
La Promessa
Serie: Lin
- Episodio 1: Il Mito
- Episodio 2: La Promessa
- Episodio 3: La Nascita
- Episodio 4: La Grande Cascata
STAGIONE 1
La squadra penetrò nel budello, emergendo all’interno di una sala tanto ampia quanto buia; un odore di calcina e ferraglia arrugginita vi ristagnava. Con molta probabilità l’unico scambio d’aria con il mondo in superficie era quel buco da qui passarono i militari. «Dannati diavoli! – il Sergente deglutì l’erba basito- Dev’essere un qualche cosa che è venuto giù alla prima ondata.» Il candelotto laser gettato a terra illuminò tutt’attorno un ambiente di volte spezzate, chiostri caduti; rovine di quello che un tempo forse fu un edificio, giacevano coperte da una polvere giallastra e ammuffita. Millenni prima che l’umanità conoscesse l’opera della SID, questa aveva di già avviato la sua campagna di aggressione ai Dieci Mondi. Gli occhi di Matt corsero lungo il tremolante perimetro del laser che infuse a quel mondo sotterraneo un’innaturale luminosità azzurrastra: «Un’antica città venuta giù nei primi momenti della guerra e dimenticata; forse nei tempi remoti delle Regine Combattenti.» I soldati con lui non avevano idea di cosa stesse parlando. Non fu l’anelito di arrestare l’intollerabile volontà di un culto prepotente di estinguere una specie, che spinse alcuni abitanti della Terra ad arruolarsi fra le fila Alleate, né fu la storia degli Alua e del Decimo Mondo, quanto i privilegi economici e sociali conferiti ai militari dall’Unione.
Matt ebbe uno scatto, sollevò il braccio, richiamando l’attenzione dei suoi. Puntò la luce in un angolo e rimase basito: «Laggiù!» Si precipitò verso il punto indicato.
«Dannazione! Copriamogli le spalle a quel matto, Testa di Giove!» Ringhiò il Sergente, facendo cenno agli uomini di seguirlo.
«Non credo ne avrà per molto se non lo raggiungiamo subito.» Sbuffò Matt, strisciando verso un cumulo di terriccio e polvere di calce.
«Santoddio, Capitano, aspetti! Potrebbe essere una trappola esplosiva! Dannati diavoli, vorremmo uscire vivi da questo buco!»
Non sbagliava il Sergente ad essere ansioso, gli Alua sopravvissuti erano accecati dalla paura verso chiunque avesse le sembianze di un mammifero bipede. Il loro terrore non faceva distinzioni fra le divise grigie dell’Alleanza e quelle rossastre della SID. Soccorrerli era una missione complessa, studiata con poche squadre, poiché pochi erano gli ufficiali in grado di interagire con quelle creature. Matt non si sarebbe mai allungato in quel modo, oltre il quadrato di sicurezza, eppure il richiamo sordo dentro il suo petto fu così violento da superare ogni logica.
Molte luci illuminarono il punto raggiunto da Matt e gli animi s’acchetarono, una volta stabilita l’assenza di qualsiasi sostanza esplosiva.
Il Sergente lesse nei movimenti del suo ufficiale medico l’intenzione di regalare a quella creatura una morte rapida e dignitosa. Si apprestò ad estrarre l’astuccio rosso con i farmaci terminali.
«No, non ora.» Lo fermò Matt, i suoi occhi avevano colto un movimento nel ventre dell’Alua. L’Alato dapprima sembrava una statua senza vita, ora ebbe uno spasmo, ansimò rumorosamente. L’uomo vide le sue ali erano vistosamente compromesse. Una di esse era piegata in modo innaturale, l’altra pendeva spezzata quasi, dall’omero. Le penne bruciate e la carne sul resto del corpo ustionata, non lasciarono spazio alla sua immaginazione.
I soldati si strinsero attorno al loro ufficiale, proteggendolo nell’intervento.
«T i aiuterò, ma tu aiuta me, perché non l’ho mai fatto!» Sussurrò Matt alla creatura e questa, nonostante la morte la stesse ormai divorando dall’interno, riuscì a capire cosa stava accadendo attorno a lei. Vide il viso e la barba, ebbe terrore. «Non fraintendermi! sono un ufficiale medico degli Alleati venuti in vostro soccorso!» Allungò il braccio sotto i suoi occhi, per mostrarle la sua divisa chiara delle Forze Alleate. Non riuscì a capire se lei avesse colto la differenza. Ebbe persino il sospetto che l’Alua non sapesse dello sbarco Alleato, perciò quel terrore che le immobilizzava il viso; forse pensava che Matt fosse un soldato di quel primo esercito umano disceso dai cieli per catturare il suo mondo.
