
INSIDE
Serie: INSIDE
Ibiza. Un bagno. Un lavandino vecchio. Un ragazzo e una ragazza nudi.
Così inizia la mia storia. O almeno questo è quello che ho sempre voluto credere.
Ma forse dovrei fare prima qualche passo indietro. Non ho mai capito qual è stato il momento in cui tutto ha avuto inizio.
Forse il 3 luglio 2018. “Signorina si presenti al prossimo appello preparata”. Queste sono state le parole che più l’avevano ferita. Non essere stata in grado. Non aver passato un fottuto esame l’aveva mandata in crisi. Ma non parlo di una crisi passeggera. C’era qualcosa in più. Qualcosa l’aveva traumatizzata, avrebbe perso fiducia in sè stessa di lì a poco. Le giornate passavano e Sole cercava di capire cosa avesse sbagliato, perchè avesse sbagliato. Una pioggia infinita di responsabilità sembrava caderle addosso.
Una sera avevamo deciso di andare a ballare. Sole è sempre stata una ragazza dinamica, aperta, con una voglia irrefrenabile di divertirsi. È così che mi aveva convinto quella sera. Aveva bisogno di svagarsi e ritrovare sé stessa. “Dai andiamo a ballare, tavolo gratis!” mi diceva. Non ho mai capito come, ma lei riusciva sempre a rimediare due bracciali omaggio per entrare. Doti incredibili perché non la dava neanche. Quindi, come potevo mai rifiutare una proposta del genere?
La mattina dopo. Stavamo nel letto devastate e lei aveva iniziato a raccontare. Io durante la serata mi ero allontanata con uno e non avevo potuto assistere. Non credo di ricordare il nome, ma mi aveva letteralmente stregato. Ci eravamo appostati lontano da occhi indiscreti. Ma come ben potete immaginare, voleva solo una cosa. Quella sera io ero stata particolarmente brava, il che forse lo aveva incuriosito di più. Il giorno dopo mi aveva scritto: “Prendo una camera d’albergo e ci vediamo”. Letto quel messaggio, avevo capito che non era il caso neanche di rispondere. Un po’ squallido per i miei gusti. Mi ero persa perciò quello che era successo a Sol, chi aveva incontrato mentre ero via. L’unica cosa certa era che alle 6 di mattina un ragazzo dai capelli rossi si era presentato sotto casa mia, con un cornetto e una ciambella. Uno per lei e uno per me ovviamente, sennò chi la faceva scendere. Io mi ero addormentata e le avevo lasciato le chiavi di casa, spiegandole come aprire poi la porta. Ma avevo come l’impressione che stesse facendo finta di ascoltare. Non mi sbagliavo affatto. Un’ora dopo, qualcosa mi aveva d’un tratto svegliata. Non ci potevo credere. Era lei che non riusciva a inserire la chiave giusta. Glielo avevo spiegato tre volte e il solo pensiero di dovermi alzare mi mandava su tutte le furie. Avevo anche pensato di lasciarla lì fuori per un po’, ma poi la mia coscienza aveva avuto il sopravvento, gridandomi di andare ad aprire. Le avrei sicuramente fatto la ramanzina. Sembravo mia madre, oddio forse la sua più che la mia. Ma poi l’avevo guardata, mi ero accorta che aveva un sorriso a 42 denti, così avevo deciso di stare in silenzio. Ero troppo stanca persino per chiederle come fosse andata, anche se dall’aspetto di lei c’era poco da intendere, quindi mi ero rimessa a letto. Poche ore dopo ci eravamo entrambe svegliate. Erano circa le 11 quando aveva cominciato a parlare ininterrottamente di quanto fosse carino. A un certo punto avevo anche smesso di sentirla, per cui non so proprio dirvi come si fossero conosciuti, perdonatemi. Qualche giorno dopo però, lui le aveva proposto di uscire. Sole mi aveva chiesto se poteva dirgli di rivenire sotto da me, il perché mi è ancora ignaro. Io non ero a Roma quei giorni, ma non ci sarebbe stato comunque problema. A volte neanche le chiedevo il motivo, ormai ero così abituata alle sue follie che la lasciavo semplicemente fare. Bella macchina, bei vestiti, belle vacanze, lui si che si trattava bene. E si sa come vanno queste cose, una tira l’altra, ed era scattato il bacio. Non era un bel ragazzo, ma devo ammettere che, da come mi raccontava Sol, ci sapeva fare. Lei era davvero presa. Lui era un po’ furbetto e misterioso, il che la diceva lunga. Eccome se la diceva lunga. Dopo l’uscita infatti era totalmente sparito e lei aveva cominciato ad entrare in un loop mentale senza fine. Era lei il problema? Si era comportata da stupida? Percorreva e ripercorreva la serata e cercava di capire cosa avesse sbagliato. Però sembrava che fosse andata bene l’uscita, sennò perché baciarsi? Non capiva davvero perché. Questo è un mistero che accomuna molti, sfido voi donne a non aver vissuto almeno una volta questa situazione. Il mio consiglio è: risparmiate tempo ed evitate di capire i motivi. Non ci sono!!
