
Ingredienti
Serie: Un pessimo desiderio
- Episodio 1: Colpevolezza
- Episodio 2: Pareti levigate
- Episodio 3: Aspirine
- Episodio 4: Lavaggio Speciale Sport – 52 minuti
- Episodio 5: Incrostazioni
- Episodio 6: Fiammeggiante
- Episodio 7: Curiosità
- Episodio 8: Ingredienti
- Episodio 9: Riflessi
- Episodio 10: Panino papale
- Episodio 1: Ricreazione
- Episodio 2: Girasole
- Episodio 3: Turchese
- Episodio 4: Pris
STAGIONE 1
STAGIONE 2
Stai guardando attraverso i miei occhi.
Non era una voce, era un pensiero che aveva il colore e la forma di un braciere acceso e caricato con olio di paraffina.
Cosa mi hai fatto? Perché i colori sono diventati tanto strani?
Una collanina fatta di corallo nella vetrina del padre lampeggiava di un bel verde smeraldo, sembrava uno di quei messaggi in codice Morse. Un libro impilato nella metropoli letteraria ai piedi della libreria sembrava una lampada alogena per quanto violentemente brillava.
Sei pronta ad entrare in casa mia?
La stanza multicolore del padre divenne nera, come quando salta la luce per un blackout, quando tornò la luce tutto aveva il colore del miele e un odore fortissimo di liquore saturava ogni cosa.
Grata domum meam. Benvenuta, mettiti pure comoda.
La stanza circolare era immersa nel rum che aveva assaggiato poco prima l’apparizione dell’ifrit.
Ma è minuscola! Non ti marciscono i piedi tenendoli perennemente nell’alcol? Martina provò a sollevare un piede rosso fuoco senza successo.
Qui dentro le cose funzionano diversamente.
La piccola cella che teneva rinchiusa una creatura fatta di puro fuoco era stata creata apposta per soffocare le fiamme e tenere solo un innocuo tizzone sul punto di spegnersi.
Prova ad urlare di mostrarti la tua punizione!
Suggerì Martina con sicurezza.
Agni non riusciva a credere che una ragazzina così giovane fosse in grado di capire ciò che gli umani non potevano conoscere.
Ti chiami Agni? Che nome è? Cosa vuol dire?
L’ifrit si rese conto che stava condividendo anche i suoi di pensieri.
Semplicemente fuoco. Ignis nella tua antica lingua è una evoluzione di Agni che ha un origine Hidûsh.
– Mostra la mia pena! – Urlò il djinn alla stanza.
Il silenzio fu la risposta.
– Non credo che funzioni così. È probabile che non era prevista neanche la mia evocaz— –
Le pareti iniziarono a vibrare, producendo un suono simile a un bicchiere di cristallo sfiorato da un dito bagnato. Una fascia scura apparve lungo tutta la circonferenza di quella bottiglia.
Agni restò ammutolito avvicinandosi.
Come conoscevi le parole da usare? Chiese Agni con un pensiero sorpreso e incuriosito.
Te l’ho detto! Ho letto un sacco di libri che vi descrivono. Credo siano stati scritti sotto la vostra stessa supervisione. Quelli che però sembrano più… veri, sono scritti in lingue che non conosco.
Agni avvicinò il volto a quella fascia scura appena apparsa sulla parete, esaminandola con una certa attenzione.
Sembrano stelle. Sfiorò i piccoli asterischi in rilievo.
Sono uomini. Uomini stilizzati! Hai detto che devi salvare, aiutare o proteggere le persone che ti evocano. Ecco! Ne devi aiutare a migliaia! Ma che hai fatto?
Il pensiero curioso di Martina innervosì Agni.
Sono l’essenza del fuoco! Il mio nutrimento è il calore e le fiamme, la roccia fusa e lo sfavillio di scintille brillanti come stelle. Questi sono gli ingredienti per la mia crustulum.
A Martina arrivarono delle sensazioni strane, era immersa in una specie di marmellata che odorava di pietra calda, si sentiva elettrizzata, quasi euforica. Avvertiva il calore come una forma di solletico piacevole, le sembrava di stare nuotando in una gelatina frizzante e quelle bellissime sfumature di rosso, giallo oro e arancione l’avvolgevano e s’insinuavano negli anfratti di pensieri che non le appartenevano, il rombo cupo di enormi rocce incandescenti che sfregavano fra di loro fu la ciliegina su quel dolce a più strati di cui era ghiotto il djinn. La ragazzina aveva la pelle d’oca o almeno era quella la sensazione: partiva dalla punta dei piedi e ad ondate sempre più violente le si arrampicava fino alla nuca. Poi tutto esplose ed il bianco abbacinante di un piacere sconvolgente la inondò.
