INTRODUZIONE

Serie: ATLANTE DELLE TERRE SOMMERSE


FRAMMENTI DALL’ARCHIVIO DI GIORGIO TRAÜBER.

“Certe parole arrivano quand’è ormai troppo tardi per dirle, e allora non resta che scriverle. Così nascono le grandi storie: fuori tempo.”

Questa tua citazione, Giorgio, non è mai stata tanto vera come oggi. E solo oggi, che non sei più tra noi, arrivo a comprenderla appieno.

Ricordo ancora gli albori della nostra “grande storia”: quando, da bambini, passavamo ore stesi sul pavimento a raccontarci favole. 

Io iniziavo, tu cambiavi i finali; io cercavo l’incanto, tu ne misuravi la tenuta. 

A modo nostro, eravamo già ciò che saremmo diventati: un narratore e un editore. 

Due vite che hanno scelto la stessa strada, ma direzioni opposte: una verso la voce, l’altra verso l’ascolto.

Quando te ne sei andato, ho ereditato una scatola. Dentro non c’erano ricordi — almeno non quelli che uno si aspetterebbe. 

Nessuna foto o confessione, nessun biglietto d’addio. Solo carte: sinossi di libri interrotti, appunti su autori mai pubblicati, progetti editoriali abbandonati, lettere a nessuno. 

Eppure, dentro quella carta muta, t’ho ritrovato più nitido che mai.

Non ho voluto aggiungere parole troppo intime. Né lettere, né pagine di diari. Sarebbero sembrate false, o peggio: stonate. Tu eri tutto testa e pudore, un uomo che s’è sempre nascosto meglio nelle idee che nella propria voce. Provare a raccontarti sarebbe come tentare di accarezzare un’ombra. 

E allora ho lasciato che fossero i tuoi frammenti a parlare.

Quei pezzi freddi, pieni di pensiero, sono ciò che resta del tuo modo di amare il mondo — e forse anche me.

Questo libro è per te, Giorgio: un testo non numerato, senza tempo e fuori tempo. Così da averti ancora qui. Per condividere, almeno adesso, quel silenzio pieno di storie che ci ha tenuti vicini tutta la vita.


Giulio Traüber


MARGINI TEORICI

(MICROSAGGISTICA) *


IL ROMANZO FORÙMICO: FORME IBRIDE DI NARRAZIONE 

DELLA MULTISOCIALITÀ**

a cura di

Giorgio Traüber


“Non esistono generi minori,

solo protocolli ancora incompleti.”

Marien Lippoldt, Cartografie del testo debole (2022)


Introduzione


Il presente saggio propone una riflessione teorica su un genere narrativo emergente, ancora non canonizzato né istituzionalizzato: il romanzo forùmico. Questa forma di letteratura ibrida nasce dal contesto digitale multisociale e si configura come un’espressione letteraria che non solo adotta estetiche e sintassi dei social media, ma le assume come architettura portante del proprio universo finzionale.

Definizione preliminare

Con “romanzo forùmico” s’intende una tipologia narrativa che simula ambienti digitali partecipativi (forum, messaggistica, dating app, social network) trasformandoli in luoghi narrativi totali, dove trama, personaggi e senso emergono esclusivamente attraverso l’interazione tra pseudonimi, post, commenti, immagini condivise e bug strutturali.

Questa definizione esclude opere che si limitano a riportare contenuti digitali reali. Il romanzo forùmico è integralmente finzionale, ma formalmente mimetico.

Origini e ipotesi genealogiche

La teorizzazione del romanzo forùmico viene unanimemente attribuita a Nadia Velasquez, autrice uruguayana che nel 2021 pubblica 404, opera fantascientifica composta interamente da schermate simulate di un forum per “cuori infranti” che, poco alla volta, muterà in una rete clandestina di condivisione dei ricordi sintetici. Velasquez costruisce l’intero impianto narrativo senza mai uscire dal registro dell’interazione testuale tra utenti, generando una tensione fondata sul non detto, sul glitch, sull’ambiguità interpretativa***.

Tutti i personaggi esistono solo come nickname le cui storie si dipanano tra thread cancellati, ban sospetti e messaggi privati decriptati, offrendo al lettore non solo una trama da ricostruire, ma anche un ambiente da esplorare, fatto di lacune, bug, e versioni contraddittorie.

Successivamente, altri autori hanno esteso le possibilità del genere: Jules Kern, in Algogrigio (2024), costruisce la trama come log estratto da un’app d’incontri fallita, popolata da messaggi vocali corrotti, segmenti di codice e schermate di notifica. Il protagonista – “Marlon48” – si rivela un’entità autogenerata da un algoritmo predittivo relazionale****.

