Il Codice

Serie: L’Algoritmo Di Falken


Edmond continua a fissare il foglio con il bizzarro codice e non riesce a comprenderne il significato.

«Cosa dovrebbe mai accadere fra 6 giorni?» si domanda. Si ferma a guardare il pavimento. Le piastrelle non erano mai rimaste illuminate di rosso così a lungo. Il rosso è talmente forte e intenso da sembrare quasi pulsare davanti agli occhi di Edmond, che è costretto a distogliere lo sguardo.

Torna a guardare il codice.

«Sembra uscito da un libro di matematica». Edmond fa una pausa poi si alza di scatto «ma certo! Ma è matematica davvero! Ne sono sicuro!». Poi guardando nel vuoto «Tu! Che sai tutto! Non c’è un libro di matematica in questa casa?» poi aggiunge ridendo «anzi! Dove sono i libri…in questa casa? Non ne ho visti!».

Ma non riceve risposta. Il silenzio regna sovrano. L’unica presenza è il colore rosso fiammante delle piastrelle illuminate.

Edmond inizia a scrivere il codice ripetutamente, per cercare di capire cosa possa nascondere. Prova a scriverlo al contrario «S1001 P√36 F30», ne cambia la struttura «P√36 F30 S1001», ne unisce la varie parti «F30P√36S1001»…ma non sembra emergere niente di riconducibile a qualcosa che abbia un senso. 

«E se prendessi in considerazione soltanto le lettere? FPS?». Osserva la dicitura che ne è scaturita.

«FPS è l’unità di misura del frame rate, ma questo non è un videogioco! E non sono neppure un filmato!» inizia a toccarsi, a darsi dei pizzicotti, a strofinare le mani sulle guance come ad accertarsi di essere reale. Poi torna a guardare nel vuoto…«anziché misurare il mio frame rate, dovresti controllare il mio battito cardiaco…se sei così evoluta da distinguere un uomo in carne e ossa da un cartellone pubblicitario!». Edmond si alza di nuovo di scatto «guardami! Ti sembro fatto di pixel o robe simili? Su! Guardami!» inizia a danzare intorno al tavolo «avanti! Dimmi a quanti FPS mi sto muovendo!».

Nel frattempo le piastrelle illuminate di rosso iniziano a lampeggiare freneticamente e un suono molto simile a quello che Edmond aveva sentito in precedenza, ma molto più forte e assordante, lo obbliga ad abbandonarsi nuovamente sulla sedia, come se fosse caduto in stato confusionale.

Davanti a lui sempre il foglio dattiloscritto «F30 P√36 S1001». Dopo alcuni minuti, Edmond si riprende e torna ad osservare il codice «No…FPS non può essere…che senso avrebbe. Amico, hai dato in escandescenza per niente. Chiunque sia in ascolto o ti stia guardando, si sarà sicuramente divertito alle tue spalle. Hai fornito gli spunti per un nuovo videogioco…The Revenge Of Edmond Tronic!» afferma ridendo in modo sguaiato. La risata non è di un uomo divertito…e neppure supportata da troppa ironia. Ma, piuttosto, sembra essere il riso amaro di chi non riesce a spiegare cosa gli stia accadendo, sentendosi prigioniero di ciò che non riesce a comprendere.

Poi viene attratto da un particolare che non aveva notato prima di quel momento. Il foglio sul quale è stato battuto a macchina il codice sembra essere, al tatto, molto leggero. Più di quanto non sia un normale foglio di carta sul quale prendere appunti. Edmond inizia a toccarlo ripetutamente. Passa prima le dita, poi il palmo della mano destra lungo tutta la superficie del foglio. Sembra essere perfettamente liscio. Riprova di nuovo…ma non sembrano emergere porosità o difetti particolari.

Nel frattempo, contemporaneamente al ritorno della calma nell’abitazione, la luce rossastra delle piastrelle si è spenta.

Edmond prende il foglio in mano. E’ leggerissimo. Mentre lo ruota e lo passa da una mano all’altra si accorge, in controluce, che è presente una scritta. Stampata con una modalità simile a quella utilizzata per la banda olografica delle banconote. La scritta occupa tutta la diagonale del foglio. L’uomo si alza e si avvicina alla finestra. Appoggia il foglio al vetro per rendere la scritta più evidente con la luce diretta del sole : Studio Tecnico. Non sono presenti altre diciture.

«Studio Tecnico?» si domanda Edmond, che sembra essere sempre più perplesso.

«E’ la carta intestata di uno studio tecnico?»

L’uomo torna a guardare il codice. «Qualcuno ha scritto un assurdo codice su una carta intestata e filigranata di uno studio tecnico? E cosa me ne dovrei fare?»

Edmond ritorna al tavolo, appoggiando nuovamente il foglio sul medesimo.

«F30 P√36 S1001»

Nel frattempo sente dei rumori provenire dall’esterno della casa. Si alza e si avvicina alla porta. La apre di scatto e con forza. 

