
IL MAIALE GIGANTE
Serie: IL MIO CANE BOROTALCO
- Episodio 1: IL CIONDOLINO D’ORO
- Episodio 2: GITA ALLA FATTORIA MILESI
- Episodio 3: LA FAMIGLIA DI BOROTALCO E IL GATTO FUFFY
- Episodio 4: IL MAIALE GIGANTE
- Episodio 5: ARRIVANO I LUPI IN FATTORIA
- Episodio 6: BOROTALCO ENTRA IN CHIESA E SPAVENTA I FEDELI
- Episodio 7: LA LOTTA
- Episodio 8: ADDIO BOROTALCO
STAGIONE 1
C’erano tre gabbie di pietra fatte con muri alti un metro, allungammo lo sguardo nella prima, non c’era nulla, dal silenzio del posto eravamo sicuri di essere in un recinto abbandonato.
Ci avvicinammo alla seconda gabbia per guardarvi dentro, ma non facemmo in tempo a raggiungerla che, con un grugnito furioso, un maiale enorme saltò sul muretto con le zampe anteriori. Ci ritrovammo faccia a faccia con la testa di un maiale gigante.
Presi dallo spavento, iniziammo a correre a gambe levate, gridando terrorizzati: «Aiuto! Aiuto!»
Avevo le gambe più lunghe di Luigino, quindi correvo più velocemente di lui che, per paura di restare indietro ed essere sbranato dal maiale, fece il passo più lungo della gamba e cadde a terra piangendo.
Mamma e papà nel sentirci gridare uscirono fuori con i signori Milesi e corsero verso di noi.
«Cosa succede!?» Urlò mio padre, terrorizzato. «Cosa diavolo sta succedendo!?» Ripeté con la voce rotta dall’ansia, quando vide Luigino disteso per terra.
Arrivò trafelato e spaventato, prese Luigino in braccio che piangeva spaventato, senza che riuscisse a spiegare nulla dell’accaduto, e cercò di calmarlo. Mentre mio padre cercava di tranquillizzare Luigino, il signor Milesi mi disse: «Celeste, hai la faccia bianca come il pelo del tuo cane Borotalco» e dopo avermi guardata un po’ aggiunse, «mi spieghi cosa diavolo è successo? Cosa avete visto di tanto spaventoso?»
«Un maiale gigante… un grosso maiale stava per sbranarci!» Dissi, con la mano che tremava ancora dalla paura, mentre indicavo lo stabbiolo dove avevamo visto l’animale.
«Un maiale… ah ah ah!» Scoppiò a ridere il signor Milesi in una risata fragorosa.
«Perché ridete, signore?» risposi, con un tono seccato. «Non vedo proprio nulla di divertente in questa situazione!»
Il fatto era serio, noi eravamo morti di paura e lui se la rideva.
«Scusami tanto, Celeste, ma non avevo mai sentito parlare di maiali che sbranano le persone, non sono mica leoni!» Rispose il signor Felice riducendo la sua espressione derisoria in un’espressione un po’ più seria.
«Ho capito tutto, siete entrati nel porcile e avete visto il nostro maiale Diego»
«Diego?» Replicai perplessa.
«Diego è il nostro maiale e ti posso assicurare che non ha mai sbranato nessuno» riprese il signor Milesi con un sorriso. Mentre mio fratello non voleva saperne di smettere di piangere, il signor Milesi volle farci fare conoscenza con Diego, assicurandoci che non avremmo corso alcun pericolo. Ci incamminammo verso il porcile ed arrivati sul posto, il maiale si rialzò di nuovo sul muretto, mentre il signor Milesi gli accarezzava il muso chiamandolo per nome:
«Ehi Diego, vecchio maiale, lo sai che hai spaventato i nostri piccoli amici?»
Mentre parlava al suo maiale gli dava delle bonarie pacche sul muso e gli stringeva le grosse orecchie tra le mani. Il signor Milesi sembrava essere affezionato a quel maiale come lo era ai suoi cani era veramente una brava persona.
