IL NASCONDINO COSMICO
All’inizio dei tempi, la notte rincorreva la notte e le stelle non erano stelle, né i pianeti pianeti, ma solo puntini che vagavano nell’oscurità. Puntini neri si incontravano di tanto in tanto con altri puntini neri, si contornavano accarezzandosi a vicenda, poi ripartivano ognuno per la propria traiettoria. Ma una mano crudele di una mente ancora più crudele, decise che tutto questo vagare non era abbastanza divertente per i suoi occhi di spettatore e tagliò lo spazio in quattro parti, ne gettò i tre quarti e costrinse tutti i puntini nel quarto rimanente. Tale restrinsione fece sì che diminuirono le distanze ed aumentarono la temperatura e la forza propulsiva: i puntini cominciarono a sfrecciare a grande velocità e gli incontri divennero scontri. Il nuovo scenario piacque e lo Spettatore Crudele applaudì, contento. Ma il bello aveva ancora da venire. E arrivò così, all’improvviso, non si sa né come né perché. Lo Spettatore Crudele si svegliò di colpo per l’enorme boato: due puntini neri, nello scontro, si erano accesi. Da quel momento fu un susseguirsi infinito di scoppi, di fumate, di luci.“Basta! Basta!” gridava lo Spettatore Crudele, tappandosi occhi e orecchie “Lasciatemi dormire! Spegnete queste… cose! Smettete di fare confusione! Voglio dormire!”. Niente e nessuno ascoltò queste grida che si persero chissà dove: i miliardi di puntini continuarono imperterriti anche dopo i tentativi disperati dello Spettatore Crudele di rimediare all’irrimediabile; anche quando lo spazio, rincollato alla meno peggio con quello che era finito nella spazzatura, ritornò alle sue dimensioni reali. Non ci fu niente da fare, lo Spettatore Crudele, esasperato dall’assenza di sonno, abbandonò baracche e burattini e sparì nel nulla: non se ne seppe più niente, qualcuno insinua addirittura che non sia mai esistito, solo le nonne continuano a citarlo nei racconti. Fu così, in questo luna park spaziale, che alcuni puntini restarono neri, altri, invece, divennero luminosi. “Luminosi e belli” ripetevano tra sé quelli che si erano accesi, “Luminosi, belli e brillanti”, rincaravano la dose, sentendosi forti e potenti. In realtà erano i soliti puntini neri che erano sempre stati, del tutto identici agli altri puntini neri che popolavano lo spazio, ma che a differenza di quest’ultimi il caso e uno strano fenomeno chimico avevano voluto che si incendiassero. Si pensa che siano stati proprio i gas emanati dalla combustione a dar loro la pretesa di essere i padroni dell’universo, ma poco contano le cause della loro pretensione, la storia ci racconta, infatti, che i puntini illuminati riuscirono nel loro intento: tracciarono linee e fecero calcoli su calcoli, suddividendosi territorio e puntini neri. Eccoci dunque arrivati a come si presenta oggi il cosmo. Ma non è ancora tutto… “Questa è la mia Galassia” declamò, fiero, uno di questi puntini illuminati, prendendone possesso e disegnandone con le braccia i confini all’orizzonte, “e io sono il Padrone. Chiamatemi Sole!”. “Sole! Sole! Sole!” rispondevano, in coro, i puntini neri, che legati ad una catena, gli ruotavano intorno. “Re Sole!”, precisava lui ,“Re Sole! Re Sole! Re Sole!”, ripetevano quelli che erano diventati i suoi sudditi. Solo un puntino nero, quello più piccino, proprio non ne voleva sapere di essere sottomesso: non cantava le lodi come avrebbe dovuto cantare, né girava intorno al Sole come avrebbe dovuto girare, ma insulti e parole di rivolta uscivano dalla sua bocca e la sua catena si attorcigliava su se stessa. Il Sole, prima fece finta di niente; poi ci rise su, raccontando della ribellione del più piccolo puntino nero della sua galassia come di una barzelletta; poi cominciò ad averne abbastanza perché, come dicono le nonne, “Il gioco è bello quando dura poco”, e il suo sorriso si trasformò in un grugno che divenne sempre più maligno. “Ti acchiappo, ti acchiappo” recitava tra sé mentre studiava la tattica migliore per incastrare il piccolo puntino nero, “ti acchiappo, ti acchiappo” e si strofinava le mani pregustandosi la vendetta. Tutto sarebbe filato alla perfezione se il Sole avesse incluso il fattore tempo nei suoi piani, ma di questo fattore il Sole non ne tenne di conto, o forse, semplicemente, se ne dimenticò preso com’era a valutare tutto il