La Nascita

Serie: Lin


NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Recuperato l'uovo, Matt inizia il viaggio verso casa. Su d'un piccolo essere sembra posarsi il destino di un mondo che sta scomparendo. Forse quella piccola creatura potrebbe contenere la chiave di volta per invertire il corso della guerra contro una specie aggressiva e potente.

«Fulmini oscuri squarciano i cieli di Ebhundai, il segno che la Voragine freme dolente, gravida di plasma demiurgico, è entrata nella sua fase finale di incubazione. Ebhundai e i suoi mari cosmici tremano nelle doglie di un nuovo universo. Una nuova Ruota con una nuova miriade di nascite e morti sta venendo al mondo mentre tutti i reami della Sofferenza aspettano, silenziosi, acquattati sui fondali dell’esistere, di allinearsi con il neonato sistema cosmico.» Diana sollevò il viso dal foglio, riprendendo fiato.

La luce negli occhi neri e grandi di Lin vibrò come acqua d’un lago scossa da un evento improvviso, dall’ugola emise un tintinnio soffice: «Ebhundai, ho sentito Seamus chiamarlo Evundana.» Diana inarcò le sopracciglia: «Credo vi siano tanti nomi diversi per la stessa idea dell’Oltremondo quanti sono i Lignaggi degli Sciamani. Il racconto finisce con il foglio che sto leggendo, poi c’è questa specie di plancia di gioco.» Disse, sollevando una delle carte dalla teca. Lin tenendosi i piedi con le mani e con le gambe ancora tozze e corte incrociate sul letto, si sgrullò le spalle: «Finisci di leggere, magari troviamo qualche informazione in più su quel gioco!» Gorgheggiò.  Il volto di Diana trasfigurò in un’espressione vagheggiante: «Johanna era una Sciamana particolare, questo è fuori di dubbio! Non riesco a immaginare quanto tempo abbia trascorso nostra Zia, creando questo manoscritto.» Si schiarì la gola e riprese: «Il Nero Gorgo del Signore delle Forme sta eruttando plasma dal caos, un addensamento nei cieli indica che l’eruzione vuol creare nuovi universi. Spesso una simile forza creativa rigurgitata dalla Voragine significa la nascita di un nuovo ammasso psichico da cui si originerà un nuovo sistema di mondi. Il passaggio sarà difficile in questo periodo, occorre fare attenzione alla massa plasmatica ribollente dal Nero Gorgo, affamata di prendere forma ed esistere potrebbe risucchiare gli spiriti nelle sue prossimità.»

 Pulcino di Alua, disegno all’interno del Diario di Diana.

Lin nacque nell’incubatrice dell’astronave ospedale Alpha Vhety Nadaqi, della Flotta Astrale Alleata, mentre stava facendo rotta verso la Terra.  Un grumo umidiccio e pallido di carne dalla forma d’un legume, da cui spuntavano due cosi simili ad ali di pollo fritto, con della gelatina arancione scuro attaccata allo stomaco. E due umidi globi bulbosi e violacei pulsavano sulla faccia. Non un gran spettacolo, per chi nell’infanzia vede braccia paffute con visetti rosei e morbidi. Sono così gli Alua quando nascono, completamente ciechi, quasi senza mani e con le gambe sbilenche. La loro pelle è sottile come carta di riso e lascia intravedere gli organi pulsanti. Il comandante medico del Reparto di Neonatologia dell’ A. Vhety Nadaqi all’epoca era Matthewa ev’a Kargaard, sua moglie Elena degli Adanei, lo chiamava Matt.

Diana salutò il padre, la mattina dopo si sarebbe alzata presto, per via di un seminario al quale era stata chiamata ad assistere dall’Accademia. Entrambi si congedarono con un groppo nella gola e con la muta promessa di riabbracciarsi, come sempre. Mentre la moglie rimase lì, con lui, a parlare per quasi tutta la notte. Dall’altra parte dello schermo Elena lo guardava incredula, dopo aver ascoltato la storia dell’Alua morta fra le rovine sepolte e del suo uovo.

