il volto prendeva sempre più forma. E più il volto si definiva più assomigliava alla mia cotta adolescenziale. Da lei sì che mi sarei fatto fare una stimolazione prostatica, se me lo avesse chiesto!

Ma ora basta tergiversare, il dottor Mariani, che non guarderò mai più con gli stessi occhi, mi aspetta per un’altra entusiasmante ecografia.

Chissà che non trovi qualche altro messaggio sparso dentro il mio corpo?

Serie: Pro-prostata indecente


Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Umoristico / Grottesco

Discussioni

  1. Ciao Marco. Mi viene in mente solo una parola: geniale. Mi riferisco ai due episodi, scritti in modo che un uomo con un po’ di anni dietro di sé non può fare a meno di sentire “fisicamente”. E nello stesso tempo con l’ironia giusta. E quel messaggio…

  2. Ciao, il tuo racconto mescola abilmente umorismo nero, grottesco e introspezione in un contesto che dovrebbe essere semplicemente medico, ma che diventa un viaggio tragicomico nella psiche del protagonista. Anche il tono ironico e dissacrante si mantiene costante e coinvolge il lettore.