Ripensando all’appuntamento, se così possiamo definirlo, dato che erano rimasti in macchina, lui le aveva detto alcune cose al quanto strane. Non poteva seguirlo su instagram, ad esempio. E perché mai? Quale poteva essere il motivo valido ad una richiesta di questo tipo?
Sole aveva così attivato la modalità social-stalker ed era riuscita a scoprire che era fidanzato. Non c’è da meravigliarsi, succede sempre così. Passata una settimana, lui le aveva riscritto in chat. Lei non sapeva che fare, non capiva se era stata presa in giro o no. Si era fidanzato, ma poi quando stavano insieme sentiva davvero che c’era qualcosa, non poteva proprio pensare che fosse tutto finto. E’ vero c’era un’altra ragazza, ma forse non lo soddisfava abbastanza se andava alla ricerca di altre? Passavano quindi i giorni e loro continuavano a parlare del più e del meno. Non si erano più rivisti. Ma quando lei finalmente aveva preso coraggio e glielo aveva chiesto, lui le aveva detto che non poteva. Doveva fare delle analisi in quei giorni perché diceva di non stare bene.
E’ qui che è iniziato il primo viaggio di Sol. n 1: Lei gli aveva creduto. E forse era anche vero, ma davvero non aveva due ore libere per vederla? Se uno vuole lo fa. n2: Solo una cosa le ronzava per la testa. Queste dannate analisi. Che analisi erano? Perché sembravano così urgenti? Come non stava bene? Una domanda dopo l’altra le riempivano il cervello. Il viaggio nella mente era appena iniziato. Dopo due ore, c’era solo una conclusione possibile a cui era arrivata: lui aveva la meningite e lei la aveva sicuramente contratta attraverso il bacio. Come le era venuta in mente la meningite? Non l’ho mai capito. Ma Dio solo sa la voce che aveva quando me lo aveva raccontato. Non vi dico poi la mia. All’inizio pensavo mi stesse prendendo in giro e avevo cominciato a ridere come una scema. Quante volte ti capita di sentire la tua migliore amica credere di aver preso la meningite per aver baciato uno? Pensavo davvero che scherzasse e avevo preso tutto sottogamba, ma lei continuava imperterrita a ripetermi: “Amo io non scherzo, sono seria, non prendermi in giro, ho l’ansia ho letto su internet che…”. Ecco, lezione numero 1: Mai leggere su internet. Per nessun motivo.
Dopo tre ore di telefonata, le avevo passato mia cugina che studia medicina. Credevo di averla tranquillizzata e fatta tornare in sè. Ma la sera stessa, era come se non avesse recepito niente. Blackout. Tutte le sue paure le avevano annebbiato la mente. È stata dura convincerla e farle rendere conto che non fosse altro che una storia folle. Solo una cosa era riuscita a farla rinvigorire. Aveva scoperto che il famoso ragazzo dai capelli rossi si era fatto delle semplici analisi del sangue, pura precauzione. E così le onde si erano calmate. Ma questa era solo la quiete prima della tempesta.
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