La città oltre la pietra

Serie: La strada nel nulla


Il culo del grassone, malamente sistemato sul sedile della moto, strabordava in ogni dove e il compagno doveva faticare per non perdere il controllo del mezzo. Marco Reo, alla guida della Ford, li seguiva mantenendo una distanza di qualche metro. In pochi minuti arrivarono al capolinea. 
La statale si interrompeva bruscamente nella parete rocciosa di una montagna. Marco ne aveva sentito parlare, ma vederlo dal vivo era tutt’altra cosa. Uno spettacolo che definire bizzarro sarebbe stato quantomeno riduttivo. 

«Dove avrebbe dovuto portare questa strada?»

Non una sillaba si levò dalle labbra dei due.

«C’è un paese oltre questa montagna, oppure…»

Fu lo smilzo a interromperlo. «Oltre la montagna c’è l’oceano.» Guardò il grassone come per avere conferma.

«Vero! Solo un sacco di acqua.»

La risata da cornacchia si diffuse nuovamente nell’aria.

Marco si convinceva ogni minuto di più che quella fosse una giornata no. Prima aveva perso il lavoro e ora si trovava in compagnia di quella coppia; all’inizio gli erano sembrati due bonaccioni, forse grazie al potere della birra…Dio la benedica, ma più trascorreva del tempo con loro, più capiva che c’era qualcosa di sbagliato. Qualcosa di storto. 

«Quindi il governo avrebbe fatto costruire una strada assolutamente inutile? Assurdo.» 

«Calmo, giovanotto» si affrettò a ribattere lo smilzo. «Abbiamo forse detto che questa strada non porta in nessun posto?»

Il disagio di Marco stava crescendo vertiginosamente. «Oh, certo! Finisce direttamente nella pietra.»

Il grassone allungò una grossa mano callosa e gli scompigliò i capelli, manco fosse un marmocchio. Marco si ritrasse, parecchio infastidito. Avrebbe fatto meglio ad andarsene. 

«Questa strada può condurre in un luogo ben preciso, ma solo chi la sa percorrere» lo avvertì lo smilzo. «Tu lo sai fare?»

‘Basta’ pensò il ragazzo. Sarebbe passato a prendere i suoi quattro stracci alla pensione e poi via da quel paese di folli.

Lo smilzo si rivolse al ciccione. «Credi che lo sappia fare?» 
Ottenne un’alzata di spalle.

Marco Reo fece per risalire in auto, ma i due gli si pararono davanti. Erano piuttosto veloci. Sentendosi minacciato prese il cellulare. Niente campo, nella più classica delle sfortune.

«Che diavolo volete?» chiese ai due ora non più tanto bonaccioni. «Soldi?» 

«Offre la casa! Credevamo di averlo già detto.» 
Stavano parlando all’unisono. Le loro voci erano un’unica voce. Marco pensò che fosse un trucco che avevano studiato per gli stupidi che passavano per quella ridicola strada, tuttavia cominciò a rabbrividire. Se volevano spaventarlo erano sulla strada del successo.

«C’è una città oltre quella roccia» dissero i due con un’unica voce. «Una città dove non esistono signor Tocomo. Una città dove tutti sono uguali.»

Con stupore il ragazzo si accorse che i due uomini parlavano senza aprire la bocca. Ventriloqui? No, pareva piuttosto che le loro parole lo raggiungessero direttamente nella testa ammaliandolo. Dio lo perdonasse, lo stavano ammaliando eccome.

«Naturalmente entrare in quella città ha un prezzo.»

«Vero vero, ogni cosa ha il suo prezzo.»

Marco si pose sulla difensiva. «Non ho molto denaro. Se avessi avuto la grana, col cazzo che sarei venuto qui.»

«Denaro denaro denaro, bah! Quella carta straccia non ti aprirà le porte dell’Eden. Dovrai pagare un prezzo ben più alto, qualcosa che ti appartenga.» 

