
Il prigioniero e la sua storia
Serie: La vendetta del capitano
- Episodio 1: Il prigioniero e la sua storia
- Episodio 2: La proposta
- Episodio 3: Una visita inattesa
- Episodio 4: Il pescatore
- Episodio 5: Verso Sud
STAGIONE 1
I passi echeggiavano pesanti mentre il carceriere scendeva le scale zuppe per via della pioggia che penetrava nella pietra. Faceva appositamente sferragliare il grande anello di ferro a cui erano appese le chiavi delle celle, come subdola tortura per i prigionieri. Quando raggiunse le segrete sollevò con un ghigno il mazzo di chiavi e lo mostrò ai carcerati. Venne coperto di insulti e imprecazioni ma lui sembrava non badarvi per via della grande soddisfazione propria di chi era libero e non dietro le sbarre. Il carceriere poi andò a sedersi ad un piccolo tavolo con sopra una candela tremolante. Per ottenere la libertà c’era chi professava la sua innocenza cercando di descrivere le circostanze nefaste dell’arresto, chi prometteva assurde ricompense e tutti si accalcavano alimentando le sadiche fantasie del carceriere che osservava quella massa schiacciata e irrequieta come vermi che si agitano nella terra.
Tutti tranne uno.
Il guardiano spostò lo sguardo, concentrandosi su quel prigioniero nell’ombra che guardava fuori attraverso le sbarre della piccola finestra.
“Tu, laggiù!” Gli disse. Tutti si ammutolirono voltandosi a guardare in quella direzione. “Non mi chiedi di liberarti come questi miserabili?”
Nessuna risposta. Il carceriere si alzò, dirigendosi verso l’uomo in fondo alla cella che continuava imperterrito a guardare fuori, nella notte buia.
“Lo lascerei stare quello…” disse uno dei prigionieri: “E’ uno della ciurma di Moore.”
Alcuni tentarono di zittirlo: “Shhh- sta zitto idiota! Vuoi fare la stessa fine?”
Il carceriere sentì un brivido lungo la schiena ma si avvicinò ancora: “È vero quello che dicono?” Gli chiese: “Per questo non temi la morte?”
L’uomo si voltò di scatto con occhi di fuoco e stringendo le mani attorno alle sbarre della finestra disse: “Non sai niente della morte! Nessuno di voi lo sa!”
“Illuminami dunque.” Lo esortò il carceriere.
L’uomo recuperò lentamente la calma e disse: “Non è qualcosa che vorresti sentire.”
Il guardiano sorrise: “Invece lo voglio…” disse facendo scorrere una chiave sulle sbarre producendo un fastidioso clangore “E lo voglio adesso!”
Il prigioniero guardò in basso riflettendo su quella richiesta insistente: “Ad una condizione. Voglio essere impiccato stanotte.”
“Cosa!?” Domandò il carceriere stupito: “Per tutti i diavoli, in tanti anni è la prima volta che sento qualcuno ansioso di essere appeso!”
“Siamo intesi?” Domandò di nuovo il pirata.
Il carceriere non era per niente convinto ma vedendo quello sguardo deciso acconsentì al che il pirata si staccò dalla finestra e andò lentamente a sedersi sul pavimento.
“Ho sempre voluto andare per mare. Essere libero.”
Il pirata fece una pausa fissando il vuoto e con l’amaro sul volto aggiunse “Il giorno del mio arruolamento, ricordo una folla chiassosa…Ah! Quel povero diavolo di Smithy non aveva mai visto tutta quella gente nella sua locanda. Erano tutti accalcati attorno al tavolo del capitano.”
“Moore?” domandò la guardia
“E chi altri sennò? Capitan Edward Moore, il terrore dei mari…Mi sono avvicinato, facendomi strada tra ubriaconi e aspiranti marinai. Sono arrivato al suo cospetto. Mi guardò con quei suoi occhi magnetici, non disse nulla ma non ce n’era bisogno. Era come se mi conoscesse già. Salpai il giorno successivo, a bordo del suo Brigantino, come navigatore.”
“Agua Negra…” Mormorò uno dei prigionieri.
Il pirata annuì.
“Furono anni memorabili. La caccia al grande Bianco del Golfo, gli assalti ai convogli di armi e dobloni. Eravamo temuti, rispettati. Eravamo potenti.”
Il prigioniero si voltò a guardare le stelle attraverso le sbarre in alto.
“Fino a quella notte…”
Tutti trattennero il fiato.
“La notte in cui vi ammutinaste.” Azzardò il carceriere.
Circolavano delle voci su ciò che era accaduto ma nessuno sapeva davvero a verità.
Il pirata lo fissò “Sei ben informato a quanto vedo.“
“Sono stato nella guardia reale per cinque anni”
“Allora sai anche dell’assalto al forte dell’isola di La Martinica.”
“Ho sentito delle storie…Si dice che siate scampati alla cattura per un soffio, ma che quella fu la vostra ultima impresa. Dopo di allora, alcuni di voi iniziarono ad essere scontenti di vivere in mare. Si dice che avevate così tanto oro da poter comprare una nazione e il pensiero di ritirarsi su un’isola e finire i propri giorni nella bambagia serpeggiava sempre più spesso fra la ciurma.” Il carceriere poi si avvicinò alla cella “È vero quello che si dice? Che lo legaste ad un cannone e lo costringeste a camminare sull’asse di legno che sporgeva sopra il mare?”
“Non sai niente, amico mio.”
Il carceriere aggrottò la fronte.
“È vero, eravamo ricchi e di certo non avevamo bisogno di assaltare le navi con i salari dei soldati o cariche di seta e spezie. Non era l’oro che cercavamo.”
“Avete messo in ginocchio una città…” Replicò il carceriere rabbioso “Perché?”
