
Il signor Marino
Serie: Le rose e le rouge
- Episodio 1: Le rose e le rouge
- Episodio 2: Jean
- Episodio 3: Tattoo
- Episodio 4: Il professore
- Episodio 5: Carletto
- Episodio 6: Il Cinese
- Episodio 7: Il giornalista
- Episodio 8: Clara
- Episodio 9: Le jacarande
- Episodio 10: Carmelo
- Episodio 1: Da Biagio
- Episodio 2: Rosso rubino
- Episodio 3: La signorina Bellini Sforza Contìni
- Episodio 4: Il maresciallo Ercole Lo Piccolo
- Episodio 5: Colpa d’Albino
- Episodio 6: Rosa furiosa
- Episodio 7: E strunz
- Episodio 8: Pierre de Ronsard
- Episodio 9: A tavola senza cadaveri
- Episodio 10: Il signor Marino
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Il cellulare sul comodino aveva iniziato a vibrare. Da mezzanotte fino alle otto o nove del mattino, suoneria esclusa per evitare risvegli di soprassalto. Lo teneva acceso perché ─ pensava ─ non si sa mai, se Rosa, nonostante il suo prolungato silenzio, avesse deciso, finalmente, di chiamarla, avrebbe risposto subito; ammesso che quella vibrazione fosse riuscita a sentirla. Di solito dormiva poche ore, un sonno discontinuo; quando crollava, però, era come un sasso che casca in fondo allo stagno torbido dei suoi incubi ricorrenti.
Quella mattina era già in piedi, pronta a combattere un’altra giornata infernale, tra il caldo afoso, i vicini morti, i vivi troppo lontani e i semivivi assenti.
Alle nove del mattino si sentiva più stanca della sera prima, quando si era distesa sul letto a riposare.
Aveva preso il cellulare in mano, sbadigliando. «Pronto!?»
«Signorina Perra?»
«Sì, chi parla?»
«Sono il maresciallo Lo Piccolo, ho bisogno di parlare con lei; dovrebbe venire in caserma per qualche domanda su certi fatti che riguardano la sua amica Rosa.»
«Veramente… io dovrei andare al chiosco.»
«I suoi fiori per i morti possono aspettare, non credo scappino.»
«Anche lei con questa storia?»
«Quale storia?»
«No, niente, questa frase la dice spesso anche un mio amico, il custode del cimitero.»
«Quindi signorina, riesce ad arrivare adesso o subito? Non credo sia necessario mandarle l’autista con i braccialetti in tasca, vero? C’è anche un’altra persona qui da noi che aspetta di poter parlare con lei.»
«Un’altra persona? E chi sarebbe?»
«Il signor Marino Testa.»
«Lo ha convocato lei? Come ha fatto a rintracciarlo?»
«Signorina Perra Valentina, a parte il fatto che le domande dovrei farle io, lei ha capito che noi siamo l’Arma dei Carabinieri? Ha presente lo spot? Dove serve noi ci siamo.»
Sì, sì, certo. L’ho visto lo spot. E ogni volta mi chiedo: dove eravate ogni volta che c’è stato un femminicidio, a giorni alterni? Donne che avevano segnalato, denunciato, chiesto aiuto, perché lui le minacciava, le insultava, le aggrediva o le pedinava. Dove eravate quando è stata compiuta la strage annunciata dei miei parenti di Nugòro? Dove eravate quando Genziana, dopo aver sporto denuncia per ben due volte, è stata accoltellata dall’ex marito? Quei pensieri che aveva già avuto altre volte, le erano passati in testa come un lampo.
«Certo, si sa, la Bene… Benedetta sia sempre l’Arma dei Carabinieri. Mi scusi per la domanda, Maresciallo, ma quest’uomo lo avete trovato, convocato e ricevuto in tempo di record, da chissà quale oceano. Sono sbalordita.»
«Ma quale oceano, signorina. Si sbrighi piuttosto, prima che perda la pazienza.»
Valentina aveva scartato e ingurgitato quattro ovetti di cioccolato, uno dopo l’altro. Non poteva uscire di casa a stomaco vuoto. Temeva che le sue gambe potessero cedere, soprattutto al pensiero di quell’incontro poco rassicurante. Ricordava vagamente il volto del signor Testa. L’idea che si era fatta di quell’uomo era dovuta alle tante storie che le avevano riferito. Non ultimo l’abbandono dei figli, dopo la morte della moglie. E le prolungate assenze quando erano piccoli.
Le sarebbe servito un buon caffè lungo, in tazza grande, come quello che le preparava sua nonna. Un caffè speciale, fatto con radici di cicoria e orzo tostati, addolcito con una spuma di zucchero e miele che “toglie tutto il fiele”, diceva la nonna. Ma ciò che rendeva unica quella bevanda era il gesto e lo sguardo con cui la vecchia, curva e secca, le porgeva la tazza, col suo vapore caldo e aromatico. Da quando lei non c’era più Valentina aveva dovuto cavarsela da sola, sviluppando la pelle dura, a volte con le squame, come quella di un coccodrillo.
