Il Revisore

Quando entrĂ² nella stanza, un quadrilatero tre metri per tre interamente bianco, un senso di oppressione percorse rapido come un brivido la sua spina dorsale; si guardĂ² intorno alla ricerca di qualcosa, qualsiasi cosa, ma non vide nulla di interessante, eppure quello era il luogo nel quale si raccoglieva qualcosa di talmente importante da essere accessibile a pochi. Si sarebbe quasi aspettato un tempio edificato intorno a quello che rappresentava per la storia umana quel semplice cubo ricavato nel sotterraneo di un palazzo governativo edificato secoli prima. La porta dietro di lui si chiuse con uno scatto sordo, forse era stata chiusa elettronicamente dall’esterno, difficile dire come potessero sorvegliarlo in quel momento ma era del tutto evidente che ci riuscissero. 
“Benvenuto nell’archivio mondiale della Storia del pianeta Terra” disse una voce asettica che sembrava propagarsi nella sua scatola cranica piuttosto che nello spazio circostante, una sensazione complessa da descrivere e anche da digerire.
“Grazie, tu chi sei?” domandĂ² rimanendo fermo in attesa di una risposta.
“Io sono il tuo assistente personale in questo viaggio e potrai chiedermi tutto quello che vuoi, ti basterĂ  pensare per porre una domanda ed io ti fornirĂ² la risposta dopo aver controllato il database.”
A quel punto l’uomo provĂ²: immaginĂ² una sedia, proprio in mezzo alla stanza, con comodi braccioli imbottiti che gli consentissero di rimanere seduto per molto tempo, del resto era un’operazione importante che avrebbe richiesto molte ore, se non giorni. La prospettiva non era delle piĂ¹ invitanti ma non si poteva evitare, non in quella situazione.

Forse trascorsero cinque o sei secondi prima che una botola rivelasse un buco al centro della stanza dalla quale uscì proprio la sedia che aveva provato a pensare poco prima, la voce non disse nulla ma l’uomo rimase piacevolmente sorpreso dei progressi della tecnologia, solo vent’anni prima sarebbe stato inimmaginabile qualcosa di simile. 
“Adesso siediti pure.”
“Va bene.”
Non appena presa posizione nella sua mente, vivide come immagini proiettate dagli occhi, iniziarono a scorrere immagini e parole che narravano di eventi dimenticati della storia umana e non solo. 
“Da dove vuole cominciare?”
“Forse dall’antica Grecia, credo sia il modo migliore di farsi un’idea.”

Il governo che serviva con fedeltĂ  assoluta si era impossessato di tutti gli aspetti della vita dei cittadini del pianeta Terra e restava solo un ultimo passo per completare l’opera: “chi controlla il passato controlla il futuro. Chi controlla il presente controlla il passato.” Una frase che di sicuro proveniva da qualche romanzo o saggio, difficile ricordare in quell’istante, sommerso da tutte quelle informazioni che non volevano proprio andarsene. Il suo obbiettivo era alquanto semplice, almeno sulla carta: doveva analizzare tutta la storia disponibile per creare un compendio da poter utilizzare come versione ufficiale che giustificasse lo stato di cose attuale. Non esistevano piĂ¹ fonti di informazione libera, chiuse anni prima per “mancanza di fondi”, nessuno aveva accesso a saggi e libri che non fossero preventivamente censurati e nessuno avrebbe potuto mai sospettare niente di tutto ciĂ², soprattutto perchĂ© il cibo era “corretto” per tenere alto il consenso. Rivedere la Storia significava impadronirsi di ciĂ² che non poteva essere cambiato nella realtĂ  ma che poteva mutare nella mente di coloro che non avevano mai vissuto quei tempi. 

Si trattava dell’incarico piĂ¹ importante della sua vita e l’uomo si trovava da giorni in uno stato di agitazione che era difficile tenere sotto controllo ma che lo spingeva a dimostrare quanto valesse. L’impatto con tutte quelle nozioni fu devastante, in pochi secondi il suo sistema nervoso toccĂ² il collasso e l’assistente digitale fu costretta ad interrompere il flusso; si trattava del terzo soggetto sottoposto a quel trattamento che reagiva in modo tanto violento, i primi due erano deceduti ma, forse, lui sarebbe sopravvissuto.

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