Impavido

Serie: Trenta secondi alla mezzanotte


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Riprendono gli addestramenti ed Aiden riflette sulle parole dell'amica. In mensa, decide di prendere le difese di una giovane recluta.

A malincuore, duecentosettantacinque riprese posto sulla sedia di legno e con una smorfia, cercò di far scendere giù per la gola un cucchiaio pieno di quella minestra insapore.

– Non devi farlo se non vuoi. Protestò Aiden, alzando il tono della propria voce.

– Snowson, siediti immediatamente. Ordinò il sergente, rivolgendo un’occhiata anche alla ragazza dalla lunga treccia bionda di fianco a lui che aveva dipinto in viso lo stesso sguardo del suo vicino .

– E tu continua a mangiare. Il sergente si rivolse al ragazzino e lo guardò con un sorrisetto compiaciuto scolpito sulla faccia mentre lo guardava nutrirsi contro la sua volontà.

– Signor sì. Sussurrò il minore.

– Non ho sentito bene. Infierì il sergente.

– Signor sì. Ripeté lui, stavolta alzando la voce di un’ottava. Qualcuno si voltò, inorridito da quella scena pietosa, cercando di concentrarsi nel finire la propria pietanza senza immischiarsi, fingendo che quel maltrattamento non esistesse.

Aiden fu scosso da un fremito: era sul punto di scattare, ma Fantasma,accanto a lui, gli strinse un polso sotto al tavolo, per trattenerlo.

– Non farlo. Gli sussurrò lei. – Controllati.

Aiden emise un lungo sospiro rumoroso e si sedette. Fece lo stesso anche la ragazza, emettendo a sua volta, un respiro di sollievo

Il sergente guardò Aiden con espressione vittoriosa, quindi riprese ad umiliare il ragazzino.

– Non ho ancora sentito bene. Ripeté.

La recluta cercò di ingoiare un altro boccone, quindi si strinse nelle spalle ed a testa bassa, urlò: – Signor sì!

– Più forte, duecentosettantacinque. Ordinò il superiore.

L’altro cercò di urlare, ma uno dei bocconcini di pollo presenti in quell’insipida minestra, gli si incastrò in gola e lo sputò fuori dalla bocca, facendolo finire sul tavolo.

Il sergente non aspettò oltre e con una mano andò ad afferrare alcuni dei suoi ciuffi biondi per poi sbattere il suo viso nella scodella, facendo schizzare la brodaglia ovunque.

Aiden era arrivato al limite e sebbene Fantasma avesse cercato di afferrare di nuovo il suo polso al volo, ormai era troppo tardi per calmarlo di nuovo: egli scattò dalla sedia che lanciò per terra, quindi scavalcò il tavolo ed in un paio di falcate raggiunse il sergente.

– Fatti un cazzo di controllo dell’udito. Disse la sua frase ad effetto che gli prudeva in gola come un raffreddore, poi finse di dargli un pugno che lui era difatti già pronto a parare e finì per dargli una testata, colpendolo direttamente sul naso.

Un sergente vicino che stava finendo di mangiare aveva tenuto d’occhio la situazione dall’altra parte della sala e si precipitò subito nel cercare di soccorrere il suo commilitone, ma si ritrovò davanti Fantasma ed altri due ragazzi del vagone undici a sbarrargli il passaggio tra un tavolo e l’altro.

Con quella testata, Aiden era riuscito a scaraventare per terra quell’uomo che tanto detestava e prese a colpirlo sulla faccia con un turbinio di pugni che parevano non conoscere fine: Aiden era affannato, tremava di rabbia, nei suoi occhi pareva vi fosse installato un filtro per cui era accecato dal colore rosso e sembrava non conoscere limiti. Sebbene il sergente cercasse di proteggersi provando a coprire il volto con le braccia, Aiden non gli lasciava il tempo di farlo e quando ci riuscì, Aiden prese a colpirgli lo stomaco, poi di nuovo la faccia, fino a fargli sputare un fiotto di sangue che finì dritto in faccia a Snowson, macchiandogli un angolo del viso.

In quell’occasione, il sergente non riusciva a liberarsi dalla presa di Aiden ed infine, solo l’intervento dell’altro sergente che era accorso per cercare di fermare quella rissa, riuscì a fermare il ragazzo, bloccandogli le braccia dietro alla schiena mentre Aiden cercava comunque di liberarsi, scalciando e cercando di spingersi verso il volto tumefatto dell’uomo che odiava, il quale si stava rialzando.

Il sergente non perse tempo e mollò un destro sul volto di Aiden che in tutta risposta, sputò verso di lui, andando a colpire il suo mento. Sorrise soddisfatto.

– Stronzo impertinente! Urlò il sergente che dette un pugno nello stomaco ad Aiden, il quale fece per piegarsi per il dolore.

– Basta, separiamoli! Urlò l’altro sergente che teneva fermo Aiden per le braccia, ma il ragazzo riuscì con uno strattone a liberarsi e si gettò nuovamente sul suo nemico, il quale non ebbe il tempo di reagire che si ritrovò ancora sopraffatto dal corpo del nemico e con le sue mani al collo.

Poi, uno sparo improvviso gelò la grande e fredda sala.

– Che sta succedendo qui? Era il capitano che aveva appena fatto il suo ingresso e stava raggiungendo a passo veloce la zona da cui era partita la rissa.

– È stato lui! Il sergente puntò il dito su Aiden mentre si puliva il sangue dal viso e si rialzava in tutta fretta, cercando di sistemarsi l’uniforme sporca e stropicciata alla bell’e meglio.

– Dica le cose come stanno. Si avvicinò Fantasma, guardando con odio l’uomo con la faccia tumefatta mentre ella cercava di avvicinarsi ad Aiden per aiutarlo a rialzarsi.

– Non voglio sentire altro da te, recluta. Come si chiama lui? Chiese il capitano con viso truce, indicando con un movimento del mento Aiden.

– Snowson. Si chiama Aiden Snowson. Disse con determinazione la ragazza che aveva appena passato tovagliolo di carta che aveva rubato da un tavolo, all’amico, il quale prese a pulirsi il sangue dal viso in silenzio.

– Non ti ho dato il permesso di parlare. La voce del capitano tuonò sulla ragazza che si ammutolì: il capitano era un uomo decisamente muscoloso, molto alto ed in grado di incutere timore con un solo sguardo; aveva una lunga cicatrice sotto all’occhio destro che lo rendeva ancora più temibile, inoltre i suoi occhi neri come petrolio, parevano non mostrare emozione alcuna su quel volto da mastino.

Serie: Trenta secondi alla mezzanotte


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