Océane Thibault, infine, nel monumentale Ban permanente (2025), sviluppa una riscrittura collaborativa del Ciclo Arturiano in chiave cyberpunk, simulando un server Discord con sotto-canali tematici, comandi bot ed escalation emotive tra utenti. L’autorialità, dunque, emerge come campo di forza distribuito.

Architettura testuale e poetiche mimetiche

Il romanzo forùmico è spesso definito “narrativa ambientale”, perché crea un contesto che si legge non solo attraverso la lingua, ma anche tramite l’architettura del medium. Così, le conversazioni dei personaggi possono essere viste sotto una luce completamente diversa, se lette dalla prospettiva dell’algoritmo. Alcune pagine potrebbero giungere “oscurate per violazione delle linee guida”; altre, apparire come thread dispersi, con un numero esiguo di commenti visibili. Questa frammentazione non è decorativa, ma funzionale: la storia vive nelle interruzioni, nei flame, nei like, nei refusi e nelle risposte fuori contesto. Il romanzo forùmico si fonda su una logica di trasparente simulazione opaca: ciò che il lettore vede è una replica accurata di ambienti digitali noti, ma ciò che legge è un’opera di fiction complessa, costruita con tecniche di montaggio, ellissi conversazionali, e un’estetica del paradosso tipografico. La finzione non è solo nel contenuto, ma anche nel medium simulato.

È qui che il romanzo forùmico si distingue da precedenti sperimentalismi epistolari o postmoderni: non è una somma di punti di vista, ma una costellazione di formati.

Il lettore-decifratore

Il lettore forùmico è un lettore esegeta. Deve attivarsi, decriptare thread, immaginare ciò che è stato cancellato o mai scritto. Il godimento testuale diventa euristico, come nelle narrazioni ipertestuali dei primi anni ’90, ma con una dimensione affettiva più cruda: flame, silenzi, reply violenti, auto-censure.

La lettura diviene performativa. Il lettore non “riceve” la narrazione: la ricostruisce  e talvolta la inventa  colmando il vuoto lasciato da interfacce parziali.

Teoria del medium

Il romanzo forùmico incarna ciò che Marien Lippoldt definisce polifonia algoritmica*****: una pluralità di voci, codici e formati che non cercano armonia, ma coesistenza turbolenta. Questa turbolenza non è caos, ma struttura della realtà mediale. In termini mediologici, il romanzo forùmico è una risposta letteraria alla polifonia algoritmica che caratterizza la nostra esperienza digitale quotidiana. Esso assume come materiale narrativo non solo le storie, ma i modi attraverso cui queste si manifestano oggi: timeline, realtà simultanee, commenti anonimi. È il romanzo che simula la rete, e che si piega alle sue logiche mimetiche, contraddittorie, infodense.

Conclusione

Il romanzo forùmico rappresenta una sfida radicale alla linearità e all’univocità del racconto. È una forma letteraria giovane, in continua mutazione, che rispecchia il nostro modo di abitare la rete: dispersivo, collettivo, opaco. Non cerca di dominare il caos del web, ma lo accoglie come grammatica del presente, riscrivendolo in forma di romanzo.

Serie: ATLANTE DELLE TERRE SOMMERSE


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Discussioni

  1. Leggere questo capitolo mi ha dato due sensazioni molto diverse tra loro.
    La prima parte mi è sembrata un classico film moderno: prima gli spettatori vedono il protagonista bambino in un flashback, poi si viene catapultati nel presente in cui è un adulto.
    Nella seconda parte tutto cambia: l’estetica diventa quella dei weirdcore (so che sai di cosa sto parlando 😼), tra schermate con colori sgargianti su base nera, glitch, nickname ed estetica delle pagine web vecchio stile.
    Credo che potrebbe diventare un potenziale spunto per un nuovo e particolare formato di racconti. 😼

    1. Ciao Mary! Grazie mille per la lettura🙏🏻 (e stavolta non sarà una cosa facile😅). Sono contento che questo episodio, all’apparenza così freddo, sia riuscito a suscitare immagini tanto vivide🤗

  2. Agganciandomi al commento di Roberto, ho trovato stimolante l’apertura epistolare del fratello che pare preludere la pubblicazione (postuma?) di un trattato che mi risulta alcuanto criptico (neo-tech-prosaico?), quanto meno sino alla “Conclusione” che, per me, chiarisce in qualche misura lo studio: l’analisi di una forma di narrazione, che travalica la natura del mezzo tecnologico che l’ha generata. Son curioso di vedere come prosegue, sperando di riuscire a entrarci, è problema mio, forse in relazione alla difficoltà che ho di entrare in sintonia con talune astrazioni. Grazie per la lettura

