La rosa della discordia

«Ripetimi quello che ti ho detto ieri sera» Erminio cercò di non urlare.

Ilaria alzò gli occhi al cielo «Quando vedo passare Sonia lascio la rosa con il biglietto sulla terza gondola, lei vede il suo nome e la raccoglie e inizia la caccia al tesoro dove tu alla fine gli dai l’anello e le chiedi di sposarla».

«No» urlò, Ilaria lo guardava di traverso «devi lasciare il cartello con il suo nome la gondola prima della rosa. Sulla seconda il cartello, la terza la rosa con il biglietto».

«Ora mi hai stufata. Se non mi entra in testa perché non te lo fai da solo?» la ragazza si alzò e gli voltò le spalle.

«Perché io devo essere dall’altra parte della città, ricordi?» Erminio aveva perso la pazienza.

«Ma perché proprio io? Hai trenta amici e sono l’unica cretina che ti da retta alle sei di mattina»

«Perché sei la mia migliore amica. Altrimenti non te l’avrei chiesto».

Erminio aveva organizzato una romantica caccia al tesoro per tutta Venezia, aveva pensato tutto nei minimi dettagli per chiedere a Sonia di sposarlo. Ilaria sua migliore amica, gli aveva detto che non la riteneva una grande idea, dopo tutto stavano insieme da neanche un anno. Lui non le aveva dato retta, si era intestardito per quella ragazza e niente gli avrebbe impedito di coronare il suo sogno d’amore.

Ilaria aveva accettato di aiutare il suo amico a malincuore. Sonia non le piaceva proprio. Nessuna delle sue precedenti ragazze le erano piaciute. Ma per sua fortuna non era mai arrivato a un passo dal chiedere loro di sposarle. Aveva ingoiato il rospo e incrociato le dita, prima o poi si sarebbe accorta di lei. Erano amici dai tempi della scuola elementare, erano cresciuti insieme.

Quando Erminio le aveva detto di voler chiedere a Sonia di sposarlo, aveva pianto tutte le sue lacrime di nascosto. Si era congratulata con lui, si era finta un sorriso e lo aveva abbracciato. Il ragazzo era troppo preso dalla sua gioia per accorgersi che il viso di Ilaria aveva assunto una smorfia di dolore.

Si stava maledicendo per aver accettato di aiutarlo. Era stata costretta: mettere il primo indizio sulla gondola oppure stare al fianco di Erminio al momento della fatidica proposta.

Aveva scelto il male minore. Almeno non avrebbe dovuto guardare in faccia la loro felicità e sentirsi spezzare il cuore di nuovo.

Ilaria si nascose in un portone, prese dalla tasca del giubbotto il cellulare e controllò l’ora. Mancavano dieci minuti. Camminò fino all’ormeggio delle gondole e sistemò il cartellone con il nome. Si spostò vicino alla terza gondola e accarezzò i petali vellutati della rosa. Legò il biglietto sullo stelo e ritornò al suo nascondiglio. Sonia si stava avvicinando. Avviò la video chiamata con Erminio e gli filmò la scena.

Ilaria rimase a guardarla desiderando di essere al suo posto.

Erminio “Mi raggiungi adesso?”

Ilaria “Non posso, faccio tardi al lavoro!” spense il telefono, lo infilò nella tasca e camminò fino a casa. Non era vero che avrebbe fatto tardi. Iniziava alle nove, aveva tutto il tempo di raggiungerlo. Anzi sarebbe stata perfino più vicina.

Ignorò il macigno che sentiva nello stomaco. Aveva solo voglia di accasciarsi a terra e piangere. Ma non poteva più lasciarsi andare al dolore. Doveva conviverci.

Aveva avuto troppi anni per dire a Erminio di essere innamorata di lui, era troppo tardi. Per paura di essere rifiutata e rovinare l’amicizia, se l’era tenuto dentro. Doveva tenersi dentro anche il dolore.

Indossò un sorriso di circostanza e aprì la porta dello studio dentistico dove lavorava come segretaria.

A fine giornata era sfinita. Si sfilò le scarpe con i tacchi lasciandole disordinatamente sul pavimento, si spogliò dei suoi vestiti sobri e si rifugiò in un comodo e confortante pigiama.

Si acciambellò sul divano con una barretta di cioccolato e un film strappalacrime pronta per una serata all’insegna dei cuori spezzati.

La sua quiete venne interrotta da qualcuno che cercava di buttare giù la porta.

«Ilaria aprimi, sono io» era la voce di Erminio.

La faccia scura di Erminio non lasciava spazio all’immaginazione.

«Che ci fai qui? Non sei a festeggiare con Sonia?» chiese incredula la ragazza.

«Ho fatto una cazzata»

«Perché?»

«Mi ha detto di no. Ha usato queste parole “È troppo presto e abbiamo due modi differenti di vedere la relazione”, mi ha lasciato la rosa e l’anello e se n’è andata» Erminio si accomodò sul divano con gli occhi bassi «Avevi ragione tu, era troppo presto. L’ho spaventata e mi ha lasciato».

Ilaria, presa da uno slancio di tenerezza, abbracciò Erminio «Mi dispiace. Vedrai che sistemerai tutto» gli disse sorridendo appoggiata alla sua spalla.

Lui si allontanò scuotendo la testa «No. Non capisci. Mi ha lasciato. Fine. Ho provato a chiamarla tutto il giorno ma ha detto che non ha più niente da dirmi» scrutò Ilaria con le sopracciglia aggrottate «ti faccio ridere?»

«Non sto ridendo» tornò seria.

«Non mi prendere per il culo. Stavi sorridendo».

Ilaria ritenne il rifiuto di Sonia come un segno del destino, era il segnale che qualcuno aveva ascoltato i suoi pianti. Glielo avrebbe confessato a costo di perderlo anche come amico. Peggio della sofferenza di vederlo nelle braccia altrui non poteva esserci niente.

«Sono contenta. Ecco perché sorrido». Erminio la guardò imbronciato «Sei contenta che io e Sonia ci siamo lasciati. Ma sei impazzita per caso?»

«No».

«Non capisco. Tu ridi delle mie disgrazie».

«No» Ilaria lo guardava con aria di scherno, continuando a sorridere.

«E allora mi dici che cazzo hai da sorridere?»

«Sorrido perché sono contenta che tu sia qui. Perché ti devo confessare una cosa» il volto di Erminio divenne una maschera di ghiaccio.

«Cosa?» chiese con un filo di voce.

«Io sono innamorata di te. Da sempre. Ho pianto come una disperata l’altra sera quando mi hai detto della proposta di matrimonio. Non voglio più nascondertelo. Se non mi vuoi vedere, me ne farò una ragione. Se non riesci più a trattarmi come un’amica, me ne farò una ragione. Se mi dici che non provi le stesse cose che provo io, me ne farò una ragione. Ma non voglio mai più piangere perché sono stata troppo codarda per confessarti i miei sentimenti».

La fissò negli occhi. I suoi lineamenti duri si addolcirono. Con una mano le accarezzò la guancia, Ilaria abbassò lo sguardo pronta a sentirsi dire di non essere corrisposta. Le tirò su il mento per farsi guardare «Se me lo avessi detto qualche anno fa, ci saremmo risparmiati inutili sofferenze» si avvicinò posando le labbra sciogliendo le briglie ai sentimenti che fino a quel momento avevano lasciato inespressi.

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Discussioni

  1. Il confine tra amore e amicizia talvolta è sottile. Per fortuna che il confuso Erminio poi si ricrede! Brava Ilaria, che invece ha le idee chiare da subito. Un racconto piacevole. Alla prossima.