Le tenebre erano calate, una coltre scura di pece. Marco si era quasi convinto che lo smilzo e il grassone fossero in realtà dei demoni; tutti sanno che nell’oscurità i demoni… 

«Ohhh, s’è fatto tardi!» si lamentò il grassone. «Credo che me ne andrò a letto.» 

«Guarda un po’ come passa il tempo quanto si è tra amici!» confermò lo smilzo. L’unione delle voci pareva solo un vago ricordo nebbioso.

Saliti sul loro destriero di metallo, lanciarono un avvertimento al ragazzo: «In quella città scorrono fiumi limpidi e chiunque vi si immerga ne esce colmo di gioia, ma ricorda! Tutto ha un prezzo e se quanto avrai da offrire non verrà ritenuto sufficiente, beh…valuta bene la tua offerta. Valutala bene assai!»

«Basta, stupido frocetto» lo redarguì il grassone sghignazzando. «Andiamocene a dormire.» Puntò un dito a indicare Marco. «Ritorna domani a mezzogiorno con quanto hai da offrire. Vedremo quanto vale per te il paradiso.»

«Col cazzo che verrò» ribatté quest’ultimo.

«Certo che verrai, ragazzo. Verrai eccome.» I due sfrecciarono via perdendosi nella notte.

Serie: La strada nel nulla


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Discussioni

  1. Beh, che tu sappia scrivere non lo scopro certo ora 😊
    Questa breve serie, nella fattispecie, rientra tra quelle che… “si leggono da sole”, nel senso che un episodio tira l’altro. Mi piace il ritmo con questo susseguirsi di allusioni, di dubbi, in una vicenda che mi ricorda un po’ King, un po’ Ai confini della realtà.
    Corro al prossimo episodio!

  2. Ciao Dario, c’è sempre un prezzo da pagare eh😁😁😁? Ottenere ciò che si desidera intimamente sacrificando ciò che si ha, e in fondo, nel nostro essere-qui-ora tutti noi possediamo qualcosa che nulla ha a che fare col denaro o la materialità… Chissà dove ci condurrai, mai fidarsi delle apparenze, e di questo luogo così affascinante non c’è da fidarsi… Di te (come oscuro cantastorie eh😅) non c’è da fidarsi🤣🤣🤣! Comunque è impossibile non identificarsi nella situazione di Marco… Chiunque tornerebbe dai due, e io lo seguirò con piacere😁! Un brindisi folle a te, caro Dario, alla prossima!

  3. In questo nuovo episodio, inizia a delinearsi un bel pò di follia… ho paura che bisogna iniziare a predisporre la mente a recepire cose che non è abituata ad accettare e concepire…
    Alla prossima lettura…

    1. Raffaele, grazie per l’interesse che stai dimostrando nei confronti di questa serie. A causa di un progetto a cui sto lavorando, mi sono trovato costretto a interrompere la mia serie principale “Helena Everblue .”
      La strada nel nulla è una storia che scrissi due anni fa, e per questo potrebbe avere delle imperfezioni. È il mio modo per scusarmi con tutti voi, amici openiani: per un po’ non avrò storie nuove da proporvi. Godetevi Marco Reo, lo smilzo e pure il grassone…e buona follia!😃

  4. Tutta quella parte sul finale mi sa tanto di insana follia, non è vero? 🙂 Città in cui scorrono fiumi limpidi, gioie promesse… uhm… c’è già qualcosa che non va! E cosa avrà da offrire il nostro epico Marco? Penny? Grande Dario, attendo (al quadrato) il prossimo episodio! 🙂

  5. Ciao Dario, sarà davvero il Paradiso quello che attende Marco? Conoscendoti, ne dubito fortemente 😀
    L’anima come moneta di scambio? No, troppo semplice. Attendo Santo Stefano per la rivelazione!

  6. Ho sempre pensato che Marco Reo fosse un po’ pazzo. Ora capisco che è solo stato segnato da un passato turbolento, in cui ha dovuto confrontarsi con personaggi molto peggiori di lui. Forza Marco! Chissà quale sarà la sua moneta di scambio, dovremo aspettare fino a giovedì per scoprirlo. Pazienza.