    1. Ciao Paolo! Ti ringrazio tantissimo per la lettura e per il commento approfondito.🙏🏻 Tendo a utilizzare spesso EO come campo di sperimentazione, e ogni commento, lettura e consiglio sono sempre oro, per me. Purtroppo questa serie farà spesso leva sull’astrazione, spero di riuscire lentamente a far trasparire la componente umana implicita😊

    1. Ciao Roberto! Grazie mille per la lettura!🙏🏻😊 Cercherò di mettere altri sprazzi di umanità, qua e là, in queste pagine che potrebbero risultare un po’ asettiche, ma mi serve per lasciare trasparire le loro storie personali, fra le righe.🤗

  3. Non mi era ancora capitato di imbattermi in un saggio (o pseudo-saggio, richiamando uno dei tag) qui su EO: è stata una gradevole sorpresa, anche perché è scritto incredibilmente bene, e il tono è proprio quello adatto. Mi hai anche fatto scoprire questo romanzo forùmico di cui non conoscevo l’esistenza. Per un po’ ho pensato che questo primo episodio lo avessi dedicato per fornire una spiegazione dell’argomento, per poi scrivere tu stesso una serie di questo tipo; ma da te mi aspetto davvero di tutto, per cui non escludo niente e sono aperto alla tua fantasia e a dove essa ci condurrà.

    1. Ciao Gabriele! Grazie mille per la lettura!🙏🏻 Questa serie si svilupperà in modi assolutamente imprevisti (soprattutto per me😆) e stavolta non contemplerà la presenza di racconti canonici: sarà composta unicamente da una serie di saggi, recensioni, avanzi di editoria, elzeviri, materiali anomali di stampa… (le Terre Sommerse di cui parla il titolo, insomma) nella speranza di raccontare la vita dell’eccentrico Giorgio Traüber, e di tracciare parallelamente la morfologia dell’altro grande continente sommerso, ossia il rapporto col fratello Giulio😊

  4. Caro Nicholas, mi fai girare la testa! Pazzesco questo inizio serie nel pieno del tuo stile, terreno in cui ti muovi egregiamente. Mi è piaciuta molto la divisione in due parti. La prima, una sorta di lettera affettuosa che rievoca una amicizia profonda, quella fra l’editore scomparso e il narratore. Un legame fatto di parole, silenzi e visioni opposte ma complementari. La seconda, quasi un saggio teorico che esplora con intelligenza un nuovo genere letterario — il romanzo forùmico — nato nei contesti digitali e fatto di post, glitch e narrazioni frammentate.
    Mi pare che insieme, testo e metatesto costruiscano un doppio ritratto: umano e intellettuale.
    Immagino ci regalerai una interessante riflessione sul presente della letteratura. Sono curiosa 🙂

    1. Ciao Cristiana! Grazie mille per la lettura e per il bellissimo commento!🙏🏻 Questo progetto sarà ancora una volta una sfida (per me e per chi mi vorrà leggere) dato che procederà a colpi di pseudo saggistica e finti materiali di repertorio, non esplicitando mai i suoi veri intenti. Spero comunque di riuscire a dare spessore alla vita di Giorgio Traüber (e del fratello Giulio) unicamente attraverso le loro opere (immaginarie)😆

  5. Mi è piaciuta tantissimo la divisione in due parti, e il contrasto che si crea. Due stili, due modi di comunicare, percepire e sentire completamente diversi. Due personaggi – editore e autore – che in vita sono stati “complementari” l’uno per l’altro, trovano un terreno comune, si uniscono in questa nuova serie che inizia.
    Aggiungo che la tua capacità di spaziare tra i diversi stili è formidabile.

    1. Ciao Irene! Grazie mille della lettura e del bellissimo commento!🙏🏻 Con questa serie voglio fare due cose: esplorare il formato della saggistica (ma poi arriveranno anche elzeviri, bozze, correzioni, micro recensioni) e cercare di far trasparire emozioni – e una vera e propria storia – da un genere che normalmente non prevede esiti affini a quelli della fiction. Questa è la dichiarazione d’intenti. Vedremo come andrà 🤗

  6. Ciao Nicholas, sono contenta di trovare una tua nuova serie. Mi è piaciuta moltissimo la prima parte, è più nelle mie corde. Ammiro la tua capacità di costruire storie complesse e decisamente originali, di essere un vero acrobata tra le frasi. Sono molto curiosa di leggere il seguito, bravissimo!

