
Il giuramento tradito
Serie: Lo spettro della foresta di Khoun
- Episodio 1: Sam e Bill
- Episodio 2: Iris
- Episodio 3: L’ombra della maledizione
- Episodio 4: Segreti e Maledizioni
- Episodio 5: Il giuramento tradito
STAGIONE 1
San’Aten avanzava nel cuore di Glanghery, mentre il trotto regolare di Goibniu scandiva il ritmo dei suoi pensieri. La figura evanescente che abitava nella foresta di Khuon non lo tormentava più solo nei suoi incubi: da giorni si insinuava anche nella sua mente. Troppi segreti celavano la verità sulla morte della figlia di re Thoweryn, e lui era l’unico disposto a spezzare quel silenzio. Per questo si stava dirigendo alla dimora di Lenè di Olsen, zia della defunta.
La residenza degli Olsen era in parte nascosta da un alto muro di cipressi. Due guardie in livrea logora ma dignitosa controllavano l’ingresso, segno che la famiglia manteneva ancora un certo status. Lenè di Olsen era stata informata del suo arrivo e lo attendeva nel salotto.
«Scusate il poco preavviso» esordì San’Aten, inchinandosi. «Ma ho urgenza di parlare con voi.»
Lenè lo scrutò a lungo prima di rispondere. «Da quando re Thoweryn ha rotto ogni rapporto con queste terre, vivo come una reclusa. Ho molto tempo a disposizione.» Prima di proseguire, volse il viso di lato. Nella sua voce si coglieva ora, un tono aspro. «Se non fosse stato per il prestigio di cui gode mio marito, non ci saremmo mai incontrati, conte di San’Aten.»
«Sono venuto come ambasciatore di pace. Mio padre voleva allearsi con Gotherfes, ma non credo che sia la mossa giusta.» La sua voce si fece più ferma. «La vostra storia familiare è nota, ma desidero ascoltare la verità sulla scomparsa di vostra nipote. Una verità che solo voi potete raccontare.»
Lenè incrociò le mani sul grembo, le dita tremanti tradivano una calma solo apparente. «Mi chiedete di riaprire ferite che non si sono mai rimarginate del tutto» sussurrò. «Non potete avitare la guerra. L’unica opzione che vi rimane è di non allearvi con Gotherfes. Thoweryn non gli perdonerà mai la morte di Elara.»
«State insinuando che sia lui il vero responsabile?»
Lenè annuì con decisione. «Non c’era persona nelle terre del Nord che non la amasse. Era la luce dei miei occhi…»
Il conte attese in silenzio che la donna riprendesse il controllo della voce.
«A volte mi chiedo se tutto questo non sia colpa mia.» Lenè abbassò lo sguardo sulle mani incrociate. «Se non avessi insistito perché Elara venisse a Glanghery quell’estate. Ma come avrei potuto immaginare? Era così felice quando tornava dalle sue cavalcate.» Un sorriso amaro le sfiorò le labbra. «Un pomeriggio irruppe nel salotto con le trecce scomposte e il vestito macchiato di erba. Mi abbracciò stretta: “Zia, Hanrik mi ha giurato amore eterno sotto il vecchio tiglio!”. Rideva, aveva ancora le guance in fiamme e foglie tra i capelli. Cercai di metterla in guardia, ma non si può ragionare con un cuore che assapora per la prima volta l’ebbrezza dell’amore.»
Un silenzio carico di memoria si distese tra loro. Lenè chiuse gli occhi.
«Partì col cuore leggero da Glanghery, ma Gotherfes…» La voce le si incrinò. «Dimenticò il suo giuramento prima ancora che la polvere della sua carrozza si posasse.» Seguì un profondo sospiro. «Sposò Ewayn per calcolo, non per amore. Con quel matrimonio ottenne terre e titoli, ma nelle notti d’ebbrezza invocava il nome di Elara davanti a tutta la corte. Ewayn aveva appena diciassette anni» continuò Lenè. «La gelosia la divorava e, dopo l’ennesima umiliazione, fece recapitare a mia nipote una lettera, scritta con la calligrafia di Gotherfes. La invitava a raggiungerlo nella foresta di Khuon la notte del primo novembre, con la promessa di compiere il suo giuramento d’amore.»
San’Aten trattenne il respiro.