Oddio! O mamminabella! È questo ciò che senti, cioè quello che provi?
Martina stava guardando delle braccia che non le appartenevano, riusciva a vedere l’immagine dell’ifrit riflessa su quegli enormi bracciali da condannato ad una eterna solitudine.
Non riusciresti a sopportare l’estasi che noi afarit avvertiamo quando diventiamo un tutt’uno col fuoco. Più è puro e caldo, più il piacere si intensifica e ci travolge.
Agni accarezzò uno dei pesanti bracciali che lo obbligavano a quella schiavitù forzata.
La montagna esplose ed io ne fui felice… Molto meno le genti che vivevano nelle valli. Unusquisque in ossibus suis combustus est. Non rimasero intatte neanche le ossa…
Martina avvertiva uno strano malessere, non era fisico, in quel momento non aveva neanche un corpo suo. I piccoli asterischi sulla parete della cella del genio brillavano come migliaia di soli al tramonto schierati militarmente in una silenziosa parata accusatoria.
Vide il rum scintillare beffardamente, tutto roteava e si storceva, deformandosi innaturalmente.
Agni? Cos…
La sveglia del cellulare suonò, facendola scattare in piedi ancor prima di capire dove fosse. Era completamente nuda. Ai piedi del suo letto i vestiti erano piegati ed organizzati minuziosamente, secondo l’ordine in cui sarebbero stati indossati. Martina cercò una sorta di mal di testa o qualcosa che somigliasse ad un hangover, qualunque cosa volesse dire.
Poi un’ondata d’ansia e angoscia iniziò a morderle la schiena: la porta proibita! Indossò la biancheria intima alla meno peggio e uscì dalla cameretta cercando di fare mente locale sul da farsi per riportare tutto alla normalità.
Aveva chiuso la porta? Aveva rimesso in ordine? La chiave l’aveva nascosta?
Trovò la porta perfettamente chiusa, col frammento di carta posizionato come lo ricordava, in camera del genitore tastò dietro la scrivania, il pezzetto di nastro isolante con attaccata la chiave al suo interno era lì.
Non ricordava di aver fatto niente di tutto ciò! Che cazzo aveva bevuto? Droga? Aveva un ricordo confuso di fiamme, di bottiglie e di un buon profumo alcolico. Cercò di mettere un’etichetta ai suoi pensieri seguendo una linea temporale, ma nella sua testa regnava il caos.
Si sistemò gli slip e il reggiseno storti e iniziò a prepararsi per la scuola. La sua immagine riflessa evidenziava quell’occhio nero iniettato di sangue che tutti avrebbero notato e additato nei corridoi scolastici.
Lavò il volto facendo attenzione a non mettere troppa forza vicino all’ematoma dolorante, mise il deodorante stick e spazzolò quei capelli ribelli legandoli infine in una coda ondulata. Occhi dorati che la fissavano. Martina restò immobile con la testa ancora infilata all’interno della felpa pulita color blu elettrico: era un film?
Serie: Un pessimo desiderio
- Episodio 1: Colpevolezza
- Episodio 2: Pareti levigate
- Episodio 3: Aspirine
- Episodio 4: Lavaggio Speciale Sport – 52 minuti
- Episodio 5: Incrostazioni
- Episodio 6: Fiammeggiante
- Episodio 7: Curiosità
- Episodio 8: Ingredienti
- Episodio 9: Riflessi
- Episodio 10: Panino papale
Concordo con la maggior parte dei commenti: se prima le storie di Martina e Agni sembravano due rette parallele, ora che si sono intersecate si sono fuse come a creare un colore tutto nuovo, come quegli occhi dorati. 😼
È stata proprio quella la sensazione che ho provato: due liquidi all’interno di un recipiente che si mescolano tra loro. ✒️
Ohmamma! Sono curioso di vedere la tua reazione nello scoprire l’evoluzione di questo strano rapporto. Mi sa che il racconto sta sconfinando verso un’atmosfera molto simile al terzo film dedicato a Frederick Charles Krueger… Spero con tutto il cuore che continui a piacerti! ♥
Grazie Mary!