«Adesso mi prenderò cura di te, ma devi aiutarmi.» Disse l’uomo, accostandosi con delicatezza per sollevare il corpo dalla posizione spezzata in cui giaceva. L’uomo, nel maneggiare il corpo piumato, ebbe uno scatto. «Santo Cielo…» Si sollevò per riprendere fiato «Sergente, portatemi un asciugamano pulito e una coperta termica.» Non era sola la creatura caduta su un tappeto di lamiere. Le sue ferite erano ormai troppo gravi, per il medico fu un miracolo che il ventre non avesse subito lesioni. «Il guscio è integro, ce la possiamo fare, il pulcino vivrà.» Con la mano si accorse che l’Alua era prossima alla deposizione. Nonostante Matt fosse emozionato dal poter tirar via almeno una vita da quell’orrore di ferro e sangue, lo sguardo impietrito della madre gli fece comprendere come lei non condividesse una simile euforia. Rimase basito quando dalla sua gola piumata uscirono delle parole affaticate nella lingua comune delle Forze Alleate: «Giurami che non sarà uno schiavo.»
Matt scosse il volto: «Non sono come quelli che hai conosciuto. Fidati. Troverò il modo di lasciare tuo figlio alla tua specie.»
Lei si contorse: «Non c’è più nessuno di noi. Tutto ciò che conoscevo è diventato l’inferno degli umani.»
«Tuo figlio non cadrà in mani del nemico.»
«Non ho più tempo.» Spasimò, afflitta dalle piaghe che le bruciavano il sangue ovunque: «Giura che non vi cadrà, altrimenti uccidilo subito, adesso che è dentro di me. Giura sull’amore in cui hai riposto la tua anima, e se dovessi mentirmi, quell’amore ti si disfaccia!»
Matt era atterrito. La forza di quella voce prossima alla fine lo travolse. Non riusciva a vedere neppure nella sua più cupa delle fantasie quali sofferenze fossero state inflitte a quella creatura. Non lo impaurì il giuramento, quanto l’incubo intravisto in quell’anima giunta al confine del dolore.
«Ascoltami, farò ogni cosa, possibile e impossibile che fosse, perché tuo figlio cresca libero. Hai la mia parola di padre, di medico, di alleato.» Non ebbe neppure idea di quel che stava promettendo. L’uomo non aveva le ali, come avrebbe potuto insegnare qualcosa a una creatura fatta per il cielo? Da quale memoria avrebbe potuto attingere? Eppure quella promessa strappò il viso dell’Alua al dolore, per un istante, rasserenandolo, quasi avesse visto le intenzioni nello spirito di Matt. Dopo, ella spirò in un’estrema fitta che le divise il cuore.
«Cerchiamo di salvare l’uovo, è ancora dentro e occorre trasferirlo al campo base, subito.» Disse Matt al Sergente. L’operazione riuscì, nonostante l’inesperienza dell’uomo nel maneggiare gli organi di una creatura così lontana dalle anatomie del suo mondo.
Serie: Lin
- Episodio 1: Il Mito
- Episodio 2: La Promessa
- Episodio 3: La Nascita
- Episodio 4: La Grande Cascata
Mi piace il contrasto narrativo col primo episodio. Là si possono identificare tre distinte realtà: il passato, direi remoto, di una sorta di mitologia/religione narrata da Diana, il presente, con Lin (che intuiamo essere diverso da un umano, ma non sappiamo ancora cosa sia), ed il flash back con Matt. Qui invece ci focalizziamo proprio su di lui, in un episodio frenetico e Tragico.
Sto leggendo questo libro a ritroso e funziona anche come singoli racconti per me: l’epica e la lirica di questi parti gravitazionali fluttuano nella mia lettura come immagini in 3d che non devo per forza capire, ma che restano comunque ipnotiche, ciao Alessandra!
Grazie per l’intervento, D.d.G.! In effetti la mia sperimentazione verte proprio sul punto da te evidenziato. Non so quanto possa spingermi, ma cerco di creare una ‘massa critica’ di insiemi di eventi in modo da lasciare che sia quella strana forza nascosta a trasportare la lettura. Eraclito colse in una sintesi perfetta quanto cerco: “La trama nascosta è più forte di quella manifesta […]Il sentire è ciò in cui si concatenano tutte le cose[…] Uno sperimentare l’immediatezza è la massima eccellenza” . Un caro saluto.
Sempre più interessante questa serie!
Grazie Kenji