Le anime non hanno sesso
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: La casa in valle
- Episodio 2: Solo una leggera inquietudine
- Episodio 3: Trasformazioni
- Episodio 4: Non si viaggia mai col fumo in tasca
- Episodio 5: Tasselli al loro posto
- Episodio 6: Il desiderio di sognare
- Episodio 7: Lettera dall’aldilà
- Episodio 8: Bel pippone ti sei tirato
- Episodio 9: Gita nell’aldilà
- Episodio 10: Sbucciare le patate per guadagnarsi il pasto
- Episodio 1: Quattro chiacchiere col morto
- Episodio 2: La vita, il bello e il bene
- Episodio 3: Modulo Umano Standard
- Episodio 4: L’intrusione
- Episodio 5: Capire il passato per vivere il futuro
- Episodio 6: Rimpianti, domande e speranze
- Episodio 7: Tutti abbiamo qualcosa da farci perdonare
- Episodio 8: Ceres? Come la birra?
- Episodio 9: Condanna all’oblio
- Episodio 10: Il macigno di Piero
- Episodio 1: Spiragli
- Episodio 2: Le anime non hanno sesso
- Episodio 3: Domande, risposte e richieste
- Episodio 4: Una cosa che mi scalda il cuore
- Episodio 5: Coda di paglia è sceso a Bolzano
- Episodio 6: Viaggio con Jurgen – Rivelazioni
- Episodio 7: Il diario di Giacomo
- Episodio 8: In pace con se stessi
- Episodio 9: Due chiacchiere tra amici
STAGIONE 1
STAGIONE 2
STAGIONE 3
NELLA PUNTATA PRECEDENTE: Graziano fa visita a Thomas e gli porta notizie di Marta
Nei due giorni che Graziano si fermò assunsi il ruolo di guida portandolo a conoscere i posti che mi avevano aperto cuore e mente. Piero gli prestò scarpe adatte, pantaloni e giacca tecnica e io lo feci camminare e arrampicare come mai aveva fatto in vita sua. Pur sudando e ansimando non si lamentò mai della fatica e al cospetto dei bastioni rocciosi di Redont, con la loro disarmante coreografia di cascate, notai nei suoi occhi la stessa meraviglia padana che avevo provato io. Ci fermammo a mangiare al rifugio Trivena, una cucina in quota più spartana e meno ricercata di quella di Piero, ma pur sempre ricca di sapore e tradizione e canederli, crauti e tortel di patate lo conquistarono al punto da chiederne le ricette.
Giunto il momento di salire in macchina per tornare a casa mi salutò con calore e, staccandosi dall’abbraccio, ebbe un tentennamento, quasi una indecisione sul dirmi o meno ciò che sentiva.
Mi prese le mani.
«Avevo sottovalutato una tua frase, ma la ricordo bene: L’unico rischio è che poi ti passi la voglia di tornare a Bologna… mi sembrava uno slogan turistico, ma ora devo ammettere che non erano parole ridicole e questi giorni meli ricorderò tutta la vita. Anche se noi due ci conosciamo da sempre non siamo mai stati così uniti, neanche quando da ragazzini dividevamo tutto…» vidi i suoi occhi riempirsi di umido, «sto diventando melenso, scusami e, comunque, grazie amico mio!»
«Madonna! Il mio amico tutto d’un pezzo che si scioglie in nostalgie solo perché ha visto il cielo dalla cima di un monte!» Nel dirgli questo lo riabbracciai per confermare che la sua emozione era anche la mia e che non trovavo stupido dimostrarla.
«Torna presto Graziano, mi casa es su casa.»
Credo che entrambi, in quel breve salutarci, pensammo di essere diventati irrimediabilmente vecchi.
* * *
Stavo tornando alla mia casetta, dopo aver cenato da Piero, quando una voce femminile che non conoscevo fermò il mio passo: «Thomas aspettami!». Mi girai e vidi una giovane donna correre verso di me, anche il suo viso mi era sconosciuto.
«Dai Thomas, non fare quella faccia da scemo! Sono Ceres.»
«Ma Cristo! Ma come ti è venuto in mente―»
«Non parliamone qua, ti spiego tutto, ma andiamo a casa tua.»
Ero nervoso, trovarmi Ceres nel corpo di una ragazza mi confondeva. Camminai veloce e lei faticò per starmi al fianco e il fiatone le impediva di parlare, per fortuna, pensai, mentre la mia mente galoppava prospettandomi situazioni paradossali dove Marta mi scopriva in compagnia di una bella donna e fuggiva in lacrime.
«Non può succedere, lo sai benissimo, quindi risparmiati paure assurde.»
«Potresti evitare di leggere i miei pensieri? Credevo che il permesso di stare nella mia mente fosse temporaneo.»
«Hai ragione, scusami per non avertelo detto prima, la formula per escludermi è semplice come un’istruzione in linguaggio basic, devi solo pensare: da ora Ceres non ha più permesso di accesso alla mia mente. Può sembrare una sciocchezza, ma per me è vincolante.»
