Gran Finale – L’inizio di tutto

Serie: La Sci-Fi secondo me


     Spazio aperto.

     Tutto intorno si vedevano miriadi di punti luminosi distanti infiniti anni luce.

     La visione venne distorta in una spirale che generรฒ un fascio di luce verde, si materializzรฒ un oggetto metallico.

     Alto circa 1,50 m e largo 90 cm, il piccolo modulo spaziale uscito dalla spirale era color argento, aveva la forma di un parallelepipedo ed era spinto da piccoli propulsori, che non generavano nessuna combustione, sembrava che si muovesse tramite invisibili onde, sonore o elettromagnetiche che fossero.

     Una delle due facce piรน piccole presentava tre fessure, due agli angoli e una al centro del margine opposto, ognuna chiusa da una lamina di metallo. Lโ€™altra base aveva solo unโ€™apertura al centro.

     Le facce laterali presentavano due insenature al centro della loro superficie, di grosse dimensioni, e due piccole in basso. I restanti due lati erano delle vere e proprie porte e su entrambe era stata incisa a caratteri ben visibili una scritta, probabilmente il nome della sonda: หง อ†ฬบ อถอฐอณ ฬบอ† หฅ.

     La piccola navicella, priva di equipaggio, ma fornita di unโ€™intelligenza artificiale, viaggiava spedita e incontrastata. Il computer di bordo tracciรฒ una mappa del pezzo di cielo circostante, individuรฒ cinque pianetoidi e due pianeti piรน grandi.

     Un sottilissimo filo collegato a un minuscolo oggetto uscรฌ dalla sonda, un altro fascio di luce verde investรฌ la navicella, che venne teletrasportata a pochi minuti luce dal pianeta piรน grosso. Venne scansionata nuovamente lโ€™area circostante e furono visualizzati sul monitor dellโ€™intelligenza artificiale due giganti gassosi, uno circondato da diversi anelli mentre quello piรน grosso da solo tre anelli. A pochi parsec di distanza unโ€™infinitร  di asteroidi formava una fascia compatta grazie allโ€™attrazione gravitazionale del pianeta gassoso con tre anelli.

     Il modulo si teletrasportรฒ su uno degli asteroidi piรน grossi, come se volesse fare una pausa per ricaricare le batterie. Una nuova analisi spaziale evidenziรฒ una piccola stella, oltre la fascia, e quattro piccoli pianeti. Il modulo fu coinvolto in un nuovo salto spaziotemporale verde.

     La navicella orbitava intorno a un piccolo pianeta rosso. Fece un giro completo e passรฒ oltre, raggiunse il pianeta piรน prossimo atterrando sul suo satellite roccioso costellato da crateri, puntรฒ i suoi strumenti analitici e iniziรฒ a raccogliere dati.

     Il tempo necessario allo studio non fu quantificabile ma, una volta ottenute tutte le informazioni necessarie, il modulo spaziale, spinto dalle invisibili propulsioni, abbandonรฒ il satellite naturale e iniziรฒ il suo viaggio verso il pianeta.

     Lโ€™atmosfera era rarefatta e composta principalmente da azoto, idrogeno, metano, ammoniaca e una piccolissima quantitร  di xeno.

     Il modulo divenne incandescente e il suo atterraggio non fu dei piรน semplici. La livrea era diventata rosso vivo con sfumature arancioni e quando mancavano poco piรน di tre metri al suolo, dai fori della base inferiore, uscirono tre robuste gambe metalliche munite di piedi metallici tenuti saldi da un perno.

     Toccato il suolo, si alzarono tuttโ€™intorno degli sbuffi di polveri. Altre due robuste aste, con la punta trivellante, sbucarono dalle rimanenti facce, che formavano la superficie laterale della sonda, ficcandosi nella dura terra rendendo la navicella il piรน stabile possibile. Dalla base superiore venne fuori unโ€™antenna a forma di tronco di cono che iniziรฒ a roteare inviando segnali radio risucchiati dal bagliore verde del cubo teletrasportatore ancorato ancora al filo. I due sportelli laterali si aprirono dando spazio a dei pannelli quadrati divisi in celle piรน piccole, sembravano trarre energia e fatto il pieno si ritraevano allโ€™interno del parallelepipedo per diverse ore.