«Non credo abbia un padre per come lo intendiamo noi.» Esordì Matt, passandosi le mani sulle gote indorate dalla barba. La donna inspirò in un lento e maestoso respiro: «Se quell’uovo è fecondato e non vi sono padri, lei era una Fondazione.» Bisbigliò. Matt non rispose, seguendo con gli occhi il percorso mentale della moglie; sapeva che le conoscenze degli Adanei si spingevano ben oltre quelle della maggior parte degli scienziati ingaggiati dalle Forze Alleate. Entrambi si raccontarono qualcosa di importante pur non fiatando. Lei, la madre di Lin, era una Fondazione ne erano entrambi certi. Combatté con fierezza contro la SID, perché le Fondazioni erano le grandi madri vergini degli Alua. Vi fu un’era che queste signore alate, da sole e senza alleati, si alzarono in difesa del loro mondo, quel tempo fu chiamato l’Epoca delle Regine Combattenti, la triste epopea di un massacro. Elena sciolse una chioma fluente e bruna, solitamente raccolta in una severa coda di cavallo: «Gli uomini che erano con te, hanno capito qualcosa della madre?» Matt sorrise: «Il sergente Potchiock non s’è arruolato per amor di conoscenza. Svolge  il suo compito di coprire le spalle alle spedizioni di recupero, ed è uno dei migliori nel suo lavoro; ma è qui solo per uno dei più grassi ingaggi di tutti i tempi e per i benefici sociali che otterrà al suo congedo.» «L’importante è che quell’uomo ti abbia riportato a casa sano e salvo, amore mio. Che le sue ambizioni ne facciano un mercenario o un missionario, non m’importa molto.» Un’improvvisa tristezza offuscò la donna: «Le Regine Combattenti e le Fondazioni rimangono un sapere inghiottito dalla SID e dal suo ventre non uscirà neppure un’ombra della storia che ha divorato.» «Potrebbe non essere una sventura che  l’Alleanza  ignori l’importanza delle Fondazioni. Le truppe sono per lo più soldati vogliosi di una vita migliore, non è difficile per la SID attrarli a sé con promesse di titoli e ricchezze. Se non v’è una diserzione di massa è solo perché i nostri avversari detestano i mercenari. La SID esige una lealtà di sangue e spirito, un’iniziazione al posto di un arruolamento e in luogo di una schiera di assoldati in armi, una figliolanza turgida di amore per la mistica genitrice.»

Una luce di straniamento pervase il volto della donna. «Cosa ti turba, Elena?» Sussurrò l’uomo. «Nessuno nei nostri Lignaggi ha mai cresciuto un pulcino Alua e mantenuto il suo spirito libero.- rispose lei – Mi chiedo se, una volta cresciuto fra umani, quanto ancora rimarrebbe di Alua dentro di sé. Se dovessimo fallire nel nostro compito, facendone  uno spirito in gabbia, allora, in cosa saremmo diversi dalla SID?» «La SID ne ha portati molti di pulcini nel suo mondo, è vero, ma da schiavi, Elena. Il piccolo non diverrà uno schiavo, ho dato la mia parola. Non sono qui per l’ingaggio delle Forze Alleate, Seamus ha affidato a me il compito che la nostra classe di anime svolge sin dalla Prima Ondata della SID. L’uovo in questa nave è l’unico in epoche di ricognizioni che abbiamo trovato ancora in vita. Un solo uovo dopo innumerevoli spedizioni. La SID ne ha presi molti, è vero, pur con il cuore in pezzi per l’oscura sorte di quelle creature, ma non è ancora arrivata a catturarne uno di Fondazione. Se prima il destino degli Alua era tetro, possiamo sperare adesso, per questa specie. Il nostro piccolo potrebbe essere la chiave di volta per salvare i suoi fratelli inghiottiti nel ventre della SID dalla schiavitù.» «Sarà un bambino, Matt, non dimenticarlo. Solo un bambino sulle cui spalle gravano le nostre aspettative assurde che potrebbero distruggerlo al pari di una cattura della SID.» Matt si scurì: «Le Fondazioni sono l’unico elemento che può invertire il corso di questa guerra e dare un futuro alla specie che stiamo aiutando a non scomparire. Non possiamo dimenticare neppure il nostro compito.» La donna socchiuse gli occhi; spostando lo sguardo verso il basso, con una voce bassa e calda continuò il discorso di Matt: «Recuperare ciò che di vivo è rimasto fra gli Alua e trovare le Regine Combattenti adombrate nel DNA di particolari Fondazioni. Conosco il patto degli Sciamani, Matt, c’ero anche io a quei tempi.» Sollevò gli occhi che brillarono d’una fiera luce. Matt divenne dolce: «Non volevo provocarti, perdonami. Seamus è ormai anziano e non credo abbia le forze di prendersi cura da solo del pulcino.» «Un bambino, Matt, non dimentichiamo ciò che è.»

Serie: Lin


Avete messo Mi Piace2 apprezzamentiPubblicato in Sci-Fi

Discussioni

  1. Ti ho riletto dopo molto tempo e ho riprovato la scoperta del viaggio in questa narratività eco-sci-fi-spirituale che rapisce e porta via. Mi è rivenuto anche in mente di leggere L’hovercraft, mi pare, uno degli scrittori che hai menzionato nei tuoi racconti, per avere voglia di vedere, affrontare e analizzare uno stile di parole che mi è nuovo e potrebbe ispirarmi. Rimanendo dal punto di vista tecnico, credo tu sia tra le autrici più abili ad usare gli aggettivi. Spesso negli editing, avverbi e aggettivi sono tra le prime vittime da eliminare. Se si riguarda bene gli aggettivi sono spesso inutili e\o possono interrompere la libera visione del lettore che legge e si fa un mondo suo. Ma nel tuo caso, oltre a un editing che rasenta la perfezione, mi viene da darti questo complimento unico e mirato a te: sei la maga degli aggettivi, si può dire? Un saluto