
L’elastico
Lei
Mi mancava l’aria, non sentivo più niente…solo passi sconclusionati su nuvole danzanti. Un silenzio opaco, come luce da penombra, duro… completo. Un viso inespressivo, il mio… con un solco umido. Minuti, puntini.
Le sue chiavi di casa che sbattevano, l’urlo disperato del portone che tentava invano, come me, di fermarlo, anche lui goffo e ammutolito…
Vuoto…
Pausa….
Perdita di speranza.
Lui
Mi opprimeva l’aria, troppo rumore… Assenza di movimento in un vento piatto… Parole gettate, ardenti, nel buio dei pensieri affollati: insensate, impensate. Un viso triste, stanco, il mio.
Attimi… punti esclamativi!
I suoi piedi fermi, ed un portone pesante, rumoroso, lento a richiudersi, quasi volessero entrambi agevolarmi l’uscita…
Vuoto…
Pausa…
Perdita di speranza.
Loro
Ci allontanammo l’uno dall’altra di tre passi ma al quarto, straziati, venimmo riavvolti bruscamente da quel filo, come fosse un elastico, annodandoci nuovamente.
Impossibile separarci, impossibile per noi diventare metà di un uno, avrebbe significato spezzarci.
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Avete messo Mi Piace3 apprezzamentiPubblicato in Narrativa
Metafora originale e calzante. Davvero ben concepito
Grazie mille Tiziano 🙂
Denso ed espressivo. Mi è piaciuto il gioco di prospettive lei/lui. Bello!