
Le ragazze dell’Arco
Il suo telefono stava suonando, un unico squillo, non poteva che significare: esci, ti sto aspettando!
Giada stava scaricando delle canzoni da mettere sul suo nuovo lettore MP3, una copia dell’Ipod, quelli rettangolari con il display su cui leggere i titoli delle canzoni che stai ascoltando.
Glielo avevano regalato le amiche per il suo compleanno che era stato due giorni prima.
Un altro squillo.
Sarà ora che mi muova, Ilaria mi aspetta da già un po’.
Spense il suo computer, mentre aspettava che il sistema si arrestasse, andò in bagno per sistemarsi i capelli e togliere quell’orrenda molletta che usava per stare in casa.
Quando tornò in camera il computer era spento, staccò la spina e si diresse in cucina dove la mamma stava preparando lo spezzatino.
” Mamma, esco vado con Ilaria a fare un giro” le disse distrattamente mentre l’odore di rosmarino le impregnava le narici.
”Ok, ma torna prima di cena, mi raccomando”
”Va bene mamma, per le sette sarò a casa”, prese la sua giacca di jeans, il cellulare che si infilò in tasca e uscì di casa.
L’aria di maggio iniziava a intiepidire il suo paesino fatto di rocce e viuzze strette. Con passo svelto si diresse verso il luogo di ritrovo suo, di Ilaria e della loro comitiva, inseparabili amiche fin da bambine.
”Ce ne hai messo di tempo per capire che ti stavo aspettando, c’è un’emergenza” Ilaria parlò così velocemente che ci impiegò un attimo a decifrare la frase.
”Cos’è successo? Stavo al computer, scaricavo musica per il lettore mp3” rispose mentre si saliva due gradini per sedersi affianco all’amica.
”È probabile che la serata cinema e pizza possa saltare domani sera, mamma ha bisogno della stanza per fare la torta per la festa di domenica” annunciò Ilaria sconsolata.
”Tranquilla, ci organizziamo a casa di noi altre, invece del televisore porteremo un computer portatile, così il film lo vedremo lo stesso”, mentre confabulavano cercando di trovare una soluzione, arrivò anche il resto della comitiva.
Giada, Ilaria, Marta, Maria e Monica erano amiche da sempre, praticamente. Ogni giorno amavano ritrovarsi sempre al solito posto, un arco interamente costruito in pietra, che anticamente fungeva da porta del paese, di fronte alle scale c’erano dei gradini che davano su una porta di una cantina.
Quei gradini ne avevano visti di anni, di persone e di eventi, negli ultimi anni era il loro posto, nei giorni migliori era pieno di ragazzi che si riunivano a chiacchierare, a ridere o a litigare, in quelli peggiori, se così si possono chiamare, c’erano solo Giada e Ilaria, le immancabili.
Ogni giorno era un rito passaggio, concordavano un orario per uscire per incontrarsi sull’autobus di ritorno da scuola, una di loro, solitamente sempre Ilaria, faceva lo squillo a tutte per ricordarsi che era arrivata l’ora di uscire. Così fu quel giorno, e molti, molti altri in seguito.
”Andiamo al bar prendiamoci un bel gelato e troviamo una soluzione, ci ho messo due giorni per scaricare quel film con Riccardo Scamarcio, non possiamo perdercelo” Ilaria si alzò invitando le altre ad imitarla. Erano un centinaio di passi da lì al bar e quando il tempo era freddo o piovoso, le amiche si spostavano in uno dei tavolini all’interno per le loro riunioni.
”Mamma domani sera ha il turno in ospedale, posso chiederle se possiamo stare a casa mia” propose Monica, mentre le ragazze erano in fila per ordinare il gelato.
Alla fine il venerdì sera lo trascorsero da Ilaria, come sempre, a guardare il film che avevano concordato, mangiando la pizza e facendo tardi insieme all’Arco.
Passava il tempo, le ragazze diventavano grandi con le loro complessità e diversità , ma per ogni uscita, riunione o litigio ci si vedeva sempre all’Arco.
Se quelle pietre avessero potuto parlare, ne avrebbero scritti di libri su quelle ragazze che avevano accompagnato in ogni tappa della loro amicizia.
Era il loro posto, il simbolo della loro amicizia. Un luogo che profumava di storia passata e ora anche delle vicende di cinque amiche che erano cresciute insieme, avevano confidato lì i loro segreti, avevano sotterrato l’ascia di guerra dopo un litigio, avevano organizzato le loro migliori serate, erano cresciute insieme ed avevano contribuito a diventare le persone che sono oggi.
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