Le armi segrete

Partia, 53 a.C.

Sistematosi il paludamentum, Opitero Furio Romuliano montò in sella a agitò il braccio: «Avanti». Iniziò a cavalcare.

Con lui, il resto della turma.

Gli exploratores si spinsero nella Partia, Furio conosceva bene la metà di loro, tutti reduci di Carre, l’altra metà no: erano i rimpiazzi che avevano sostituito i caduti della battaglia. O meglio, non li conosceva a fondo, il che non era molto regolare, ma in stato di conflitto… Quella missione poteva servire ad aiutarlo a sapere di più sulle loro personalità.

In base ai calcoli di Furio, mancava poco al loro arrivo presso la base delle armi segrete dei Parti.

Un allevamento di elefanti.

Furio aveva letto dello spavento dei Romani di un tempo quando videro per la prima volta gli elefanti di Annibale.

Erano trascorsi poco meno di due secoli, ma lo spavento era sempre lo stesso.

Gli exploratores, arrivati lì, avrebbero posto fine all’esistenza delle armi segrete partiche. Così com’era giusto.

Ed ecco l’allevamento, tutta una serie di campi, tende e recinti.

È venuto il momento di agire, pensò Furio. «Ci siamo» annunciò.

I suoi uomini si scambiarono delle occhiate, cavalcarono in direzione degli animali.

La turma era penetrata in territorio partico grazie alle loro abilità di camuffamento ed esplorazione, adesso ci sarebbe stato il coronamento della loro missione; poi via, lontano, il ritorno nelle terre di S.P.Q.R.

Il personale della base si spaventò, erano per la gran parte civili che poco o niente avevano a che fare con i militari; i pochi soldati presenti tentarono di bloccare la folle cavalcata degli exploratores ma finirono – loro! – per essere calpestati dagli zoccoli dei cavalli.

Arrivati presso uno dei recinti, gli elefanti che iniziavano a essere spaventati – loro! – Furio mise mano a una fiaccola, la accese, quando alcuni degli exploratores che conosceva di meno sguainarono le spathae e lo minacciarono:

«Sta’ fermo».

«Traditori» sbottò Furio.

«A Ctesifonte sarai un ottimo prigioniero».

Furio capì tutto in un lampo. Finti-Romani che si erano uniti ai Romani per tendergli una trappola. Non ci avrebbe mai giurato che, agli occhi dei Parti, lui potesse essere tanto importante. Magari per la ragione che era nipote di un generale.

Gli occhi.

Furio non si arrese e sporse la torcia in faccia a uno dei traditori.

Gli bruciò gli occhi, appunti, lo sfigurò.

Con l’avversario che lanciava urla lancinanti, Furio radunò i Veri-Romani e gridò:

«Gettiamo le fiaccole là, in quel punto, e scappiamo».

Con delle urla entusiaste, mentre duellavano con i traditori, i Veri-Romani obbedirono e il panico si diffuse fra gli elefanti.

Approfittando del caos, gli exploratores fuggirono travolgendo i Finti-Romani che, intanto, gli elefanti travolgevano a loro volta i Parti.

Tutto un caos.

Di armi segrete.

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