«Oh! Buongiorno!» la voce è quella di Falken «allora mi ha sentito!» aggiunge sorridendo «stavo facendo una passeggiata da queste parti e ho pensato di salutarla. Tutto bene?»

«Tutto a posto, Signor Falken» risponde Edmond. 

Falken cerca di allungare lo sguardo all’interno dell’abitazione di Edmond, come se fosse alla ricerca di qualcosa. Particolare che non sembra essergli sfuggito.

«Mi deve scusare, signore, ma ho la casa in disordine. Ho deciso di mettere a posto un bel po’ di cose e non è presentabile. Mi scuserà se non la faccio entrare».

«Non si deve preoccupare, signor Maden. Come le dicevo, stavo facendo una passeggiata. La trovo in forma e mi scuso se l’ho disturbata. Non intendevo intralciare i suoi lavori domestici» nuovamente lo sguardo alla ricerca di qualcosa all’interno dell’abitazione «quindi la saluto e la auguro un buon proseguimento di giornata».

Edmond risponde con un sorriso e osserva l’uomo allontanarsi a passo svelto. Dall’altra parte della strada, da una finestra, qualcuno sembra aver assistito al dialogo fra Edmond e Falken. Una tenda si è aperta quel tanto che basta per poi chiudersi immediatamente poco dopo.

Edmond chiude la porta e torna al tavolo.

«Bentornato Signore. Spero che la passeggiata le abbia regalato l’ossigeno a lei necessario».

«Ma quale passeggiata che non sono mai uscito» replica l’uomo «dammi retta, hai le pile scariche. La passeggiata farebbe bene a te, chiunque tu sia. Ammesso che tu sia davvero qualcosa» conclude mentre torna a sedersi vicino al tavolo. Non fa in tempo a spostare la sedia che squilla il telefono. Edmond si avvicina all’apparecchio e alza la cornetta.

«Sì?» La voce che proviene dall’apparecchio è fortemente disturbata.

«Ci…zzz…sei…zzz…quasi. Lo…zzz…studio…zzz è la ch…zzz…iave» poi la linea cade bruscamente.

«Pronto? Ma chi diavolo sei? Che significa?» Edmond sbatte la cornetta violentemente.

«Calmati Edmond, devi stare calmo». Si siede. Prende il foglio in mano e osserva con un’alternanza quasi compulsiva prima la scritta in controluce e poi il codice. Poi, nuovamente, il codice e successivamente la scritta in controluce. 

«Cosa potranno mai avere in comune un codice così bizzarro e una carta intestata di uno studio tecnico ?»

Poi, improvvisamente, gli torna in mente la frase che ha sentito nella breve telefonata ricevuta.

«Non sarà mica…non sarà mica…ma certo!!!» prende il foglio e lo lancia in aria per poi recuperarlo «E’ un codice riconducibile a una mappa catastale! F sta per FOGLIO, P per PARTICELLA e S per SUBALTERNO!!! Che idiota Edmond. Quante volte hai visto pratiche simili nella tua vita? E, ora, per dare retta a una stupida voce che ti regala perle di saggezza sulla temperatura esterna e sul tuo presunto benessere corporeo non ti sei accorto di ciò che era evidente! Adesso è chiaro «Foglio 30».

«E √36 è la radice quadrata. Quindi 6!»

«1001 è un codice binario! E’ un nove!!!»

«Edmond, sei un idiota! Foglio 30 Particella 6 Subalterno 9!!!»

Lancia nuovamente il foglio in aria, in preda a un entusiasmo quasi isterico. Poi squilla nuovamente il telefono. 

«Zzz…Hai…zzz…5 giorni».

La telefonata si interrompe bruscamente come le altre e due domande si insinuano nella mente di Edmond: perché il codice è stato dattiloscritto? E perché un riferimento catastale in codice? 

Serie: L’Algoritmo Di Falken


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Mi sono riletta tutti gli episodi, così mi sono gustata la storia fino a qui per bene 😀
    In questo modo ho trovato davvero molte assonanze ad un videogioco: i personaggi npc programmati per dire sempre le stesse frasi e il “muro” che Edmond, durante una passeggiata, sembra scorgere in lontananza. La fine di quel piccolo mondo fatto, appunto, di pixel? Un’altra frase che mi ha colpita è quella pronunciata in uno dei primi episodi dalla coscienza che regola la casa, ovvero “Livello 3”
    In tutto questo il misterioso codice. Sono davvero curiosa di conoscere il seguito e cosa accadrà trascorsi quei cinque giorni.

  2. “F sta per FOGLIO, P per PARTICELLA e S per SUBALTERNO !!! “
    AH!!!
    è da quando hai pubblicato il racconto precedente che mi chiedevo il senso di queste sigle, e non ci sarei mai arrivato! Geniale!!!