     La colonizzazione del pianeta aveva avuto inizio.

     Le sonde trivellanti, dopo aver assestato la navicella, continuarono a scavare prepotentemente quel manto roccioso. Il loro utilizzo iniziรฒ a creare dei piccoli sussulti, la superficie, dopo diversi mesi di scavi, si muoveva sempre piรน.

     Piccoli terremoti scuotevano la terra facendo scivolare alcune placche su altre. Le enormi fenditure arrivavano fino al centro del pianeta e il fuoco del nucleo centrale iniziรฒ a fuoriuscire avviluppando pietra lavica, che si raffreddava immediatamente a contatto con la temperatura non certo mite del pianeta.

     I fenomeni sismici e vulcanici diventavano sempre piรน frequenti, i vulcani sempre piรน alti e ingenti quantitร  di magma fuoriuscivano dai loro crateri. I vapori erano inizialmente tenui ma con il passare dei mesi e degli anni divennero sempre piรน densi.

     La piccola sonda spaziale continuava il suo infaticabile lavoro di analisi e prelevava, con piccoli bracci meccanici, campioni di terra inviando i dati tramite la sua antenna.

     Il vapore acqueo sprigionato dai vulcani iniziรฒ ad ammassarsi in grossi nuvoloni generando cosรฌ le prime piogge. Lโ€™acqua che scendeva era molto acida e non era sufficiente a purificare la sottile atmosfera che circondava il pianeta.

     Lโ€™intelligenza artificiale passรฒ al setaccio il globo sul suo monitor e identificรฒ un nuovo punto da trivellare. Sul monitor spuntarono degli incomprensibili segni, probabilmente delle coordinate, e il cubo risucchiรฒ il modulo spaziale portandolo a destinazione. Iniziรฒ una nuova trivellazione. Nuovi terremoti e nuove eruzioni si manifestarono sul pianeta. Le placche tettoniche erano in subbuglio e continuavano a dare una nuova conformazione allโ€™ambiente circostante. Il vapore acqueo aumentรฒ notevolmente e le piogge divennero sempre piรน copiose e frequenti.

     La luce verde allโ€™interno del cubo diventava piรน fioca ad ogni pioggia finchรฉ non si spense del tutto. Le onde radio non potevano piรน essere trasmesse.

     Il monitor del computer di bordo iniziรฒ a lampeggiare minacciosamente, venne analizzata lโ€™aria circostante: la quantitร  di ossigeno era aumentata a dismisura. Le onde radio evidenziarono a 15 km di altezza una barriera naturale contro i raggi della stella vicina. Lโ€™allarme cessรฒ e venne avviata una nuova procedura. Lโ€™ultima.

     Facendo leva sui bracci trivellanti, la navicella spaziale si spostรฒ di qualche metro, scavรฒ decine di buche e al loro interno raccolse dellโ€™acqua piovana. Fece scivolare dentro di sรฉ le grosse e deteriorate gambe metalliche, che lโ€™avevano sostenuta per diverse centinaia di anni, ruotรฒ su se stessa, molto lentamente, e si adagiรฒ al suolo. Uno degli sportelli venne espulso e dal suo interno ne fuoriuscirono dei rulli trasportatori. Lโ€™altro sportello si alzรฒ leggermente incrinando la navicella di qualche grado, i rulli si azionarono trasportando piccoli germogli verdi che trovarono casa nelle buche scavate in precedenza.

     Il modulo spaziale vegliรฒ sulla crescita delle piante per dieci anni finchรฉ non divennero dei robusti alberelli, il vento trasportava in giro per il pianeta i semi dei loro frutti puntellando di verde le zone piรน propense alla crescita di quella flora.

หง อ†ฬบ อถอฐอณ ฬบอ† หฅ aveva compiuto la sua missione e si disattivรฒ.

La vita era ufficialmente stabile sul pianeta Terra.

Serie: La Sci-Fi secondo me


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Eliseo, e se tutto questo non fosse solo frutto di fantascienza? L’universo รจ immenso, quello che noi chiamiamo Dio รจ una forza cui non sappiamo dare vero nome o consistenza. Pensare di essere soli, รจ follia.