
LA ROTTURA
Rue de la Lune, martedì sera.
Jean-Claude non avrebbe dovuto trovarsi lì.
Non più, almeno.
Aveva rotto con Claire da quasi un mese.
Un messaggio, un litigio, poi il silenzio. Eppure qualcosa – l’immagine di lei, il peso del non detto, o forse solo l’abitudine a quell’anno di adulterio – lo aveva riportato nel suo palazzo.
Non per entrare.
Solo per spiare, si era ripromesso.
Era salito dal vano scale dell’edificio adiacente, uscendo dalla finestra comune del sottotetto, là dove le case di Parigi si toccavano come mani curiose.
Un tempo Claire lo faceva salire da lì, quando voleva evitare i pettegolezzi del portinaio.
Una cosa tra amanti.
Ora, Jean-Claude era di nuovo lassù, ma non come avrebbe desiderato.
Sotto di lui, il baratro. Sopra, l’orlo del tetto spiovente, appena più basso dell’abbaino di Claire.
Troppo tardi per tornare indietro: un piede era scivolato, e lui era rimasto appeso, con le mani ancorate al bordo di zinco, il fiato corto, la dignità svanita.
Un po’ più in alto, appoggiata alla ringhiera, la ragazza se ne stava nuda, come ogni sera d’estate, davanti a un romanzo che leggeva in silenzio.
Di tanto in tanto scrutava la strada, come se non lo vedesse. E in effetti non lo vedeva.
Fumava. Un gesto lento, teatrale.
Dietro di lei, la mansarda in penombra.
Due libri stavano impilati ai suoi piedi: La Trahison, l’esordio editoriale di Jean-Claude, e L’Amant di Marguerite Duras.
Accanto, il vecchio cellulare della donna vibrava senza sosta.
Inascoltato. Ripudiato. Lui invece, avrebbe tanto voluto rispondere.
Sapeva chi la stava chiamando.
Gli sembrava l’ennesima beffa del destino.
«Non guardare in basso!» si ordinò.
Lo fece subito.
Un’ambulanza era parcheggiata di traverso. Il paramedico fuori, con un kebab in mano e lo sguardo verso l’alto, come se aspettasse l’inevitabile. Parigi, pensava masticando.
Sempre la solita dannata commedia. Ma dove s’erano persi gli sbirri?
Dietro una finestra del palazzo di fronte, un’elegante signora osservava la scena.
Era Catherine, la moglie di Jean-Claude.
Non parlava.
Gli occhi incollati al cielo, la cornetta del telefono appiccicata all’orecchio.
Chiamava dal soggiorno del loro bell’appartamento, ma nessuno rispondeva.
Un brivido. Non di freddo: di rabbia.
Jean-Claude cercò di sollevarsi, ma il bordo gli tagliava le mani.
Claire guardò giù. Finalmente lo vide.
Non urlò, non si mosse. Fece solo quel sorriso strano, stanco, geometrico. Come se fosse tutto previsto.
«Pensavi di salire di nuovo? Volevi riscrivere il finale?» disse. Poi spinse con l’alluce il suo libro, La Trahison, che scivolò sul tetto, planò, e sparì nel vuoto, oltre le spalle dello scrittore.
Due piani più sotto, un uomo con la faccia da turista osservava la scena da un balconcino.
Aveva seguito Claire la sera prima, colpito dalla sua occhiata e da quel volume che teneva sottobraccio: L’Amant.
Gli era parso un invito.
Ora non sapeva più se dirsi spettatore di un dramma erotico o di una tragedia grottesca.
«Temo che non basterà spacciarmi per bibliofilo», mormorò tra sé.
La grondaia intanto scricchiolò, un suono lungo e grave. Un lamento di metallo stanco.
Claire posò la sigaretta sulla ringhiera. I suoi seni aguzzi luccicarono nella notte.
Jean-Claude trattenne il fiato.
Il libro caduto in strada era già stato raccolto dalla piccola folla, che ora lo sfogliava curiosa.
Il cellulare vibrò un’ultima volta.