  7. Sai cosa mi è venuto in mente leggendo la descrizione del romanzo forùmico? Noi di Edizioni Open 😅 Giorni fa pensavo che sarebbe stato interessante scrivere un racconto su noi che commentiamo, mettiamo like, ma che in realtà non ci conosciamo davvero.

    1. Ciao Arianna! È sempre stata una delle mie idee (credo di averne accennato una volta a Cristiana): un racconto ambientato interamente su una copia di EO, con autori fittizi come protagonisti. Troppo complicato. Però sono felice che questo racconto abbia subito fatto volare la fantasia.😆

  8. Ciao Nicholas, adoro il tuo stile di scrittura e il sentimento che riesci a trasmettere anche nella prima parte di questo episodio. I tasselli, come tu li chiami, possono essere interessanti, anche se piú tecnici (?). Mi piacerebbe poter leggere, in seguito, pezzi di un romanzo non finito che potrebbe diventare un capolavoro attraverso la voce narrante di chi li ha ereditati. Ma l’autore sei tu e magari hai in serbo un’ idea per sorprenderci ancora di piú.

    1. Ciao Maria Luisa! Grazie mille per la lettura e per il bellisismo commento🙏🏻 Questa serie sarà molto più cerebrale e meno emotiva (d’altra parte, è questa la mia letteratura di riferimento), ma prometto che, poco alla volta, si inizierà a vedere l’elemento ironico che fa da sfondo alla serie😊

  9. Che belli questi “quadri” a cui non puoi dare un genere, non… come dire. Classificarli in un qualcosa di troppo definito è quasi come tarpargli le ali, non so se rendo l’idea. Leggerti è sempre piacevole e non solo, anche rifocillante.

    1. Ciao Loris! Grazie mille della lettura!🙏🏻 Hai colto il mio obbiettivo in questa serie (e in tutti ciò che scrivo): annullare il genere. Mi piace quando le cose sfuggono alle definizioni. Un po’ come nei sogni, in cui ogni creatura non segue mai stereotipi o catalogazioni, ma è strettamente legata a un simbolismo nascosto e personalissimo.😊

      1. Un po’ come l’acqua, non ha forma. La può guadagnare, ma cambierà sempre in base a dove si trova. Questo camaleontismo lo percepisco in ogni tuo racconto, e oltre a condividerlo tantissimo lo guardo con profonda ammirazione.

  10. Introduzione inusuale che gioca più sulle fonti che sulla narrazione. Bellissima la lettera iniziale, la cui delicatezza e profondità fa emergere, più dal non detto, l’amicizia che lega i due protagonisti. Scritta bene al punto tale da invogliare chi legge a saperne di più. Sono molto curioso di leggere il seguito.

    1. Ciao Guglielmo! Grazie mille per la lettura e per il bel commento🙏🏻 Questa serie è un altro dei miei colpi di testa😆 Ogni tanto mi piace dedicare uno spazio alla sperimentazione e all’antinarrazione. Mi scuso in anticipo semmai questi episodi dovessero risultare un po’ freddi o bislacchi🤗

  11. * I testi che seguono sono stati rinvenuti in una cartella blu, senza etichetta, sommersa da bozze di contratti e lettere mai spedite. Nessuna indicazione d’ordine, né date precise: solo sigle, appunti, schemi, estratti già impaginati, come pronti per una pubblicazione mai avvenuta. Li ho letti e riletti con cautela, provando a ricostruire il filo, la coerenza, l’intenzione. Ne ho scelti alcuni. Non i più completi, né i più brillanti, forse, ma quelli che, a modo loro, parlano ancora. Sono microsaggi, appunti teorici, definizioni provvisorie: tasselli di una riflessione in corso. In certi casi ho mantenuto i titoli originali, in altri li ho ricavati dalle sue annotazioni a margine. Non ho corretto, né riscritto. Non avrei saputo farlo. — G. T.
    ** Contributo inedito per Mikrogrammi, rivista fondata e diretta da Aldo Rémond (1983–1997).
    *** Velasquez, N. (2021). 404 Corazones Encontrados. Montevideo: Simulacro Ediciones.
    **** Kern, J. (2024). Algogrey: A Failed Romance. Toronto: GlitchHouse Publishing.
    ***** Lippoldt, M. (2022). Kartographien des fragilen Textes. Berlino: Anemoi Verlag.