Guerra in Valacchia

«Ma a te, questo Vlad, sta simpatico?».

«Non so. Mi sembra un tipo sanguinario».

«Ma che dici! Raimondo, ti accorgi che stai dicendo una sciocchezza?».

Raimondo fece una smorfia. «Che vuoi da me?».

Oreste allargò le braccia. «Non fare l’ipocrita. Siamo mercenari, e tu critichi il nostro cliente perché è… sanguinario».

Raimondo si strinse nelle spalle. «Dico solo che non mi piace. Ha gli occhi sporgenti e a volte esagera. Noi italiani abbiamo cultura, invece qua in Valacchia sembrano tutti ossessionati dall’uccidere e massacrare».

Oreste stava per rispondere, ma si bloccò.

L’intera colonna a cavallo si bloccò a sua volta: la strada era interrotta.

«Non è possibile» belò Oreste.

«Dobbiamo prendere una strada diversa, con tutti questi massi…».

«Hai ragione». Oreste bestemmiò, poi disse: «Maledette queste montagne».

«Meno male che siamo noi italiani ad avere cultura» sorrise Raimondo.

Stavano per fare dietrofront, quando dai monti che torreggiavano su di loro sbucarono dei guerrieri turchi.

I turbanti, le vesti variopinte, le barbe e gli archibugi cesellati… Erano proprio turchi.

Gli italiani cercarono di correre ai ripari, ma i turchi gli furono addosso e scoppiò una zuffa: coltellate, colpi di scimitarra e gli italiani si difesero con le spade e le picche, solo che erano in difficoltà: erano stati colti di sorpresa proprio quando erano in marcia.

Qualche cavaliere precipitò con la propria cavalcatura giù nell’orrido, e Raimondo si preparò a morire: indossava l’armatura integrale e il cavallo la barda, era scomodo combattere così in montagna, ma mica poteva sbarazzarsi di tutto ciò con i turchi che erano ovunque e l’avrebbero scannato come un maiale.

Agitò la spada, mozzò qualche turbante e vide che Oreste era in difficoltà.

Gli venne incontro e in due respinsero un gruppo di turchi, poi Raimondo si accorse che gli altri mercenari stavano scappando e non potevano certo resistere da soli.

«Oreste, siamo finiti».

«Lo temo anch’io».

«Dobbiamo fare qualcosa…».

«Arrendersi no, Raimondo. gli ottomani sono crudeli con i prigionieri».

«Cosa proponi?».

«Ho un’idea». Oreste si mise a parlare in turco: «Amici ottomani, mi consegno a voi e vi affido il mio amico come prigioniero. Da adesso in poi, collaboriamo insieme. Vi piace come idea?».

Raimondo aprì la bocca per lo stupore.

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Discussioni

  1. Gli italiani, in guerra, effettivamente sono famosi per essere dei voltagabbana. Quello che più mi ha intrigato, però, è Vlad in sanguinario: aspettavo da un momento all’altro di veder comparire Dracula

  2. ” Ma a te questo Vlad sta simpatico?”
    ” Non so. Mi sembra un tipo sanguinario.” Su questa frase direi concordo; anzi aggiungerei “pazzo sanguinario”: si chiama Vlad. Sul finale non saprei come definire i due mercenari: sospendo il giudizio. Sull’ autore del brano invece mi ripeto: uno stile fluido, con discorsi diretti che sembrano veri. Ma quanto rosso “colera`” ancora dalle sue parole, tra le righe?