
Fosse Caudine
«E venne l’ora fatale dell’ignominia; (…) prima i consoli, quasi nudi, furono fatti passare sotto il giogo; poi gli altri in ordine e grado furono sottoposti alla stessa ignominia; infine ad una ad una tutte le legioni» Livio (Storie, IX, 5)
Il sole tramontava tingendo di rosso le mura del castello di Re Guglielmo. In un’atmosfera di festa, nobili e sudditi si radunavano per un sontuoso banchetto. Al centro della sala, un tavolo imbandito con ogni leccornia immaginabile attirava gli occhi di tutti.
Ma c’era qualcosa di strano in quell’abbondanza.
Mentre i commensali assaggiavano i primi bocconi, un brivido di orrore li percorse. Il cibo, un attimo prima delizioso, si trasformava in pietra sotto i loro occhi!
Alice, la giovane apprendista cuoca, e Bob, il cavaliere errante con un debole per le torte, si scambiarono uno sguardo allarmato. Alice, con la sua esperienza in cucina, capì subito che c’era qualcosa di molto strano in quel cibo pietrificato. Bob, da buon cavaliere, decise di indagare.
“C’è qualcosa di molto strano in tutto questo,” affermò Bob, afferrando la sua spada. “Credo sia opera di una strega!”
Alice annuì, d’accordo con il cavaliere. “Dobbiamo trovare Morgana e porre fine a questa maledizione!”
E così, Alice e Bob lasciarono il castello, pronti ad affrontare pericoli e misteri per salvare il regno. La loro avventura li condurrà attraverso foreste incantate, montagne impervie e castelli abbandonati.
Alice e Bob, dopo aver attraversato una foresta infestata da piante carnivore e dopo aver sfuggito a un troll affamato, arrivano finalmente alle rovine di un antico castello. Secondo la leggenda, è proprio qui che si nasconde la strega Morgana.
Mentre si avvicinano al castello, una densa nebbia avvolgeva tutto intorno a loro. All’improvviso, si ritrovano in un lungo corridoio, illuminato da torce fumanti. Alle pareti sono appesi strani strumenti di tortura, che sembrano più adatti a una cucina infernale che a una prigione.
“Queste sono le Forche Caudine del Palato”, proruppe una voce rauca alle loro spalle. È Morgana, più spaventosa di quanto avessero immaginato. Davanti a loro si apre una profonda fossa, piena di un brodo bollente e fumante. “Chiunque voglia sfidarmi dovrà attraversare questa prova,” continuò la strega. “Se riuscirete a sopravvivere, potrete affrontarmi in battaglia.”
Alice e Bob si scambiarono uno sguardo preoccupato. La fossa sembrava una trappola mortale, ma non hanno altra scelta se volevano salvare il regno. Con coraggio, si avvicinarono al bordo preparandosi a saltare.
Dopo aver superato prove ardue e aver affrontato la furia di Morgana, Alice e Bob emersero vittoriosi dalle Fosse Caudine del Palato.
La strega, sconfitta, venne bandita dal regno. In segno di gratitudine, il Re organizzò un grande banchetto, dove Alice, con la sua maestria culinaria, prepararono un banchetto indimenticabile. Il cibo, un tempo pietrificato, tornava ad essere fresco e delizioso. Alice e Bob diventarono eroi del regno, e il loro nome venne ricordato nei secoli come coloro che ebbero liberato il popolo dalla maledizione di Morgana superando le Fosse Caudine.
Sconfitta ma non distrutta, Morgana si ritirò in un luogo segreto per riprendersi. Giurò vendetta e promise di tornare un giorno più forte di prima. Alice e Bob, consapevoli della minaccia incombente, decisero di fondare una scuola di cucina, dove avrebbero insegnato ai giovani le arti culinarie e come difendersi dalla magia oscura. Le Fosse Caudine del Palato divennero un luogo di pellegrinaggio, un simbolo di coraggio e determinazione.
Il tempo passava e nuove generazioni affrontavano nuove sfide. Le Fosse Caudine del Palato rimasero un luogo leggendario, dove ogni tanto riemergeva qualche oscuro segreto. E si dice che, nelle notti più buie, lo spettro di Morgana torni a vagare per il castello, sognando di riconquistare il suo potere. Alice e Bob, ormai anziani, continuarono a vegliare sul regno, pronti a fronteggiare qualsiasi nuova minaccia.
Dopo aver sconfitto Morgana e liberato il regno dalla sua tirannia culinaria, Alice e Bob divennero eroi nazionali. Vennero indetti tornei in loro onore, ballate vennero composte in loro lode, e persino una nuova festività fu istituita per celebrare la loro vittoria. Alice divenne la più celebre chef del regno, i suoi piatti erano considerati vere opere d’arte, e Bob fu nominato cavaliere di gusto squisito.