Recitai mentalmente la formula e lui, nonostante i miei dubbi, mi confermò che ora non poteva più leggermi. Sei uno stronzo, ripetei nella mia mente mentre osservavo con attenzione se il grazioso viso mostrasse reazioni e l’indifferenza mi rassicurò. anche se c’era la possibilità che Ceres, con le sue capacità attoriali, si prendesse gioco di me.
«Cosa ci fai nel corpo di una donna? Sai che casini mi puoi creare?»
«Prima di tutto non ti creerò nessun casino, se la tua mente è poco razionale è un problema tuo!» rispose indispettito, «Poi te l’ho già detto che le anime non hanno sesso. Forse nella mia lontana vita terrena ero donna, perché in questo corpo mi ci trovo benissimo. Comunque, non avevo altre possibilità. Sono qua senza supporto e obbligato a scegliere una persona che dormisse sola e molto vicina a casa tua e l’unica disponibile era questa insegnante che ha accompagnato la classe in gita scolastica.»
«E se succede che qualche suo studente sta male e la chiamano?»
«Ci sono altri accompagnatori, due suoi colleghi, maschi, che non potevo utilizzare perché dormono assieme, cioè nella stessa camera, ma in letti separati, non fraintendere. Lei era stanchissima e lamentava un leggero mal di testa così ha augurato la buonanotte a tutti e si è ritirata in camera. Io le ho solo dato un aiutino per un sonno profondo e riposante.»
«Va bene, però nella sua camera non c’è e qualcuno l’avrà pur vista uscire!»
«No! Ammetto che non avrei dovuto, ma ho un po’ manipolato il proprietario facendole assegnare la cameretta che ha accesso al giardino posteriore così da permettermi di uscire e rientrare senza che nessuno mi veda.»
«Hai manipolato Piero? Ma non mi hai detto che ti era impossibile entrare nella mente delle persone senza il loro permesso?»
«No, ti ho detto che senza consenso non posso avere accesso alla loro memoria, è diverso. Non sono in grado di avere il controllo di una persona, a meno che non dorma. Qui sulla terra, senza alcun supporto dalla mia realtà, ho poca potenza e molti limiti, quindi non ho fatto altro che aiutare il tuo amico nella decisione su quale fosse la stanza migliore per la signorina. Nulla di che.»
«Hai un modo di agire che sfiora il banditesco.»
«E tu un metro di giudizio che mi offende.» rispose risentito «Ora riporto la ragazza a dormire e torno a occuparmi di cose meno terrene e più utili del perdere tempo con te. Sono qua perché avevo promesso di rispondere alle tue domande, ma mi sembra di procurarti fastidio, quindi è meglio che vada.»
Considerai che ragionavo da pavido umano e che era sciocco mettere in discussione il suo modo di operare che mai era stato disattento nei miei confronti.
«Scusami Ceres, sono confuso e ho mille timori. Resta, per favore, mi serve il tuo aiuto per capire ciò che ho vissuto e poter tornare a una vita normale.»
Serie: L'eredità di Giacomo
- Episodio 1: Spiragli
- Episodio 2: Le anime non hanno sesso
- Episodio 3: Domande, risposte e richieste
- Episodio 4: Una cosa che mi scalda il cuore
- Episodio 5: Coda di paglia è sceso a Bolzano
- Episodio 6: Viaggio con Jurgen – Rivelazioni
- Episodio 7: Il diario di Giacomo
- Episodio 8: In pace con se stessi
- Episodio 9: Due chiacchiere tra amici
“Credo che entrambi, in quel breve salutarci, pensammo di essere diventati irrimediabilmente vecchi.”
ca-po-la-vo-ro
Esagerato!
Ad oggi non c’è un solo personaggio di questa serie che non mi piace. E tra questi, Ceres è decisamente il mio preferito!
Adoro il suo modo di agire e di pensare, il suo umorismo e la sua imprevedibilità.
Lui e Thomas, se non si tratta di combattere, riescono sempre a strapparmi un sorriso. 😸
Ciao Mary, sempre bello leggere i tuoi commenti e sempre contento che i miei ragazzi ti ispirino simpatia. Fra un po’ questo racconto finirà, doveva essere breve, ma gli attori hanno opposto resistenza: vogliono vivere. Chissà! Ceres è quel pensiero che tutti sentiamo, ma non sempre ascoltiamo. Ti abbraccio!!!
Ciao scrittore, io invece ho pensato di essere diventato irrimediabilmente vecchio da quando al volante ascolto Radio Romantica e non trovo più quel senso di repulsione che mi aveva accompagnato per tutta la vita. Oggi non cambio istintivamente stazione, rimango rapito da quelle canzoni che mi ricordano i tempi passati.
A chi lo dici! Ascolto volentieri perfino i Pooh, che non ho mai amato, ma che mi portano alla mente momenti che ancora mi emozionano. Non c’è niente di più bello di una sana nostalgia senza rimpianti.
E se fosse davvero così? Cioè se qualcuno utilizzasse il nostro corpo quando dormiamo profondamente? Sarebbe pazzesco e anche spaventoso😶 Comunque, è un’idea geniale!
