Le mie parole

Mi consumo e mi scateno. Con le mie parole ci faccio davvero tante cose bellissime come ad esempio impicciarmi negli occhi degli altri e non riuscire a spiccicarne solo una… 

Il silenzio ha le sue parole comunque, basta ascoltare il vento leggero della sera o guardare un quadro ben fatto. Il dipinto resta immutato nella sua tragica sorta di tela. Deve rimanere muto. 

I film dei vecchi tempi in bianco e nero con le didascalie e il vorticare degli effetti speciali di una pellicola antiquata quanto il denaro sporco rendono l’idea di silenzio perenne.

Ora i ragazzi non parlano più, sotto torchio dalle app e dagli insegnamenti folli dei robot docenti. 

Le mie parole invece sono sottane leggere. 

Si lavano con il chiacchiericcio dell’umiltà e della parola innata  dotata di bellezza. Guai a chi non pronuncia le sillabe o le consonanti e le vocali! Si secchi la lingua a chi non la muove per elogiare il mondo così come è fatto. 

Ma se domani le parole decidessero di uscire di casa e non tornare piu noi che faremmo? Io diventerei matta. Per questo io alle mie metto sempre il collare, antipulci addirittura, così da non perdere il contatto con il suolo. Con la realtà.

Le mie parole risuoneranno sempre come antiche note jazz di una band che ha deciso di vivere nei matrimoni degli altri. Con le spose che si incollano alle proprie lacrime fatate e ai seni che tracimano dagli abiti nuziali.

E poi perché dovrei mentire? Le psrole sono tutto. 

Basta un si e un no per cambiare la vita alla gente e alle proprie tasche. Anche al proprio cuore.

E allora, infine diciamocela tutta la verità…

Tracolla e zainetto, giacca a vento e slip colorati… tutto questo per non aver nemmeno il tempo di pronunciare una sola parola.

Lasciano a bocca aperta e poi si chiedono pure il perché le parole siano timide e abbiano paura della nudità o della stravaganza! 

Dieci secondi di celebrità e la parola diventa gomma da cancellare…

O meglio… da schiacchiare come un topone di fogna.

Le mie parole restano che vi piaccia o no! 

Detto questo vado a parlarne con qualcuno. 

Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa

Discussioni

  1. Ciao Roberta, un breve racconto di denuncia, di sfogo anzi, dove metti a nudo la deriva più grande della nostra società, ossia il tramonto della comunicazione di ogni nostra emozione, perché dietro le parole, scritte, pronunciate o immaginate, si celano sempre sensazioni che, al giorno d’oggi, fanno fatica a venir fuori. La scrittura, e la lettura, rimangono gli ultimi baluardi verso la nullificazione dello spirito. Mi ritrovo nelle tue parole, secche e coincise! Un saluto, alla prossima!

  2. Ciao Roberta, questo omaggio alle parole mi trova d’accordo e verrebbe da chiederei come mai il linguaggio sta progressivamente lasciando il passo alla tecnologia o all’isolamento delle App, avviando la nostra specie verso una lenta devoluzione. Viva la parola e viva le parole. A presto!