Tuttavia, la fama ha i suoi lati negativi. Ben presto, Alice e Bob si ritrovarono assediati dai fan, invitati a ogni banchetto e costretti a giudicare interminabili gare di cucina. Ogni volta che dovevano assaggiare un nuovo piatto, si scambiavano un’occhiata d’intesa, ricordando le orribili creazioni di Morgana e le tortuose prove delle Fosse Caudine del Palato.
“Sai, Bob,” sussurrò un giorno Alice, mentre masticava un tortino di carote decisamente indigesto, “A volte, rimpiango le vecchie buone Fosse Caudine. Almeno lì sapevamo a cosa andare incontro.”
Bob sorrise amaro. “Hai ragione, Alice. Ma almeno ora abbiamo un’arma segreta: il nostro palato allenato alle peggiori torture culinarie. Nessun piatto potrà mai più sorprenderci.”
E così, Alice e Bob continuarono a vivere le loro avventure tra i fornelli, sempre pronti a nuove sfide e ricette, ma con un pizzico di nostalgia per le vecchie buone Fosse Caudine e per le lezioni di umiltà che avevano imparato non caddero vittima del divismo social e dalle tentazioni di dozzinali serie catodiche sulla Nobile arte culinaria. Si tennero ben stetti invece i loro segreti e chiamarono il loro Restort stellato “Morgana”. Perchè se dai “diamanti non nasce niente”, figurarsi dalle Fosse…Caudine.
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Interessante e verosimile in modo inquietante questa parabola sulla genesi dei nostri Masterchef…che a differenza di Alice e Bob la sindrome da riflettori puntati se la prendono in pieno, ahimè.
Dea Gratia!!!!
““A volte, rimpiango le vecchie buone Fosse Caudine. Almeno lì sapevamo a cosa andare incontro.””
😂
Mi piacciono gli effetti che ottieni. Ci sarebbe da fare un webinar di scrittura creat(t)iva con l’ausilio delle AI, cosa si può ottenere e quanto poco sia identificabile come prodotto di AI. Personalmente preferisco i racconti dove si sente di più il tuo tocco… umano, mi danno meno la sensazione di riassunto ironico e più quella di un trip pesante. Ma forse è solo una mia illusione, e tu sei ChatGPT mascherato. O viceversa, Gemini non fa nulla e tu ci stai prendendo tutti in giro, scrivendo di tuo pugno ogni singola parola. Chi lo sa? Da te mi aspetto tutto, anche questo! 😀
Egregio anzi Esimio Prof, tutto merito di Gemini ma mi fregio dei refusi umanistici che sono opera mia dis-umana. Ho dato l’input iniziale poi l’AI l’ha sviluppata in maniera mirabolante, probabilmente avrei potuto inserire più input per far deragliare un pò la narrazione ma sono un neofita. Nessun gomblotto, la realtà artificiale supera di gran lunga la fantasia è proprio il vaso di dirlo
PS E se anche i tuoi commenti fossero opera di un algoritmo? 😉 Comunque credo che esistano in giro IA molto più abili di Gemini per la scrittura…
Il racconto propone una divertente fusione di avventura e gastronomia, con una chiara allusione alle “Forche Caudine”, storicamente simbolo di umiliazione, qui trasformate in una metafora culinaria. La trama gioca sull’ironia e sul paradosso: ciò che appare come una battaglia contro una maledizione è in realtà una sfida tra il buono e il cattivo gusto. Alice e Bob, protagonisti intraprendenti, superano prove degne di eroi epici, ma con un tocco umoristico che demistifica la solennità delle loro imprese. La conclusione, con un tocco nostalgico e filosofico, riflette sull’umiltà e sul valore dell’esperienza.
Adesso (non) ti riconosco! :))
🤣
Sempre più ammirata di fronte a questi tuoi…Posso chiamarli polpettoni in senso altamente elogiativo?
Molto ma molto più stimolanti del ciclo sul tennis, e davvero originali.
Grazie davvero Francesca, sei sempre quella Francesca? O non è Francesca? Segno evidente che l’IA mi abbia superato in qualità narrativo/creativa 😉
Simpatica questa epica avventura culinaria. Hai un’invidiabile fantasia Hugo, mi ci perdo nei mondi che riesci a costruire. Continua, attento ai tempi! Un abbraccio!!!
Giuseppe, grazie ma a parte qualche input, il merito è tutto dell’ AI. Grazie da parte di (San) Gemini