Bellissimo il finale! Credevo si fosse “svegliata” e fosse tornata alla realtà totale, ma questi occhietti di chi sono?!
Mi piace molto il modo in cui il fantasy si è introdotto in questa storia, quasi in punta di piedi, e ora il miscuglio con la realtà è perfetto!
Tra l’altro, l’hangover da genio mi mancava, quasi quasi lo voglio provare anche io 🤣🤣🤣
Che bella questa serie ❤️❤️❤️❤️
Martina mi ricorda qualcosa che è stato in tutti noi, mi piace davvero tanto!
Sono sincera nel dirti che inizialmente non avevo bene compreso la storia di quel genio del male che tu hai rinchiuso in una sorta di cella degna del miglior inferno dantesco. Sono anche sincera nel dirti che la storia di questa ragazzina mi ha molto commossa, mi ha fatto riflettere e arrabbiare, indignare per la sua attualità e crudezza. Mi sono chiesta quante volte le persone prese di mira e umiliate in questa maniera, tengano tutto per sé, dentro e in fondo, fino a scoppiare. O peggio, a non scoppiare mai.
Poi la narrazione dà quel colpo di coda alla Grancagnolo e tutto si fa, in un certo senso, più ‘semplice’, sfociando nel fantasy che ti è così congeniale. La ragazzina assume tratti astratti e il Genio comincia a umanizzarsi. Sono due o sono uno? Mi sono chiesta? Forse una difesa che si erge per sopportare quello che sta attorno?
Molto bella, questa serie, come ti dicevo, perché esplora lati del carattere umano, va in profondità, ma lo fa con la tua spensierata leggerezza.
Beh, cosa posso dire a mia discolpa? Niente, perché è palese che adoro affrontare gli stati d’animo umani da un punto di vista strampalato… Nel senso che se dovessi impegnarmi con una storia in modo serio e realistico, far accadere eventi rispecchiando gli accadimenti come siamo abituati a seguirli nei vari TG, il racconto rischierebbe di diventare una specie di polpettone saponoso, drammatico e oscuro.
E poi come farei a collegare tutti i miei racconti? Far comparire Davide di Wiccats in La ragazza delle meduse e Martina litigare con Neeve… 😀
Hai beccato esattamente ciò che mi piace e come mi piace raccontare. ♥ Avverto sempre la necessità di far evadere chi legge da questa realtà, come io sento il bisogno di immaginare mondi che si discostano appena, appena dal nostro, un po’ troppo cupo e triste (per i miei gusti, ovviamente).
Un bacio con lo schiocco! ♥
Che bella questa storia, Emiliano. In questi giorni sono abbastanza tranquilla dal lavoro e mi sto divertendo qui su Open a recuperare testi. Felicissima di aver recuperato il tuo!
Ciao Cristiana! Ma grazie! ♥ Io sono qui che lotto per non morire disidratato, visto il caldo terrificante e la mancanza di una qualsiasi forma di ventilazione nel magazzino dove lavoro. Anche io devo recuperare i tuoi scritti, ma prima ho l’obbligo di completare gli aggiustamenti alla cover del libro! 😀 Ho anche iniziato la copertina del secondo volume. Sappi che le mie copertine rispetteranno l’ordine dell’erreggibbì! La prima Rossa, la seconda Green 😀 e la terza Blue! 😀 Lo so, sono scemo. Un abbraccio!
Uno ‘scemo’ simpaticissimo 🙂
♥♥♥♥♥♥ Mille mila cuori! ♥♥♥♥♥♥
Mi è molto piaciuto questo librick, bene!
Ciao Kenji! Mi fa davvero piacere sapere che la mia storiella ti stia piacendo!
Bella storia. Come sempre la tua scrittura è lineare, precisa, quasi chirurgica.
Oh! Ciao Rocco! Magari la mia scrittura fosse davvero come la descrivi tu! Man mano che scrivo e rileggo continuo a smussare, levigare e piallare tutte le parole inutili, i periodi sconclusionati e soprattutto i refusi mimetici che trovo… la mia scrivania è piena di trucioli, segatura e limatura di ferro! Però son contento che le mie storie lascino una buona sensazione. Grazie infinite.
Questo capita a tutti. A volte passo ore a cercare una parola, a limare una frase.