Io il dubbio ce l’ho! 😉 A volte ricordo sogni dove corro a perdifiato e mi sveglio ansimante e sudato… chi era che correva? Poi quel meccanismo che i sogni te li dimentichi troppo in fretta mi da da pensare: cos’è il sogno? Cos’è la realtà?
“«Scusami Ceres, sono confuso e ho mille timori. Resta, per favore, mi serve il tuo aiuto per capire ciò che ho vissuto e poter tornare a una vita normale.»”
Mi piace molto questo finale che interpreto come un’incoraggiante premessa. Sono certa che nel prossimo episodio potremo sederci anche noi comodamente accanto a Giacomo e, forse, ascoltare qualcuno che possa sciogliere i nostri dubbi.
Magari ci fosse qualcuno a sciogliere i nostri dubbi! Ma poi, avendo solo certezze non sarebbe peggio?
“Scusami Ceres, sono confuso e ho mille timori. Resta, per favore, mi serve il tuo aiuto per capire ciò che ho vissuto e poter tornare a una vita normale.” Questa è qualcosa che mi sono sempre chiesta: dopo aver vissuto un’esperienza soprannaturale, si può ritornare alla quotidianità? Certo, toglierebbe molte paure, ma non si potrebbe raccontarlo a nessuno senza essere presi per folli. Bravo, Giuseppe👏
Credo che chi vive, o crede di vivere, una esperienza soprannaturale non avrà mai più una vita “normale”, la paura di essere folle lo accompagnerà sempre.
«Madonna! Il mio amico tutto d’un pezzo che si scioglie in nostalgie solo perché ha visto il cielo dalla cima di un monte!»
Quanto lo capisco e quanto mi piacerebbe ripartire, per tornare in montagna in un altro rifugio, tipo il Trivena a mangiare i piatti tipici della “cucina in quota, più spartana e meno ricercata di quella di Piero, ma pur sempre ricca di sapore e tradizione e canederli, crauti e tortel di patate.”
A me capita spesso di pensare che la vera vita a misura d’uomo cominci dai mille metri in su (non è l’altitudine che ne dà il senso, può essere benissimo anche in campagna o in un paese sul mare) non nella città che esaspera ogni sentimento e ogni movimento. Camminando, sudando trovo pace con me stesso…
Ciao Giuseppe, ieri ho accquistato il libro di Thoreau “Walden” ovvero “Vita nei boschi”, e mi é tornata una forte nostalgia dell’appennino. L’ alta montagna mi spaventa, soprattutto d’ inverno, perché sono abituata al nostro clima un po’ africano. Mi fa paura ancora di piú dopo aver visto il film “Le otto montagne”, tratto dal libro di Paolo Cognetti.
Il pensiero di fare la stessa esperienza che fece Thoreau, per piú di due anni, mi tenta, per il senso di pace che solo stando in mezzo agli alberi e non di certo tra i lampioni, si puó provare. Sarebbe una pazzia, per me, vivere in modo primitivo, senza cellulare, senza radio né tv. Mai dire mai, peró. Forse riuscirei a scrivere di piú e meglio.
Beh, senza arrivare a fare gli eremiti a tempo pieno come ha fatto Thoreau o come Bruno, nella sua scelta finale nel libro di Cognetti, credo si possa vivere a stretto contatto con la natura senza rinunciare integralmente ai rapporti sociali. Credo sia utopico solo il pensare di vivere senza i comfort di base ai quali siamo abituati e, se rinunciare a radio, tv e giornali può essere una liberazione, fare a meno dei contatti con familiari e amici credo sia più dannoso che utile. Personalmente trasferendomi da Rovereto, città di cinquantamila abitanti, a Tione, paese che ne conta poco più di tremila ed è situato a ridosso di alte montagne, mi ha cambiato la vita: più natura, più movimento fisico, meno rumori e meno aria inquinata e la casa in valle (il mio paradiso) a dieci minuti (in macchina) e a poco più di un’ora a piedi. Io ci vivrei sempre in quella casa, ma Elisabetta che tre giorni alla settimana si alza alle 5:30 per andare al lavoro a Trento non è, giustamente, molto d’accordo. Ci accontentiamo dei fine settimana e di lunghi periodi in estate.
“«Hai un modo di agire che sfiora il banditesco.»«E tu un metro di giudizio che mi offende.» rispose risentito”
Ciao Giuseppe, bellissime frasi queste ahahah. La prima mi piace così tanto che me la segno. Alla fin fine, ammettiamolo, chi non ha un modo di agire che sfiora il banditesco?😂
Inutile dirti che il racconto lo trovo molto molto bello, con quei dialoghi che sono un po’ il punto di forza (per me ovviamente, è un parere personalissimo). Complimenti Giuseppe!! ❤️ 😃 👏
Grazie Alfredo, di cuore!
Ciao Giuseppe, come in un meccanismo tipico della narrazione a puntate, chiudi l’episodio sul più bello…! 😊 Trovo sia molto bello quel trasparire della tua passione per la montagna, o forse l’apprezzo perché in qualche modo la condivido e credo sia perfetta per “ambientare emozioni”. Grazie per la lettura
Grazie a te Paolo. La montagna è scuola di vita, sempre. Un abbraccio!