Il pirata sorrise “Tutto ebbe inizio in una tranquilla sera di fine settembre. Eravamo tornati a casa da pochi giorni, a Nassau, dopo circa tre mesi di navigazione. Avevamo inseguito una nave francese, diretta in Nord America, con dei documenti segreti, circa un losco traffico di canapa, molto scomodi per gli inglesi i quali ci avevano incaricato di recuperarli ad ogni costo. Il rapporto era pieno di annotazioni e mappe. L’indagine dei francesi doveva essere andata avanti per mesi. Tutte le carte recavamo lo stemma dell’archivio cartografico dell’isola di La Martinica. La scintilla della curiosità mi colse come una folgore scagliata dal cielo in tempesta! Chissà quali altre informazioni preziose vi erano contenute…Specialmente sui mari e le coste ancora inesplorati a sud. Per cui, una volta approdati sulla nostra isola, attesi qualche giorno ma poi decisi di parlare al capitano e ai suoi ufficiali.
È ancora oggi, il mio ricordo più prezioso: Edward Moore il nostro capitano, Gideon Philips il quartiermastro, Adam LaCroix il nostromo e me, Charles Oswald, navigatore e custode delle mappe.
Tutti intorno al solito tavolo nella bettola di Madame Chevelle, con una bottiglia di ottimo rum e una proposta folle ed eccitante.
Che fu la nostra rovina…”
Serie: La vendetta del capitano
- Episodio 1: Il prigioniero e la sua storia
- Episodio 2: La proposta
- Episodio 3: Una visita inattesa
- Episodio 4: Il pescatore
- Episodio 5: Verso Sud
Leggo con mostruoso ritardo questa primo episodio, ma mi è bastato davvero poco per esserne subito affascinato.
Seguirò molto volentieri la serie.
grazie Giuseppe 🙂
La storia è avvincente, i personaggi interessanti immersi in un’atmosfera coinvolgente piena di suspense, sebbene alcune descrizioni potrebbero essere snellite per mantenere un ritmo più incalzante. Cmq è una buona intro.
grazie Daniele 🙂
Wow! Ho trovato affascinante il racconto di un pirata, temuto in mare e temuto dietro le sbarre. Fin dalle prime righe mi sono immaginato di essere in quel corridoio, lugubre e bagnato ad ascoltare i racconti del vecchio lupo di mare. Continuo con il secondo…
grazie mille giglio! Sono contento che ti sia piaciuto 🙂
Ciao Daniele, mi permetto anch’io qualche osservazione, spero non me ne vorrai. L’idea mi pare buona, però il racconto l’ho percepito troppo affrettato, penso che meriterebbe di essere sviluppato in 2 o 3 episodi. Forse così sarebbe più semplice rispondere anche alle osservazioni di @marcotravaglini, con le quali concordo. Una rilettura mi pare che potrebbe aiutare, per rendere più fluido il ritmo. Valida l’osservazione di Francesco Pino, magari potresti inventarti il nome di un altro pirata 🙂
ciao Nyam, hai ragione infatti la sto sviluppando in una serie più lunga dando più spazio alla storia e hai personaggi 🙂
Il racconto in sé non è male, ma non ho capito il motivo di snaturare la storia di Morgan che morì di cirrosi epatica.
Ciao Daniele, piacere di leggerti. Perdonami se mi stacco dal coro, ti esprimo solo le mie impressioni da persona assolutamente non qualificata, sperando di aiutare a migliorare con critiche costruttive. Mi era piaciuto molto come avevi iniziato il racconto, caratterizzando il carceriere con quel dettaglio sulle chiavi e con una focalizzazione interna che rendeva il tutto più vivo. Poi però quel carceriere pian piano si è perso in mezzo agli altri pirati “spettatori”, che assistevano al monologo del pirata. A quel punto credo che tu pian piano sia passato a una focalizzazione esterna, che stride un pochino con l’inizio e a mio modo di vedere rende tutto meno avvincente, anche perché, come avevi giustamente ben seminato, il fatto che il pirata alla fine scompaia non è propriamente una sorpresa. Alla fine del racconto non mi è chiaro se tu volessi raccontarmi la storia del pirata o la storia del carceriere, perché fai un po’ tutto e due ma entrambe le storie perdono qualcosa per colpa dell’altra.
Però! Wow!
Grazie mille Kenji!
Complimenti, scritto bene e avvincente.
Ciao Domenico, grazie mille!
Questo racconto ha rappresentato per me una piacevole e inaspettata sorpresa.
Vorrei congratularmi con l’autore per questo spunto, per lo sviluppo della storia, per un contenuto che non ha nulla da invidiare in termini di invenzione ai più noti autori del genere.
Qualche tempo fa, una cara amica appassionata di musica mi ha fatto ascoltare, per ragioni connesse con alcuni miei scritti, un pezzo dei Procol Harum: A Salty Dog. Ecco, non ho potuto fare a meno di pensarvi leggendo queste belle righe.
Per quanto riguarda la forma, ancorché nel complesso corretta e godibilissima, ci sono forme ed espressioni da perfezionare a mio parere. Che non sia questo inteso come un approccio dettato da superbia: è proprio perché considero il contenuto molto valido che reputo d’obbligo fare tutto il possibile per esaltarlo. Regola da cui non sfugge nessuno, tantomeno il sottoscritto, è nostro dovere perfezionarci in continuazione ed è una strada senza fine.
Mi riferisco in particolare alle piccole ripetizioni assolutamente evitabili, e ai leggeri affinamenti possibili su alcune frasi che sembrano troppo articolate.
Spero che questi miei consigli non oscurino tutto il mio apprezzamento.
Ciao Robért! TI ringrazio per i complimenti e i consigli sempre preziosi. A presto!