“Je pensais que tu etais doux comme une fourrure de lapin, mais tu es rugueuse comme de la laine brute. “ La frase le era tornata in mente all’improvviso, mentre si affrettava a raggiungere la caserma. Sembrava che la sua mente volesse flagellarla con i ricordi, poco prima che il maresciallo potesse colpirla col tono aspro della sua voce.
Jean aveva ragione. I primi tempi lei era dolce, disponibile, piena di entusiasmo e di sorprese; fino al giorno in cui era stato lui a sorprenderla di brutto. Quel giorno aveva segnato il confine non solo tra lei e il bel francese, ma anche fra lei e tutta la popolazione universale del genere maschile.
Quando era giunta in via Orlandi numero tredici, aveva sollevato un braccio per premere il tasto del videocitofono. Prima ancora di sfiorarlo, il piccolo cancello si era aperto con uno scatto della serratura elettrica. Nello stesso momento un giovane brigadiere le aveva aperto il portoncino d’ingresso, l’aveva condotta all’ufficio del capo ed era rimasto impalato a fianco a lei, come se dovesse piantonarla.
«Dunque, signorina Perra Valentina, quando lei si è introdotta furtivamente nella casa del qui presente signor Marino Testa, e ha visto le condizioni in cui stava la sua amica, perché è andata via senza chiamare un medico, senza prestarle soccorso, e senza segnalare a nessuno lo stato in cui l’ha trovata?»
«Non avevo capito quanto stesse male, credevo fosse soltanto arrabbiata. E poi ha chiuso quasi subito la porta della sua camera da letto con la chiave, impedendomi di occuparmi di lei. Avrei voluto prepararle qualcosa da mangiare, ma… mi ha costretta ad andar via.»
«Sappiamo che ha parlato più di una volta con sua sorella Viola, perché non le ha fatto capire la gravità della situazione?»
«Come le ho detto, avevo sottovalutato lo stato di salute di Rosa e poi ho avuto degli scrupoli nei confronti di Viola. Non volevo spaventarla o farle perdere il posto di lavoro per un dispetto o un capriccio della sorella, ancora un po’ingenua e infantile. Ora come sta? L’avete fatta tornare a casa?»
«Rosa è in ospedale. La dottoressa Capoccia dice che ha subito uno shock. Avrà bisogno di molte cure e di assistenza H24. Il signor Testa resterà finché sua figlia avrà bisogno di sentire la sua vicinanza, per aiutarla a riprendersi.»
«Posso andare a trovarla?»
«Per il momento no. Non siamo certi che la sua presenza possa giovarle. Vedremo in seguito, se la dottoressa Capoccia dovesse dare il consenso.»
Serie: Le rose e le rouge
- Episodio 1: Da Biagio
- Episodio 2: Rosso rubino
- Episodio 3: La signorina Bellini Sforza Contìni
- Episodio 4: Il maresciallo Ercole Lo Piccolo
- Episodio 5: Colpa d’Albino
- Episodio 6: Rosa furiosa
- Episodio 7: E strunz
- Episodio 8: Pierre de Ronsard
- Episodio 9: A tavola senza cadaveri
- Episodio 10: Il signor Marino
Ho finalmente capito che il marescialli, benemerita o forse più in generale le forze dell’ordine tutte, non sono stimati dalla voce narrante (che ben’inteso non è la tua). Ci metto un po’, ma alla fine ci arrivo. Si snocciolano, invece, alcuni nuovi elementi e tra questi una nuova cartolina che dipinge anche il Francese non proprio come “simpatico” e devo dire che, stavolta, non mi dispiace… mi associo pure al commento di Irene. Grazie per la lettura
Io vorrei che Valentina sapesse, e se non lo sa già qualcuno glielo dica, che non è questione di essere o non essere, di un prima o di un dopo. Lei non deve scegliere tra ruvido o morbido, ombra o luce. Perchè l’ unicità della sua bellezza sta nell’esserle entrambe, e l’amore che merita è quello che saprà amarla per intero. Al diavolo Jean, non aveva ragione. Che poi, cosa ne sanno i francesi di donne 😉 ? (chiedo scusa ai francesi all’ascolto…)
Irene sei meravigliosa. “Che ne sanno i francesi di donne?”, mi ha fatto scompisciare. Io ho sempre subito il fascino della loro lingua e del portamento di molti francesi; anche se talvolta se la tirano forse piú di tanti italiani.
Su Jean ci sarà un capitolo a parte per spiegare cosa é successo tra lui e Valentina che ha rotto l’idillio a senso unico.
Questa serie sta diventando una storia infinita: troppi capitoli in sospeso che prima o poi dovró chiudere.
Grazie Irene, senza questo supporto prezioso non so se avrei gli stimoli necessari per continuare.
Un abbraccio.
Io invece ho un debole per i latini (se sono manovali o camionisti poi è amore a prima vista 🤭) e ho sempre guardato con sospetto i cugini d’oltralpe. Non vedo l’ora di leggere il capitolo si Jean, per scoprire qualcosa di più!