resto: il gusto tanto pregustato della vendetta fu amaro e vendetta non ci fu: il piccolo puntino nero fu più veloce e, di sicuro, più furbo di quello illuminato. Fiamme e fumi uscirono da quella palla infuocata che sembrava impazzita, fiamme e fumi fecero nascere il giorno su quei puntini che fino ad allora erano stati abitati solo dalla notte. Fu a partire da quel momento che il giorno cominciò a inseguire la notte così come il Sole, che non se la dette mai vinta, insegue, da allora, il più piccolo puntino nero. Ma torniamo un attimo indietro… “Mi aiuti?” aveva domandato il piccolo puntino nero a ciascuno degli altri puntini neri più grandi quando aveva percepito il pericolo. “Mi aiuti?” aveva implorato, supplicato, gridato, ma la sua preghiera si era dispersa in onde e nessuna risposta era tornata indietro. “Mi aiuti?” aveva, infine, pianto, senza speranza. E senza speranza, sentendo sempre più vicino il calore del Sole, si stava abbandonando al tragico destino, quando… una voce: “Nasconditi dietro di me”. Un puntino nero gli stava facendo cenno, indicandogli una direzione. Di nuovo, una voce, la stessa, ma più forte: “NASCONDITI DIETRO DI ME!”. Fece appena in tempo. Il sole sfrecciò nel punto esatto in cui si trovava un attimo prima e lo avrebbe colpito in pieno e chissà cosa ne sarebbe stato di lui se quel puntino nero più grande non gli avesse offerto rifugio. Fu in questo modo che nacque il legame che lega tuttora quelli che allora erano solo dei puntini neri, uno più grande e l’altro più piccolo.
“Terra”, si presentò quello più grande.
“Luna”, rispose quello più piccolo, “ci divertiremo insieme”.
Non si era sbagliato il piccolo puntino nero, Luna, quando aveva pronunciato queste parole, non si era sbagliato perché il nascondino cosmico va in scena dai tempi dei tempi tutte le ventiquattr’ore e Luna e Terra se la ridono ogni volta come se fosse la prima, lasciando Sole, quel grande puntino prepotente e illuminato, ogni volta sconfitto e umiliato. Ma c’è di più… con l’apparizione della luce i puntini neri cominciarono a vedersi: Terra desiderò essere bello, desiderò i colori che ancora non esistevano. Luna, per esaudire il sogno dell’amico, fece di tutto: pregò in segreto, chiese aiuto a puntini di Galassie lontane e arrivò, addirittura, a rubare la luce di Sole. Una massa blu apparve su Terra e Luna la fece oscillare su e giù come i tasti di un pianoforte, pizzicandola con la sua forza attrattiva, poi la fece ondeggiare e Terra si colorò di tutte le sfumature, dal blu oltremare al celestino. Ed era già al settimo cielo, Terra, quel puntino che poco prima era solo un puntino nero e che ora, maestoso, indossava un manto colorato, e non cessava di ringraziare l’amico, quando l’Evoluzione volle fare la sua parte in questa storia: apparve il rosso, il verde, l’arancione, apparve il giallo, il marrone, il rosa, apparvero tutti i colori e si mischiarono tra sé per farne altri. Quelli che dall’alto erano colori, dal basso erano laghi, montagne, vulcani, piante, fiori, prati, erano uccelli, pesci, erano i bambini che con le loro risate fanno danzare le nuvole.
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Favola dolcissima e poetica!
Una storia fiabesca dallo stile elegante e dal messaggio profondo. Letta con grande interesse.
Bellissimo. Scritto magistralmente, fantasioso e sognante, profondo ma leggero come la risata di un bambino che fa danzare le nuvole. Grazie 🙂
Ciao Cecilia,
Che dire?? La storia dell’universo raccontata con bravura, spirito e fantasia.. L’ho letto tutto di un fiato e piano piano quando i puntini prendevano il loro nell’universo sorridevo di gusto. Mi è veramente piaciuto!
Adesso grazie a te so come mai la luna al suo primissimo quarto assomiglia più ad un sorriso che ad un freddo ammasso di roccia sospeso… Se la ride di gusto con la sua amica Terra!!
Brava!!!
Comunque mi lasci con una domanda in sospeso: dice diavolo se ne è andato a dormire Spettatore Crudele???
Decisamente intenso, da leggere con una chiave di lettura molto introspettiva, la scrittura in questo caso è un vortice, come fosse lei stessa una stella o un pianeta, molto particolare!
Ciao Cecilia, ti va di aggiungere una copertina alla tua opera? Su http://www.pixabay.com trovi immagini gratis libere da copyright.
EO