La zanzara super

“In India si dice che l’ora più bella è quella dell’alba, quando la notte aleggia ancora nell’aria e il giorno non è ancora pieno, quando la distinzione fra tenebra e luce non è ancora netta e per qualche momento l’uomo, se vuole, se sa fare attenzione, può intuire che tutto ciò che nella vita gli appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa. Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma non sono due. Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell’amore diventano Uno”

Avevo appena finito di leggere questa frase su un libro di Tiziano Terzani ed era appunto quel momento li, l’alba.

Quell’indefinito precisissimo momento dell’alba, quando apri la finestra per fare questa foto e fai entrare lei, l’unica zanzara avventuratasi fino al 5^ piano di un palazzo. Maledici per un istante te e quel momento dell’alba, ma poi ti rendi conto di quale momento speciale ed unico stai vivendo. Proprio in quell’istante si sono infranti, annullati, tutti gli esperimenti della American Mosquito Control Association, che dopo anni ed anni di studi ed esperimenti avevano scoperto che (Google dicit):

“In generale, le zanzare che pungono gli esseri umani preferiscono volare sotto i 10 metri. La zanzara tigre è stata trovata tra i rami degli alberi anche oltre i 15 metri. Sono state trovate anche in appartamenti al 21-esimo piano, ma probabilmente hanno preso l’ascensore.”

Fandonie, altro che ascensore, lei aveva fatto tutto con le proprie forze ed aveva superato i circa 20 metri per venire da me. La sento ronzare, un po’ affannata, provo a prenderla, non ad acciaccarla, come qualcuno di voi sta già pregustando, ma a prenderla. Vorrei parlarci e sapere come sta, fargli capire che aveva fatto un’impresa da record, chiedergli se è della tanto timorata razza tigre e come ci si sente ad avere più potere del presidente degli Stati Uniti d’America e poter decidere come lui di annientare un popolo che non ti aggrada non premendo un bottone ma solo con una piccola punturina delle tue. Vorrei farle capire che era diventata famosa e casomai metterla in una ampolla di vetro e portarla alla American Mosquito Control Associacion per fargli ripetere tutti gli studi. Ti avrebbero presa, studiata. Ma anche tutelata, vezzeggiata con flebo di buon sangue a colazione, pranzo e cena. E poi ti avrebbero chiesto di ripetere l’impresa, mettendoti alla prova con taniche di buon sangue a 15, 20, 25 metri di altezza, invitando tutte le televisioni del mondo compresa chiaramente la MNN (Mosquito News Network) che avrebbero seguito con i droni in diretta mondiale l’evento. E tutte le zanzare del mondo collegate in quel momento avrebbero fatto il tifo per te, orgoglio ed esempio per la specie, e tu, spingendo al massimo, per un pizzico di orgoglio e di gloria in più avresti stracciato anche il limite dei 30 metri. Wauuuu!

E tutto questo perché? Perché hai deciso di andarti a gustare un po’ del pessimo mio sangue cosi in alto invece di gustartelo tranquillamente anche gironzolando al piano terra. Tutto questo affanno, solo per me, mi sento anche un po’ lusingato.

Vorrei dirle tutto questo ma, niente, non riesco a prenderla. Dopo tanto ronzare si posa un’attimo sul tavolino davanti a me. Ci guardiamo, o almeno, io la fisso, lei non so. Con i suoi 10000 ommatidi è un po’ difficile capire cosa stia fissando. Provo a far cadere una goccia d’acqua dalla mia bottiglia per rifocillarla dall’impresa, ma non calcolo bene e creo una mini piscina vicino lei. Lei senza esitazione si avvicina e con un balzo ci si tuffa, ma chiaramente si ritrova, come si dice, a quattro di spade, senza riuscire a scalfire minimamente la superficie della bolla con le sue zampine. Infila la proboscide, si fa una bevutina e poi con un’altro balzo salta fuori dalla bolla e con una ronzatina si scrolla quel po’ di acqua di dosso. Si riferma davanti a me e, mi sorride? Beh anche questo indecifrabile, ma voglio crederlo. Mi starà studiando anche lei? forse, chiedendosi quale strano umano sono, che non la vuole acciaccare e che per qualche strana motivazione mi sarei svegliato in quell’indefinito preciso momento dell’alba, per aprire la finestra ed accoglierla.

Ma una cosa certa l’abbiamo sperimentata insieme, tutto ciò che nella vita appare in contrasto, il buio e la luce, il falso e il vero non sono che due aspetti della stessa cosa. Sono diversi, ma non facilmente separabili, sono distinti, ma non sono due.

Come un uomo e una donna, che sono sì meravigliosamente differenti, ma che nell’amore diventano Uno.

Avete messo Mi Piace1 apprezzamentoPubblicato in Narrativa

Discussioni