Il maiale grugniva con una specie di sorriso stampato sulla faccia e a guardarlo bene non mi sembrava nemmeno così grande, era un maiale perfettamente normale. Riuscii a trovare perfino il coraggio di accarezzarlo, mentre mio fratello non volle saperne nulla, nemmeno di avvicinarsi.
Mentre tornavamo verso casa, avevo avvertito nell’aria un odore di nebbia molto vago, e nonostante ci fosse ancora un bel sole verso occidente, rosso come una ciliegia, avrei scommesso su una fitta nebbia da lì a breve. Non mi ero mai sbagliata sulla nebbia, ma più di una volta mio padre mi aveva detto che la nebbia non ha alcun odore e quindi non dissi nulla.
Arrivati dentro casa, mia madre, che pure si era molto spaventata, chiese alla signora Adele di darci due bicchieri d’acqua per scacciare definitivamente le ultime tracce di paura dalla faccia e anche dal cuore.
La signora, gentile, ci portò l’acqua e aggiunse anche dei dolci fatti in casa. Sembravano delle chiacchiere di carnevale, ma senza soffermarci troppo a capire di cosa si trattasse, ne mangiammo con gusto e continuammo a mangiarne finché non li finimmo tutti e il nostro umore migliorò decisamente.
Erano circa le sei del pomeriggio quando decidemmo di ritornare a casa, ma ci accorgemmo che già si stava alzando la nebbia; ne avevo sentito l’odore qualche ora prima e non mi ero sbagliata.
Nel giro di un’ora la nebbia divenne così fitta che fuori non si vedeva più nulla, solo un mare bianco, calmo e senza onde, che sommergeva la fattoria e le campagne circostanti. A guardarla mi sembrava di vedere tanti fantasmi sospesi in aria che con i loro lenzuoli bianchi e filacciosi ci facevano dei versi spaventosi.
Con quella bruma così fitta non potevamo affrontare il viaggio di ritorno, così il signor Milesi ci invitò a fermarci per la notte, saremmo partiti la mattina seguente. Anche mio padre si rese conto che non era possibile viaggiare in quelle condizioni e decise di accettare l’invito del signor Milesi a restare in fattoria per la notte.
«Signor Milesi, posso portare Borotalco in casa, per favore?» chiesi, unendo le mani in segno di supplica.
«Non c’è bisogno, piccola. Vento e Bianca sono due cani forti e con loro Borotalco sarà al sicuro. Inoltre, l’avete portato qui proprio per farlo stare un po’ con la famiglia, giusto?» rispose accarezzandomi affettuosamente la testa.
La sua carezza mi tranquillizzò, così entrai in casa, lasciando Borotalco fuori, con la sua famiglia naturale.
Cenammo con i signori Milesi e quando fu ora di andare a letto, salii al piano superiore entrando nella cameretta che mi fu assegnata per la notte. Mi affacciai dalla finestra e vidi, seppure tra gli opachi fumi bianchi della nebbia, Borotalco giocare felice con i suoi fratelli, ma ero ugualmente un poco preoccupata. Mi sdraiai sul letto, mi girai a pancia sotto e cercai di addormentarmi, ma non ci riuscivo.
Mi rigirai di nuovo a guardare il soffitto, e dopo essermi persa un po’ nei pensieri della giornata tra-scorsa in fattoria: Vento, Bianca, i cuccioli, il maiale gigante, senza accorgermene, lentamente mi addormentai.
Serie: IL MIO CANE BOROTALCO
- Episodio 1: IL CIONDOLINO D’ORO
- Episodio 2: GITA ALLA FATTORIA MILESI
- Episodio 3: LA FAMIGLIA DI BOROTALCO E IL GATTO FUFFY
- Episodio 4: IL MAIALE GIGANTE
- Episodio 5: ARRIVANO I LUPI IN FATTORIA
- Episodio 6: BOROTALCO ENTRA IN CHIESA E SPAVENTA I FEDELI
- Episodio 7: LA LOTTA
- Episodio 8: ADDIO BOROTALCO
Che bello!
🙂