Una nuova chiamata.
Claire lesse il numero, poi sorrise.
La lamiera s’inclinò di un millimetro. Quanto bastava.
Un grido, un tonfo, uno strillo dalla finestra.
Il turista svenne.
Catherine abbassò piano la cornetta, fissando il vuoto.
Il paramedico finì il kebab.
E Parigi proseguì la sua notte, con un libro in più per strada e uno scrittore in meno nel letto.
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Forse adesso la sparo grossa, sono solita vedere cose che nessuno vede. Nel caso, perdonami l’azzardo, ma io ho percepito Parigi come la vera protagonista. È viva. Autentica. Non sta recitando nessuna parte e non le va neppure di fare da spettatore. L’unica a restare se stessa mentre personaggi che incarnano maschere si muovono. La moglie, l’amante, il traditore/scrittore fallito (che poveretto fallisce e muore due volte. Come uomo e come scrittore.) Il turista per caso, gli sbirri che chissà se se arrivano…
“Sempre la solita dannata commedia” ha ragione il paramedico, che non è da meno. Ma Parigi no. Parigi non si cura di questi teatranti. Ne ha visti a bizzeffe e a bizzeffe ancora ne vedrà. Parigi resiste e avanza nella sua notte, autentica come soltanto le città spogliate dai suoi abitanti sanno essere.
Personalmente, però, salverei anche Claire. Nuda e senza pentimenti a leggere sopra il balcone.
Ciao Irene! Grazie mille per la lettura🙏🏻 Parigi ha il suo ruolo (è la mia città del cuore, artisticamente parlando) e ho cercato in ogni modo di rendere questo siparietto squisitamente francese, dandogli quel taglio a metà tra Nouvelle Vague e Surrealismo. Quindi sì: Parigi è decisamente il sesto personaggio del racconto, quello che, assieme a Claire, sembra avere più dignità. Una dignità resa dal loro distacco glaciale.🤗
Che personaggio questa Claire!😅 il telefono squilla, il tizio muore, ma lei tranquilla lì come se niente fosse. La parte che ho preferito: lui rimasto appeso con “il fiato corto” e “la dignità svanita”😁 mi sembra di vederlo!
Ciao Arianna! Grazie mille per la lettura🙏🏻 Credo che entrambi rappresentino due differenti nudità: quella di Claire è la nudità crudele e impavida della realtà, mentre la situazione imbarazzante di Jean-Claude rappresenta la nudità delle aspettative, che spesso diventano ridicole quando si scontrano col mondo reale.🤗
Prima il libro e poi il suo scrittore. Un salto nel baratro che assomiglia tanto alla metafora dell’editoria. In un attimo ti ritrovi sotto ai riflettori, non importa quali e cosa illuminino.
Il tuo racconto mi è piaciuto tanto e poi, ancora una volta, ti ritrovo a sperimentare uno stile che non è propriamente il tuo e a mettere in scena una storia noir dai piacevolissimi risvolti.
Sono sempre più convinta che le capacità di uno scrittore si misurino anche nel suo essere camaleontico, nella sua voglia di scrivere che arriva all’improvviso e ti suggerisce una storia cui magari nemmeno tu avevi pensato.
Che dire? Sempre fra le migliori letture.
Ciao Cristiana! Grazie mille per la lettura e per il bellissimo commento!🙏🏻 Ormai hai imparato a conoscermi, e devo dire che questa tua osservazione riguardo un’eventuale metafora con l’editoria è azzeccatissima. 😊 Oltre all’incomunicabilità nell’era della “comunicazione”, volevo giusto accennare alla frustrazione, da parte di un autore (e dell’artista in generale), nel vedere spesso malriposte le speranze in ciò che di più intimo si possa mai affidare all’attenzione altrui: la propria esperienza di vita. Veder ignorata una propria creazione è, secondo me (a torto o a ragione), una sconfitta impareggiabile. Ecco il senso del libro che cade, il libro che parla della “loro” passione, improvvisamente diventato solo materia da gossip.🤗
“I suoi seni aguzzi luccicarono nella notte”
Lei mi ha ricordato una di quelle eroine dei cartoni manga anni ’70 e ’80. Una Venus, per intenderci, o anche Aphrodite A. Non prendermi per pazza, ma ne ho riconosciuto la fierezza, la spocchiaggine e quei seni che diventano un’arma micidiale!
