Ep 11: l’arrivo di Hippie Jackson

Serie: Il maledetto cacciatore di fantasmi - with Lorenzo R. Gennari


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Il cucinazord è stato domato, il povero idraulico Mario si è convertito all'ateismo e l'affittuaria è non vede l'ora di richiedere ad Eugenio un risarcimento salatissimo per la distruzione della casa. il nostro Eroe quindi, decide di... andare a dormire.

Il buongiorno si vede dal mattino o così si suol dire quando un povero cristiano si alza in una casa isolata sia dall’umanità che dalla luce del sole; vi era una nebbia intorno a quello stabile da fare invidia allo studio di Luigi Pirandello. Con quel senso di soddisfazione misto a nausea, Eugenio si preparò per iniziare la giornata come un pensionato tutto sommato normale. In una casa a conti fatti, nonostante i numerosi tentativi di ristrutturazione, ancora in piedi… per miracolo.

Eugenio andò in cucina, d’istinto rabboccò i croccantini accorgendosi dopo della sua recente e tragica perdita. Si bevve un tè in bustina dell’anteguerra, accese il televisore in salotto, mise su Mortor Trend, osservando le interferenze dall’arcata della cucina. Un altro giorno era passato.

A quel punto, per la prima e forse ultima volta, si mise a pensare: e se non fosse solo un caso? E se il terzo fantasma a lui ignoto, risiedesse proprio nel televisore, così come gli altri hanno risieduto ognuno in un oggetto caratteristico di ogni stanza della casa? Si accorse di quanto il suo piccolo carlino sarebbe stato utile in quella circostanza, stava quasi per tagliarsi la carotide con il cucchiaino di plastica da tè; quando uno scricchiolio dal soffitto squarciò il silenzio. Eugenio alzò lo sguardo e vide qualcosa cadere dal lampadario e fu allora che il piccolo carlino, dopo aver sgambettato a terra, arrivò zampettando con la sua lampadina di gomma. Infilò il muso nella ciotola dei croccantini ed Eugenio quasi rischiò di ucciderlo strapazzandolo di coccole. Eugenio lo guardò con scaltrezza e pronunziò:

— Kadmon! Complotto! —

Il cane lasciò la lampadina e cominciò a correre lungo tutto il salotto fiondandosi col muso sul televisore. Saltò, abbaiò, lo grattò con le zampette ed Eugenio, sentendosi furbo come una volpe che gioca a poker, sorrise fiero. Il suo spirito combattivo voleva affrontare quel televisore e dimostrargli che era lui ad avere il telecomando in quella casa.

Cominciò a spargere latte vegano per tutta la cucina, alzò il volume della radio in bagno, dove l’inno russo faceva tremare anche la bottiglia di vodka che aveva appoggiato accanto ad essa. Con nervosismo prese il telecomando e, tuttavia, il nostro eroe si sgonfiò quando capì di non avere un piano.

Fu a quel punto che il campanello suonò, strappandolo dal suo intento e trascinandolo da un vucumprà vestito da Hippie Jackson, che vendeva porta a porta i biglietti per il concerto inaugurale dell’omonimo cantante.

– …Domani c’è spettaculo, di fu re di Pop in piazza di Scurracchi! – forse intendeva “Scaracchi”?

Come il giovine si infiltrò nell’appartamento del ex-pensionato Eugenio senza alcun permesso da parte di quest’ultimo, un grido si udì alle spalle del vecchio.

Eugenio si voltò appena in tempo. Il televisore si era gettato verso il vukumprà con immane potenza, trascinandosi dietro tutto ciò che gli era collegato: videoregistratore, amplificatori, stereo e mobile compreso. L’immagine di una scolaretta con gli occhi a cuoricino si fiondò su di loro. Eugenio ne fu spaventato come se ad arrivargli addosso fosse stato un vigile con una multa di mille euro. Cacciò malamente il beduino da casa sua, contento, comunque, di potergli dare anche qualche calcio nel fondoschiena. Per poi chiudere la porta e voltarsi borbottando:

-… Ma guarda un po’ se devo andare ad un rave party di un drogato dalla razza confusa! –

Ma il vero orrore doveva ancora arrivare, sullo schermo fermo, sfarfallante ed fluttuante nell’aria apparve il suo volto:

– HAU! – fu grido soprannaturalmente acuto e familiare, un grido tipico di Hippie Jackson. Mai il corpo di Eugenio si cosparse di bagnata paura, come in quel momento. Il televisore sembrava sul punto di avere una crisi elettrica, tanto si scuoteva mandando interferenze. Una cupa immagine si stagliò nello statico, un familiare pozzo chiuso in una coltre di alberi radi. Una figura scura e allungata sortì da esso con delle movenze scattanti e ritmiche. Cadde sul terreno grigio e la sua voce acuta risuonò nelle orecchie di Eugenio:

— I… am not… a junkie! —

Serie: Il maledetto cacciatore di fantasmi - with Lorenzo R. Gennari


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