“Ma ciò che rendeva unica quella bevanda era il gesto e lo sguardo con cui la vecchia, curva e secca, le porgeva la tazza”
Umberto Eco diceva che ci educhiamo nei ritagli di tempo, quando siamo distratti. Dai gesti e nel non detto più che dalle parole. Questa tua immagine me lo ha ricordato. Certi gesti in apparenza banali si rivelano col tempo il modo più efficace per restare dentro le persone che amiamo.
Mi piace molto il riferimento a Umberto Eco e la tua riflessione, che condivido in pieno. Grazie.
“Ha presente lo spot? Dove serve noi ci siamo.”
la tua ironia sfiora il genio. anzi. lo incarna 👏
Ciao Maria Luisa, la tua serie è una di quelle che aspetto con ansia. Mi piace molto come hai caratterizzato i personaggi: dall’impulsività di Valentina che l’ha portata a reagire male davanti allo strano comportamento di Rosa e a sottovalutarlo, all’ottusità del maresciallo (vedo degli sprazzi di miglioramento, penso che potrà stupire in positivo). Non vedo l’ora di leggere di un nuovo incontro tra Rosa e Valentina, ma anche di continuare a scoprire la storia di Clara. Molto brava!
Grazie Melania, trovi sempre le parole giuste per spronarmi nella continuazione di questa storia, di un dramma camuffato, tra caricature, nuove comparse e ritratti che mutano improvvisamente come accade nella vita, quando succede qualcosa di sconvolgente.
Ora che ho preso la vitamina M (da Melania), cercheró di mettere per iscritto la piccola idea molto confusa per il prossimo episodio, il primo della terza stagione.
Spoiler: il pranzo da Clara.
Che carina che sei! Sono felice di esserti di incoraggiamento😊
😘
Valentina era la mia preferita, se ricordi, sin dal primo episodio. Adesso posso confermare: amo il suo carattere! È un personaggio che conquista il lettore, è facile identificarsi in lei.
“Conquista il lettore” sono parole che mi mandano in brodo di giuggiole.
Grazie Arianna. Un abbraccio.💝
Dimenticavo…. Rosa è sempre nel mio cuore. Spero che di riprenda ❤️
Sto pensando e ripensando a quale potrebbe essere la giusta cura. Ho in mente alcune “terapie” , ma non ho ancora deciso come e se riuscirà ad essere la Rosa che rideva sempre, senza adirarsi o incupirsi mai.
Oggi non spreco una parola per il maresciallo 🤬 ma Valentina è fantastica. In questi ultimi episodi la sua personalità sta emergendo e il sottotesto mi fa morire. Bravissima 👏 Muoio dalla voglia di scoprire il resto, la storia è sempre più avvincente.
Grazie Tiziana, una delle cose che mi fa stare bene, nel leggere i vostri commenti, é di sapere che qualcosa vi ha fatto sorridere.
Spero di non ingarbugliarmi e di non deludere nel prosieguo della storia.
“Quella mattina era già in piedi, pronta a combattere un’altra giornata infernale, tra il caldo afoso, i vicini morti, i vivi troppo lontani e i semivivi assenti.”
Stupenda….la tua ironia mi fa impazzire 😂 👏 e
Ridere e sorridere fa bene alla salute. Spero di riuscire ancora a darvi qualche pillola omeopatica di Gaia-lettura.
Il Maresciallo Lo Piccolo è sempre più inopportuno, sgradevole e fuori luogo. Suscita quasi ribrezzo nel suo essere così arrogante e maschilista.
Non ho idea di come volgerà la storia e di che ruolo avrà il padre, colpo di scena al momento giusto. Non mi faccio nemmeno idee su cosa abbia ridotto Rosa in quello stato, ma va bene così. È la tua grande abilità quella di intrecciare tante storie nella storia e lasciarci lì appesi a penzolare. Un applauso sempre per come sai condurre i dialoghi.
Il personaggio del maresciallo Ercole lo Piccolo, (non a caso un nome e un cognome che fanno a pugni), é frutto di fantasia. Una cosa peró mi ha spinto, al di là delle barzellette, a costruire una caricatura che puó sembrare ambigua e per certi aspetti negativa: averne conosciuto alcuni che in quanto a maschilismo, presunzione e altri atteggiamenti discutibili, si sono rivelati dei veri campioni.
Grazie per il supporto, Cristiana, su questo tema spinoso che rischia di urtare la sensibilità di qualcuno. Ho cercato di non essere offensiva ma immaginavo che non tutti avrebbero capito il senso di questo ritratto.
“Sì, sì, certo. L’ho visto lo spot. E ogni volta mi chiedo: dove eravate ogni volta che c’è stato un femminicidio, a giorni alterni? Donne che avevano segnalato, denunciato, chiesto aiuto, perché lui le minacciava, le insultava, le aggrediva”
Ci vuole coraggio Maria Luisa, o meglio ci vogliono ‘due palle così’, di quelle che in molti sono convinti non abbiamo. Brava, anzi, bravissima. Non si deve generalizzare, certamente, però…
Sì, Cristiana, confermo: ci vuole coraggio e troppo spesso le donne che si salvano lo fanno da sole e con una rete intorno che non é quella dell’ arma, della Benemerita.