Sì 😂 La parte erotica di quel personaggio doveva proprio essere la sua spietatezza. Fredda e laconica come un robot 🤖
Complimenti, sei riuscito a disegnare una scena piena di azione e di intrecci con personaggi non piatti in pochissimi caratteri, usando un linguaggio a tratti anche poetico. Il punto di vista che salta da un personaggio all’altro, giostrato bene, solo con l’inserimento del turista ho avuto bisogno di una seconda rilettura.
Tra i personaggi mi ha colpito molto Catherine e le immagini per descrivere la grondaia, in particolare quel “lamento di metallo stanco”.
Julio Cortázar ha scritto che un romanzo può vincere ai punti, ma un racconto deve farlo per knockout. Qui hai realizzato proprio un bel KO.
Ciao Marco! Grazie mille per la lettura e per il bellissimo commento. 🙏🏻 Sono felice che tu abbia citato Cortázar: lui, assieme a Borges, è da sempre il mio autore di riferimento.🤗
Favoloso! Scritto molto bene. Il brano mostra tutta l’ironia della situazione e la goffaggine del protagonista
Ciao Tiziana! Grazie mille per la lettura!🙏🏻🤗
Wow! Gran film. Un po’ dramma erotico e un po’ tragico grottesco come hai scritto anche tu. Mi hai tenuto col fiato sospeso nel dubbio che lui venisse salvato o cascasse giú nel baratro. L’ adulterio, forse dichiarato o intuibile anche dal suo libro, non ispira grande simpatia neanche in chi legge e osserva le due donne – la moglie e l’amante – tradite. L’ indifferenza o l’egoismo o la distrazione di chi potrebbe aiutarlo, riflette una realtà quotidiana fin troppo normale o frequente.
Un racconto che cattura l’attenzione, suscita sensazioni contrastanti e rende chiara la visione della scena.
Bravo come sempre, ma – per me – uno tra i tuoi testi che mi hanno colpito maggiormente.
Ciao Maria Luisa! Grazie mille per la lettura e per il bellissimo commento🙏🏻 In effetti, il tema di fondo di questa brevissima storia è proprio l’incomunicabilità. La rottura di tutti i canali di comunicazione che, illusoriamente, la tecnologia pretende di aver incrementato🤗
Non so perchè ma nel leggerlo mi è balenata in testa l’idea che si trattasse di un sogno. Bravo Nicholas, un bel pezzo.
Ciao Roberto! In effetti l’idea mi è venuta vedendo l’illustrazione di un pittore surrealista, una di quelle immagini piene di dettagli😊 Grazie mille per la lettura🙏🏻
@ndpautore non sarebbe una brutta cosa se ce la mostrassi
Eh, sarebbe bello ritrovarla! L’avevo vista per caso su Pinterest, ero curioso di sapere il nome del pittore, ma non c’erano scritti riferimenti. E apparivano molti elementi della storia: l’uomo aggrappato al cornicione di un palazzo parigino, dei libri, un vecchio cellulare, una donna nuda affacciata a un balcone sullo sfondo.
Più rottura di così😂
Un racconto davvero riuscito, sono riuscita a vedere senza fatica i volti e l’espressioni dei personaggi coinvolti. Bravissimo Nicholas!
Ciao Melania! Grazie mille per la lettura!🙏🏻🤗
Argutamente scivoloso! Bello, mi è piaciuto. A tratti ho dovuto rileggere per esser sicuro di aver capito bene 🤣! Che atmosfera…
Ciao Loris! Grazie mille per la lettura🙏🏻 Ho cercato di fare qualcosa di stilizzato ma complesso, statico eppure rocambolesco😆