«Elara partì. Per lei quella foresta non rappresentava un pericolo. Da bambina, cacciava lì col padre. Dormivano spesso in una capanna sul lago, sotto coperte di pelliccia…» La voce le si spezzò, ma trattenne per sé quel ricordo. «Non sapeva che l’attendevano i sicari di Ewayn.»
«La stessa capanna di Iris…» Il pensiero colpì San’Aten come un pugno. Le mani gli tremarono mentre si rivelava quella inaspettata coincidenza. «Non era un caso che lo spettro lo avesse condotto proprio lì.»
«Il resto della storia non è certo.» La voce di Lenè era ridotta a un sussurro appena percepibile. «La scorta riferì che era riuscita a fuggire, ma le sue orme s’interrompevano a metà del sentiero. Morì sola.» Lenè chiuse gli occhi, come se rivedesse la scena. «Quando la trovarono, il gelo l’aveva già trasformata in una statua di cristallo. Ma l’odio, quell’odio che aveva provato negli ultimi istanti non si era congelato. Ancora oggi impregna quelle radure, più pungente del vento invernale.»
Il conte sentì un brivido corrergli lungo la schiena. «Quindi lo spettro nella foresta… credete sia davvero lei?»
«Non saprei, ma il mio cuore mi suggerisce di sì. Posso solo aggiungere un particolare: mia nipote fu cresciuta dalla strega bianca di Dûr-Kalath. È molto potente. Quando ritrovarono il corpo di Elara nella foresta, era con il re. Non posso credere che sia rimasta impassibile davanti a quella scena, per lei era come una figlia. Un crimine del genere non poteva rimanere impunito. È la vera tessitrice di questa vendetta.»
«Il mio destino è segnato» mormorò San’Aten, disperato. «Ho incontrato quella creatura più volte. La prima mi ha risparmiato la vita. Mi ha condotto nella capanna vicino al lago, dove ora vive la donna che mi ha salvato. Da quel momento mi perseguita nei sogni, e non c’è più riposo per me.»
Lenè impallidì. «Vi ha messo alla prova. Voleva sapere se siete come Gotherfes. Se gli incubi continuano, avete fallito.» Afferrò le mani dell’uomo. «Vi consiglio di tornare nelle vostre terre al più presto.»
«Non posso. Devo rientrare nella foresta. Iris è ancora lì, aspetta che suo padre torni da lei. Quella creatura lo ha catturato.»
Lenè lo fissò con pietà. «Se la ragazza vive, è solo perché suo padre ha preso il suo posto nella maledizione. Lo spettro tornerà…»
«…E troverà lei» precisò San’Aten anticipando la sua conclusione. «Devo avvisarla!»
Lenè lo afferrò per il braccio. «Se tornate nella foresta, la maledizione colpirà entrambi!»
Il conte si divincolò dalla presa, ma prima che la donna potesse aggiungere altro, era già alla porta.
Serie: Lo spettro della foresta di Khoun
- Episodio 1: Sam e Bill
- Episodio 2: Iris
- Episodio 3: L’ombra della maledizione
- Episodio 4: Segreti e Maledizioni
- Episodio 5: Il giuramento tradito
Sto leggendo questo racconto man mano che procedi con le pubblicazioni. Mi ha affascinato per belle le atmosfere e l’ambientazione cavalleresca tra dame, nobili e corti. Sono un nostalgico di questo tipo di storie, vengo da lunghe letture fantasy tra cui il Manibogion e altri racconti celtico-gallesi. C’è anche qualche richiamo all’elemento “favolistico” che non mi dispiace affatto. È una narrazione delicata che non stanca e anzi incurioscisce. Attendevo il ritorno del Conte nella foresta. E adesso sono curioso di sapere cosa accadrà. Hai uno stile molto raffinato e delicato insieme. Leggerti è un piacere. Ho voluto scrivere questo commento per farti sapere che sto leggendo con molto interesse. E proseguirò ben volentieri nella sua lettura.
Bellissima storia narrata con attenzione che rende scorrevole la lettura. Brava!
Grazie mille, mi fa piacere che ti sia piaciuta
Mhhh continuo a pensare che Iris abbia a che fare con questa storia della principessa🤔 Vedremo… Ma ora, corri San’Aten!!!! Ci vediamo al prossimo episodio😁
🤔Grazie Arianna ❤️