Maquillage Alma Artist

Quello di cui era sicura è che non voleva più vederlo arrabbiato in quel modo. Le sue urla le avevano fatto drizzare tutti i peli sul collo mentre sbraitava della meraviglia dei suoi prodotti affidate a mani inutili, per l’appunto le sue.

Dopotutto doveva esserci un fondo di verità perché se quell’uomo, il suo capo, era diventato il colosso mondiale dei prodotti per Maquillage Alma-Artist c’era sicurante un motivo. Gli avrebbe dato prova delle sue abilità, pensò rimboccandosi le maniche.

Aveva bisogno di vera determinazione e una bella dose di fiducia. Quindi si alzò con la schiena dritta e il mento alto, afferrò il rossetto rosso e in gesto deciso se lo passò sulle labbra. Ecco fatto, quella era la sferzata che ci voleva, anche se mancava ancora il vero motivatore.

Scelse un cd dallo scaffale, lo inserì e la voce di Freddy, limpida e carismatica la investì come un’onda di energia.

Mosse qualche passo agitando le anche e afferrando il tubo della lacca a mo di microfono, si lanciò nella sua personale interpretazione del pezzo.

La grande valigetta si aprì sotto le sue dita decise, e a ritmo di musica scelse una selezione di ombretti, ceroni, terre e rossetti. Lo sapeva bene avrebbe prima dovuto vedere il colore dei capelli della sua cliente, era incredibile come un tono sbagliato di fondotinta rendesse l’incarnato piatto, ma si sentiva positiva. Volteggiò canticchiando verso il set di pennelli, ne tirò fuori due per pomelli e guance e un altro paio per le palpebre.

Gettò un’occhiata rapida all’orologio, mancavano cinque minuti alle nove, a breve sarebbero arrivati. Quindi accese la grande luce rotonda che le avrebbe permesso di vedere perfettamente e di mettere in pratica la sua arte. Sì, si sentiva un’artista, finalmente. La puntò con precisione sopra la poltrona reclinabile e mentre urlava a squarcia gola “It’s a kind of magic! Magic magic magic” il campanello suonò.

Spense lo stereo, si lisciò i capelli e aprì la porta.

«Ciao Cla!» disse l’uomo davanti a lei biascicando una gomma, e anche se non gli piaceva quell’aria confidenziale che ostentava ogni volta, lasciò perdere e gli fece cenno di entrare.

Le rotelle schioccarono inchiodandosi sulla soglia e l’uomo alle sue spalle imprecò.

«Sei davvero carina oggi, forse il rossetto…» disse il primo uomo sempre con quella sua aria da amicone che la infastidiva. L’altro gli tirò una gomitata e richiamando la sua attenzione si mossero con mani esperte, sistemando la salma dalla lettiga alla poltrona reclinabile sotto la grande luce.

«Ecco fatto Claudia, noi ce ne andiamo. Falla bella!» concluse il ragazzo e le lanciò un bacio.

Le note di una canzone allegra già risuonavano nella stanza mentre si chiudeva la porta. “Belli da morire” recitava l’insegna al di sopra.

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Discussioni

  1. Ciao Virginia, non so perchè ma pensando al video del lab avevo subodorato il tipo di cliente che avrebbe beneficiato del restyling della tua protagonista ;D Con un miliardo di tonalità di cerone di mezzo, o un morto o una Drag Queen!

  2. “Sì, si sentiva un’artista, finalmente. La puntò con precisione sopra la poltrona reclinabile e mentre urlava a squarcia gola “It’s a kind of magic! Magic magic magic” il campanello suonò.”
    Oddio, ho un sospetto… 😂